Strage di Brandizzo
domenica 3 Settembre, 2023
di Benedetta Centin
La procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione ne è convinta: «L’evento poteva essere evitato se solo la procedura fosse stata seguita correttamente. Dalle prime indagini sono emerse infatti gravi irregolarità nelle fasi precedenti al disastro». Il disastro è l’incidente ferroviario che nella notte tra mercoledì e giovedì è costato la vita a cinque operai, impegnati in alcuni lavori di manutenzione sulla linea Torino-Milano, all’altezza della stazione di Brandizzo, nel Torinese. Ora, le indagini faranno luce su cosa non ha funzionato, sulle procedure non rispettate e sulle comunicazioni mancate ma tra gli esperti c’è chi è convinto che la tecnologia avrebbe potuto dare chance di sopravvivenza ai manutentori sul binario 1. Il riferimento è a un dispositivo realizzato da una società trentina e già utilizzato sulla linea Trento Malè: un dispositivo con sensore di posizione di cui dotare gli operai, capace di comunicare in tempo reale i rispettivi dati alla sala controllo, per avvertire quindi in modo tempestivo i macchinisti. Si è trattata però solo di una sperimentazione. Già conclusa. A parlarne è Bruno Dalla Chiara (nella foto), professore associato in Trasporti al Politecnico di Torino, che evidenzia come questi strumenti possano anche scongiurare tragedie come quelle di Brandizzo.
Accuratezza del segnale e minimo preavviso
«La sperimentazione è di alcuni anni fa, avvenuta durante le manutenzioni diurne, sulla tratta Trento Malè dove le fasce di alternanza tra lavori e passaggi di treni sono brevi, con interventi di circa un’ora — spiega il docente e mobility manager — Il dispositivo è di una società trentina e l’attività era stata anche finanziata dalla Provincia di Trento, con il gestore (Trentino Trasporti, che è anche proprietario della linea ndr) parte attiva». Per l’esperto «non è la soluzione definitiva ma avrebbe potuto dare possibilità di salvezza agli operai vittime dell’incidente di Brandizzo, soprattutto se dovesse essere confermato, come risulta da una prima ricostruzione, che i cinque si trovano sui binari già da diversi minuti. Perché è una questione di tempo e di distanze. Di minimo preavviso e di accuratezza del segnale che trasmette le informazioni, e con Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare in uso dal 2023, è più facile, si può contare su continuità e precisione» spiega.
Insomma, a pesare, anche nel caso avvenuto nel Torinese, sarebbe stato il tempo, quello di permanenza degli operai sul posto, oltre alla distanza del treno che li ha poi travolti. A quanto pare era stato detto alla squadra di andare sul binario 1 alle 23.40 circa, quando avevano già scaricato e preparato l’attrezzatura in stazione (dove sarebbero arrivati attorno alle 23). L’impatto sarebbe avvenuto alle 23.47. «Con Galileo viene garantito un segnale continuativo, accurato, con la posizione precisa al metro del manutentore sui binari —fa sapere Dalla Chiara — Con il dispositivo trentino in dotazione, se la ricostruzione venisse confermata, ci sarebbero state delle chance per gli operai: in cinque minuti il treno ha infatti tempo di frenare» riferisce il professore. «Il preavviso, sia chiaro, deve essere compatibile con il tempo di arresto del treno da parte del macchinista. In particolare le fasi di percezione, reazione e attuazione, che altro non è che il tempo di arresto del treno, devono avvenire in un tempo inferiore al preavviso — prosegue Bruno Dalla Chiara — Come detto, è una tecnologia che può servire e in alcuni casi può salvare vite umane. Il dispositivo si è dimostrato un valore aggiunto: la società trentina, nel corso della sperimentazione, è riuscita a garantire continuità e accuratezza del segnale e la trasmissione delle informazioni, in tempo reale, che apparivano sul sinottico».
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