Grandi carnivori
lunedì 11 Settembre, 2023
di Redazione
Esultano, ma solo in parte, gli animalisti per la notizia di oggi, lunedì 11 settembre, sulla sorte dell’orsa F36. Sulla testa del plantigrado pendeva infatti un’ordinanza di abbattimento del plantigrado, a firma del presidente della Pat, Maurizio Fugatti. Per il Tar di Trento non può essere abbattuta ed è salva fino a prossima decisione. Il Presidente del Tar, Fulvio Rocco ha però disposto la cattura dell’orsa, che verrà rinchiusa al Casteller, in attesa della decisione che sarà presa nella Camera di Consiglio prevista per il 12 ottobre.
«Siamo estremamente felici di aver salvato F36 dall’esecuzione – dichiarano LAV, Lndc Animal Protection e WWF – anche se riteniamo non giustificato il ricorso alla sua cattura e traduzione nel carcere del Casteller, soprattutto leggendo le motivazioni addotte dallo stesso TAR».
Il decreto del Presidente del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, per gli animalisti, rappresenta in effetti una vera e propria svolta nella valutazione del rapporto tra umani e orsi in quella Provincia. E questo perché. al punto 2.2, si legge che «secondo la stessa ricostruzione dei fatti proposta agli agenti del Corpo Forestale Provinciale da parte delle due persone coinvolte, le stesse non si sono attenute alle regole ampiamente diffuse dalla stessa Amministrazione Provinciale in caso di incontri con orsi»: vengono così introdotti elementi di valutazione di quanto accaduto che non riguardano solo ed esclusivamente il comportamento dell’orso. Una sorta di «bilanciamento» nell’analisi dei fatti. Secondo quanto spiegato dagli animalisti le persone coinvolte nell’incontro «avrebbero reagito alla presenza dell’orsa accompagnata dal suo piccolo, in maniera errata perché, “anziché arretrare lentamente, si sono messi a correre, all’evidenza dimentichi che la velocità dell’orso è di gran lunga superiore a quella umana e che anche l’orso può agilmente arrampicarsi sugli alberi”. Alla luce di queste evidenze il Tar di Trento deduce che anche il primo incidente deve essere derubricato a falso attacco, come dimostrato dal comportamento dell’orsa che, una volta che la persona rifugiatasi sull’albero è caduta, si è allontanata senza aggredirla».
Dalla lettura del decreto Presidenziale emergerebbe anche una contestazione all’un utilizzo della documentazione scientifica da parte del governatore che, come il documento Ispra che analizza la popolazione di orsi trentini, attraverso «l’artato travisamento di determinate circostanze fattuali e l’arbitraria interpretazione delle norme contenute nel Pacobace in modo da sostanzialmente ricondurre qualsivoglia incontro casuale tra uomo ed orso ad un’ipotesi ex se legittimante l’abbattimento di quest’ultimo». E per gli animalisti questa è una conferma alle loro convinzioni in merito a una possibile «strumentalizzazione della questione legata alla sicurezza dei cittadini al solo scopo di ottenere consenso» affermano. «Non possiamo comunque accettare che l’orsa F36, che ora è radio-collarata e della quale se ne può quindi conoscere la posizione in ogni istante, venga catturata e rinchiusa al Casteller – concludono le associazioni – per questo motivo e con l’assistenza dei nostri legali Michele Pezone e Paolo Latrari stiamo già lavorando a una diffida perché l’orsa sia lasciata in libertà. La cattura con captivazione, stante anche l’interpretazione del giudice, non ha molto senso di essere applicata, anche considerate tutte le conseguenze del caso. Infatti, anche se si trattasse di una cattura con captivazione temporanea fino al 12 ottobre (data in cui il TAR si esprimerà in merito), le conseguenze sul benessere psico-fisico dell’animale e le conseguenti difficoltà per un reinserimento in natura dovrebbero essere tenute fortemente da conto. Un animale che viene rinchiuso un mese o più in un piccolo recinto rischia di sviluppare comportamenti stereotipati a causa dello stress. A questo va poi aggiunta la questione cucciolo». F36 ha con sé un cucciolo che avrebbe un’età in cui «la scomparsa temporanea o definitiva della madre potrebbe avere le stesse conseguenze che andiamo ipotizzando per i cuccioli di Amarena» concludono.