cronaca

sabato 9 Settembre, 2023

Filma e fa arrestare il suo molestatore. Tredicenne incastra un uomo al parco di Melta

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I fatti risalgono al 31 agosto scorso, quando uno studente è stato avvicinato da un adulto: «Vieni con me, a casa»

In pieno giorno avvicina un tredicenne con la scusa di chiedergli indicazioni, lo fa sedere su una panchina del parco Melta di Gardolo, e inizia ad accarezzarlo, quindi a molestarlo, infilandogli le mani nei pantaloni. Continuando senza scrupoli anche dopo che il ragazzino, scaltro, aveva acceso la fotocamera del cellulare, girando l’inquadratura per riuscire a filmarlo in volto. Lo studente lo ha fatto negli istanti in cui si alzava per allontanarsi da quell’orco che lo aveva preso per mano e che aveva continuato a seguirlo, come risulta dalle sequenze registrate. «Vieni con me, a casa» aveva insistito l’adulto che voleva approfittare di lui. E proprio quelle immagini girate con il telefono, anche se dall’inquadratura mossa, sono risultate utilissime ai poliziotti della squadra mobile della questura per dare un’identità al molestatore. Con un’indagine lampo gli investigatori, che nel frattempo avevano ricevuto in questura la denuncia del papà della vittima, sono riusciti a dargli un nome: si tratta di un uomo di 43 anni di origine nordafricana e residente a Trento, già con precedenti per droga, evasione, rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Giovedì è stato arrestato e portato in carcere: i poliziotti lo hanno infatti raggiunto con in mano l’ordinanza di custodia cautelare chiesta e ottenuta dalla Procura al giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli. Lo straniero, riconosciuto anche da persone presenti quella mattina al parco, deve rispondere dell’accusa di atti sessuali con minore e nelle prossime ore dovrà comparire davanti al giudice per l’interrogatorio.
La trappola: «Vieni con me»
I fatti contestati sono accaduti il 31 agosto, in tarda mattinata, alle 11.30 circa, nell’area verde di Melta. L’uomo ha agito quindi alla luce del sole, incurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto notare i suoi comportamenti morbosi. Ha approcciato lo studente, che abita in zona, chiedendogli come raggiungere il parco e una volta lì lo ha fatto sedere vicino a lui. Stordendolo di chiacchiere. Il tredicenne lo avrebbe ascoltato «per cortesia» scrive il gip, e certo non si aspettava che questi iniziasse ad allungare le mani, anche nelle parti intime. Lo sconosciuto non ha desistito nemmeno quando si sono avvicinati due ragazzi con cui si è messo a parlare in arabo. Nemmeno quando la vittima ha acceso la telecamera del cellulare. Il molestatore, anzi, è diventato ancora più esplicito. Inequivocabile. Forse pensava che il ragazzino stesse solo giocando con il telefono ma in verità stava tentando di incastrarlo. Ragazzino che il marocchino ha seguito anche quando si è alzato dalla panchina: ha continuato a seguirlo, a tediarlo per avere il suo numero di telefono e per fare in modo che si appartasse con lui, che lo seguisse a casa per consumare un rapporto sessuale. Il minorenne, sempre più atterrito, che confidava nell’intervento di qualche passante, cosa che però non è accaduta, allora si è avvicinato a due ragazzi che si stavano allenando nell’area verde per chiedere loro aiuto. Per fare in modo che quell’orco lo lasciasse in pace, che desistesse. E così, finalmente, è stato. Ancora con il cuore in gola, il tredicenne ha chiamato la sorella raccontandogli quanto aveva subito e la giovane non ha perso tempo. Ha subito contattato il numero di emergenza 112 dando tutte le indicazioni raccolte fino a quel momento dal fratellino per l’identificazione del molestatore che nel frattempo si era allontanato dal parco cittadino assieme agli altri due nordafricani. Poi la stessa sorelle e il papà si sono presentati in questura per formalizzare denuncia. Dando così il via alle indagini che hanno portato ad identificare e arrestare, tempo poco più di una settimana, il responsabile, riconosciuto dalle immagini e dai testimoni. Ora gli investigatori stanno anche scavando per verificare se si sia trattato di un episodio isolato o se ve ne siano stati altri. E non a caso il questore Maurizio Improta lancia un appello ai cittadini: «Se qualcuno ha avuto la sensazione di essere stato infastidito con comportamenti simili contatti la questura: siamo pronti ad ascoltare le potenziali vittime con i genitori».