Stagione venatoria
domenica 3 Settembre, 2023
di Gabriele Stanga
Al via la stagione di caccia degli ungulati. Dopo un primo avvio ad agosto, limitato ai camosci, il calendario venatorio verrà inaugurato ufficialmente oggi, domenica 3 settembre, anche per cervi e caprioli. La stagione si concluderà a fine ottobre per i maschi di capriolo, mentre per femmine, cervi e per le altre specie coinvolte si proseguirà fino a dicembre. Per caprioli e camosci si punta a mantenere i numeri relativi all’attuale popolazione faunistica, mentre per i cervi è parso più appropriato intervenire nell’ottica di un contenimento degli esemplari. Contenimento che appare necessario alla luce dei danni causati al patrimonio agricolo e boschivo trentino, oltre che agli investimenti stradali. Tutto ciò alla luce dei censimenti e dei conteggi effettuati dalla Provincia e dagli esperti del settore. Gli ungulati assegnati per il 2023 sono 14.152: si tratta di 4.409 cervi, 6.378 caprioli e 3.365 camosci, numeri stabiliti dalla Provincia autonoma dietro consiglio dell’Associazione cacciatori. Saranno circa seimila, invece, i trentini che si cimenteranno nella caccia, con un numero pari a circa 250 nuove domande di iscrizione all’associazione. La maggior parte degli iscritti sono uomini sopra i 50 anni. Nonostante le nuove iscrizioni, i numeri sono ormai in calo da anni, rispetto anche solo a vent’anni fa quando l’arte venatoria era una pratica decisamente più diffusa. Tra i giovani sono pochissimi coloro che si interessano alla caccia. Ciò è dovuto principalmente ad un cambiamento degli stili di vita e alla globalizzazione che ha offerto nuove possibilità di vita a scapito di quella che era una tradizione consolidata. Il direttore dell’Associazione cacciatori, Ruggero Giovannini, ha esposto i punti nodali del nuovo calendario.
Direttore, come apre questa stagione venatoria?
«E’ già cominciata il 16 agosto per i camosci. Domenica (oggi ndr) cominceremo anche con caprioli e cervi e le altre specie saranno cacciabili dalla terza domenica del mese. Si andrà avanti poi con scadenze differenziate a seconda degli animali: ad esempio per i maschi di capriolo si chiuderà a fine ottobre, mentre per femmine, cervi e camosci si continuerà fino a dicembre. I tempi cambiano in base a quanto stabilito dai censimenti e i piani di prelievo. È tutto pianificato per classi d’età, specie e sesso».
Ci sono esigenze di contenimento connesse alla rinnovazione boschiva?
«Il contenimento sarà limitato ai cervi ed è dovuto a tutta una serie di ragioni legate ad esigenze agricole, boschive e anche di sicurezza sulle strade. Per capriolo e camoscio invece è più opportuno mantenere la popolazione e si è optato per questa scelta».
Quanti sono stati i nuovi iscritti all’associazione durante quest’ultimo anno?
«Anche nel 2023 le domande di esercizio venatorio sono state circa 250, poi bisogna sostenere degli esami di idoneità e i numeri di coloro che li hanno passati saranno approssimativamente intorno alle 150 unità. Sono buoni dati ma certamente negli ultimi decenni c’è stato un calo del movimento che si conferma».
A cosa è dovuto questo calo?
«Vent’anni fa si poteva cacciare anche l’avifauna e ciò oggi non è più possibile. L’interesse poi è scemato. Un tempo c’era quasi un cacciatore in ogni famiglia, oggi ci si dedica più agli studi, il mondo è cambiato ed è meno legato alla ruralità».
Come vede il problema di orsi e lupi?
«Ci siamo impegnati sin dall’inizio nel monitoraggio. Esiste già un regolamento che individua nel modo corretto le azioni con le quali rispondere a determinati comportamenti degli animali. Bisogna mettere in pratica quanto scritto».