l'ordinanza

sabato 9 Settembre, 2023

Orsi, Fugatti ordina l’abbattimento di F36

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Positivo anche il parere di Ispra: «Garantiamo l’interesse della sicurezza pubblica»

F36 sarà abbattuta, lo ha deciso il presidente della Provincia Maurizio Fugatti che ha firmato l’ordinanza per la sua rimozione. L’orsa si era resa protagonista di due incontri ravvicinati nella zona di Roncone e Sella Giudicarie tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Proprio quegli episodi sono alla base dell’ordinanza del governatore, che ha ricevuto anche il parere favorevole di Ispra, che scrive come la rimozione sia stata decisa con lo «scopo di garantire l’interesse della sicurezza pubblica». Per farlo è stato predisposto l’abbattimento sulla base della legge 9 del 2018 (voluta dall’ex governatore Ugo Rossi) in coerenza con le direttive sulla gestione del plantigrado regolamentate dal Pacobace e dalla Direttiva Habitat.
L’antefatto
L’orsa F36 sale per la prima volta agli onori delle cronache il 30 luglio scorso, come ricostruito anche nell’ordinanza. Alle 6 del mattino circa due uomini stavano percorrendo un sentiero in località Mandrel vicino a Roncone quando ad un certo punto si sono imbattuti nell’orsa in fase di riposo assieme al suo cucciolo. Alla vista dei due, secondo la relazione del corpo forestale, l’orsa «si alzava sulle zampe posteriori per poi scagliarsi contro di loro». Mentre un escursionista correva a valle, l’altro si arrampicava su un abete e l’orsa «lo inseguiva e successivamente lo agganciava per una ghetta e lo scaraventava giù dall’abete». Il secondo incontro risale a una settimana dopo, domenica 6 agosto, a pochi chilometri di distanza in località Dos del Gal. Questa volta fu una coppia, marito e moglie, ad imbattersi nell’animale. In quell’occasione l’orsa «è stata avvistata da due persone a circa 20 metri ed è arrivata addosso alle stesse fino a 3 metri circa». Un attacco per difesa dei cuccioli e un falso attacco. Episodi sufficienti secondo Fugatti per disporne l’abbattimento una volta che attraverso le analisi genetiche condotte dalla Fem l’animale è stato identificato in F36. Una decisione che sembra vedere Ispra d’accordo.
Il parere di Ispra
Sono tre le condizioni da soddisfare per procedere alla rimozione, sottolinea Ispra nel suo parere: la dimostrazione che ci siano motivazioni valide, l’assenza di altre soluzioni percorribili e la garanzia che l’abbattimento non pregiudichi lo stato di conservazione della specie. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale spiega poi come sulla base degli episodi avvenuti F36 possa essere considerata «tra gli orsi ad alto rischio, per il quale viene suggerita l’immediata rimozione». L’istituto poi riconosce che visto lo stato di conservazione della specie in Trentino sia possibile rimuovere fino ad un massimo di due esemplari di femmine riproduttive e finora è stata catturata solo Jj4. Sulla base di queste considerazioni Ispra conclude che l’abbattimento di F36 «rientri tra le opzioni previste dal Pacobace, sia coerente con la legge provinciale 9 2018 e non appaia in contrasto con la Direttiva Habitat».
Rimozione e non captivazione
L’ordinanza spiega che si sia scelta la strada dell’abbattimento perché al momento al Casteller delle 3 gabbie disponibili, due sono occupate da M49 e Jj4 e una deve essere lasciata libera perché è destinata ad ospitare Mj5 l’orso che si era reso protagonista dell’aggressione in val di Rabbi a marzo. Dall’ordinanza si scopre anche un’altra cosa: l’orsa è stata radiocollarata nella notte tra il 29 e il 30 agosto ed è dotata di marche auricolari e microchip che ne consentono l’identificazione senza bisogno di fare un’analisi genetica. Questo significa che F36 può essere abbattuta a vista e questo è esattamente quello che Fugatti ha incaricato il corpo forestale di fare. Subito si è alzata la protesta delle associazioni animaliste. Sia la Lav che la Leal hanno annunciato l’intenzione di ricorrere al tar contro l’ordinanza di abbattimento. La Lav ha poi lanciato un appello ai forestali trentini affinché facciano «obiezione di coscienza, rifiutandosi di sparare all’animale perché si tratta di un ordine che non ha evidentemente alcun senso». Gli animalisti annunciano una manifestazione.