la polemica

mercoledì 30 Agosto, 2023

Centri per il rimpatrio, Coppola: «Sono delle carceri»

di

Le reazioni della politica alle prossime mosse del governo per affrontare l'emergenza migranti. Attolini: «Gravi privazioni della libertà personale»

Irritazione, critiche a una manovra che ritengono ipocrita e a un governatore che si starebbe sfilando «dalla gestione delicata di alcuni nodi cruciali con Roma». Alle trattative per l’apertura di un centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti anche in territorio trentino le anime del centrosinistra provinciale si mettono di traverso.
Il centro dovrebbe accogliere tutti i migranti che non fanno richiesta di protezione internazionale e quelli che ricevono il decreto di respingimento. Manovra di cui Sinistra Italiana del Trentino denuncia l’ipocrisia. «La giunta provinciale di destra, dopo aver indebolito in maniera consistente il sistema di accoglienza trentino, ora chiude la legislatura avviando la trattativa con il governo nazionale per l’apertura di un Cpr, Centro di Permanenza per il Rimpatrio, in provincia, così come chiede Kompatscher per Bolzano», scrive Renata Attolini, di Sinistra Italiana. Per Attolini, quelli che idealmente dovrebbero essere spot «di passaggio per chi non è cittadino comunitario e si trova sul nostro territorio senza permesso di soggiorno» si trasformano in alcuni casi in «vere e proprie prigioni dalle quali non si esce in tempi brevi e si subiscono gravi privazioni della libertà personale, nello spregio delle garanzie costituzionali». Anziché pensare a misure che portano all’aggravamento delle situazioni di marginalizzazione, Si propone il «ripristino in tempi brevi un’accoglienza diffusa».
Le politiche di rimpatrio, in un contesto caratterizzato da guerre e crisi internazionali, non rispondono con efficacia ai flussi di migranti in crescita proprio a causa delle molteplici crisi. Dice Lucia Coppola, consigliera provinciale Gruppo Misto-Europa Verde, che «bisogna considerare che la maggior parte di quelle persone non verranno mai espulse perché i rimpatri sono possibili solo se c’è un accordo bilaterale, e comunque è sempre difficoltoso e costoso». La creazione di un Centro per rimpatri in ogni regione italiana annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, secondo Coppola, non tiene conto di questo. E anzi rilega persone in strutture di cui molti hanno «evidenziato degrado e insalubrità delle strutture, la scarsa luce e aria naturali, l’assenza di locali e spazi per le attività in comune», quasi «delle vere carceri».
Di questa vicenda colpisce i partiti all’opposizione in Provincia anche il fatto che sia stato il governatore sudtirolese ad annunciare i passi avanti nella trattativa con lo Stato per la creazione di un Cpr, per alcuni è un segnale. Lucia Maestri lancia una provocazione. «Le elezioni amministrative prossime vanno sospese e revocate. Non servono più. Il Trentino ha già un nuovo Presidente della Provincia: Arno Kompatscher». Il Landeshauptmann ha spiegato la difficoltà delle due Province di farsi carico di nuovi arrivi di migranti. «E mentre Kompatscher fa il Presidente anche del Trentino, Fugatti latita davanti ai problemi veri. Lo ha sempre fatto e continua a farlo, lasciando proprio a Kompatscher la gestione delicata di alcuni nodi cruciali con Roma: dai grandi carnivori alle questioni del traffico internazionale sul Brennero; dalla gestione dell’A22 al tema dei migranti, alla faccia della difesa dell’autonomia e degli impegni, solo a parole, dell’opportunismo autonomista», la chiosa pesante di Maestri. «A cosa servono le elezioni provinciali in Trentino? Tanto vale fare un referendum per chiedere l’annessione all’Alto Adige».