Lavoro

venerdì 8 Settembre, 2023

Problema del lavoro povero, Spinelli: «Salario minimo? No, meglio investire sull’occupazione femminile»

di

L’assessore: «Icef e assegno universale? Abbiamo ripreso in mano il fascicolo. Non colpiremo le famiglie»

Contro il problema del lavoro sottopagato e la necessità di supportare le famiglie in una congiuntura economica che ne attacca il potere d’acquisto, l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli propone una ricetta fatta di attenzione, ma anche di pragmatismo. Conscio che qualunque soluzione individuata per l’oggi non può essere fatta a discapito di un futuro economico sostenibile.
Assessore su il «T» di ieri si parlava di 16mila lavoratori sottopagati in Trentino. Cosa si può fare?
«A essere onesti non molto a livello provinciale. È una partita prevalentemente legata ai contratti collettivi nazionali. Quello che possiamo fare è mettere ad un tavolo parti datoriali e sindacali e ragionare insieme su quali interventi aggiuntivi si possono dare per rafforzare da una parte le imprese e dall’altra il lavoro salariato. È un po’ quello che è stato fatto, anche in collaborazione con il consigliere Olivi, nella legge 6 del 2023. Collegando una serie di incentivi al rispetto dei contratti nazionali. Poi secondo me c’è un’altra strada da seguire…»
Cioè?
«Dobbiamo supportare il più possibile il lavoro femminile e infatti abbiamo previsto un incentivo per i datori di lavoro che riducono il gap uomo-donna. Non è casuale, perché spesso sono le donne a essere pagate meno. Quello del lavoro femminile è un mondo che ci apre a importanti possibilità. Più riusciamo a farne entrare nel mondo del lavoro, pagandole il giusto, più crescerà il pil del Trentino. Questo perché a livello di redditività una donna genera un indotto superiore all’uomo del 20%. Portandola nel mondo del lavoro e fuori da quello della cura della famiglia e della casa si apre il mercato a tutta una serie di economie di conciliazione. Ma per fare questo dobbiamo aprire il mondo del lavoro, fornire paghe giuste e potenziare proprio i servizi di conciliazione».
Salario minimo: che ne pensa?
«È un discorso che faccio fatica a comprendere. Mi sembra che si voglia normare in maniera generale un mondo, quello delle imprese, complesso e particolare. Quello che può andare bene per una grande azienda rischia di mettere in ginocchio imprese più piccole. Bisogna stare attenti».
Assessore sul calcolo nell’Icef dell’assegno familiare nazionale farete un passo indietro?
Abbiamo ripreso in mano il fascicolo. Non c’è assolutamente l’intenzione di andare a colpire le entrate o il reddito delle famiglie e di quelle numerose in particolare. Non è facile perché ci troviamo di nuovo a dover fare dialogare due mondi diversi: quello del welfare provinciale e di quello nazionale. È un problema che si ripropone ogni volta che arrivano novità dal nazionale, e dal 2019 sono tante. Domani (oggi per chi legge, ndr) andiamo a mettere un punto sulla questione. E poi più avanti avremo una definizione completa del trattamento. Rassicuro le famiglie, il loro reddito non è in pericolo».
L’altra richiesta arrivata da più parti è quella di indicizzare l’icef all’inflazione.
«L’indicizzazione è un passaggio particolarmente pesante dal punto di vista delle finanze pubbliche. È molto comodo da dire, ma molto difficile da fare. La serietà e la responsabilità del ruolo mi impongono di trattare con estrema cautela le finanze e i bilanci pubblici. Non dobbiamo fare gli stessi errori fatti a Roma anni fa quando in cambio di un beneficio per il presente fu barattato il futuro di tante generazioni scaricando costi enormi sull’Inps e le casse pubbliche. Capisco le necessità delle famiglie, ma dobbiamo essere cauti a non distruggere il futuro, mentre costruiamo un presente sostenibile».