La questione
martedì 12 Settembre, 2023
di Donatello Baldo
Dopo il decreto del Tar che blocca l’abbattimento ma permette solo la cattura di F36, Fugatti non nasconde la sua irritazione. Anzi, in qualche modo va all’attacco: «Noi faremo immediato ricorso al Consiglio di Stato, seguendo il normale iter, e auspichiamo una veloce revisione del decreto emesso dal Tar», premette il presidente. Per poi entrare nel merito: «Stiamo parlando di un esemplare che si è reso protagonista di due diversi attacchi. E ora il percorso di abbattimento che avevamo intrapreso applicando la legge viene sospeso, ponendo quindi un grave problema di sicurezza pubblica». Il governatore non si capacita che per l’ennesima volta il tribunale amministrativo si sia messo di traverso: «Questa sentenza ci preoccupa per ordine e sicurezza pubblico, questo è un mondo alla rovescia». E chiede ora leggi speciali: «Non bastano quelle che ci sono, perché pur seguendo la norma, d’accordo anche con Ispra sulla pericolosità di questo esemplare, il Tar ha bloccato l’abbattimento. Ora aspettiamo il Consiglio di Stato, ma visti i precedenti qualcuno potrebbe già immaginare cosa succeda».
«L’orso non è un gatto»
L’esemplare era già stato catturato per essere radiocollarato: «E già allora non è stato semplice. Non è semplice far entrare un orso in un tubo, non è un gatto. E se in quella trappola è già entrato, potrebbe evitarla in futuro». Molto più semplice abbatterlo: «Ha aggredito due coppie di persone — spiega Fugatti — per noi e per Ispra è un orso estremamente pericoloso che mette a rischio sicurezza pubblica. Noi rispettiamo il decreto, ma la cattura chissà quando arriva, e in questo lasso di tempo si pone un problema di sicurezza pubblica».
«Mondo alla rovescia»
Fugatti torna a descrivere il «mondo alla rovescia»: «Abbiamo letto le motivazioni contenute nel decreto, e siamo rimasti alquanto perplessi. Sembra di capire che la colpa della prima aggressione di F36 sia dei due malcapitati che avrebbero dovuto sdraiarsi a terra e non correre via». Fugatti è allibito: «Ecco, io non ho mai avuto contatto diretto con un orso, ma non so se sia così semplice seguire le regole di comportamento indicate in quei casi». Se ci si spaventa, si corre a gambe levate. «Se non ti butti a terra sei tu che hai provocato l’orso? Ma è davvero il mondo alla rovescia». E ancora: «Sul caso dell’uomo che per sfuggire all’orso si è arrampicato sull’albero, tirato giù per le ghette degli scarponi, viene osservato che poi non c’è stata aggressione. Bontà sua», chiosa Fugatti. E aggiunge: «Leggendo il decreto di sospensione dell’abbattimento si capisce che la colpa è dell’imprudenza dei protagonisti. Colpa del runner, colpa di Andrea Papi», osserva amaro il governatore ricordando coloro che attribuivano la responsabilità al giovane della Val di Sole per essere stato ucciso da Jj4.
«Servono leggi speciali»
Ieri (lunedì 11 settembre, ndr) il governatore ha spiegato che «sono state applicate le leggi in vigore». Ma ha pure spiegato che queste leggi non bastano: «La mia ordinanza è stata fatta sulla base della legge del 2018, ordinanza che è stata avvalorata anche da Ispra che ha dato parere favorevole alla cattura. Ma nonostante questo, l’abbattimento è stato sospeso. Ora — prosegue Fugatti — pur riconoscendo a questa legge la sua importanza, ci sono delle lacune. Non nella legge, ma per come poi viene tutto impedito». Fugatti pone quindi la questione politica, che cade in tempo di campagna elettorale: «Se ci saremo ancora noi al governo del Trentino, su questo punto non ci fermeremo e continueremo a chiedere strumenti straordinari per intervenire sui grandi carnivori. Anche perché nel frattempo la situazione si è aggravata, ed ho sindaci che mi scrivono in continuazione, preoccupati per gli esemplari che arrivano fin nei centri dei paesi». E conclude: «Non possiamo aspettare un altro fatto grave, non deve morire un altro Andrea Papi per poter intervenire».
L'intervista
di Benedetta Centin
L'11 gennaio scorso l'operatrice olistica fu uccisa dall'ex compagno Igor Moser, padre dei suoi figli. «Non ci disse nulla per proteggerci. L'omicida? Rabbia»