politica
giovedì 10 Novembre, 2022
di Donatello Baldo
«Casa» perché dove c’è una casa c’è una comunità. «Autonomia» perché è lo strumento per valorizzare il Trentino. E i colori, le sfumature concentriche di giallo nel simbolo: «I colori del Trentingrana, del Trento doc e della mela golden». Oltre l’immagine, i contenuti di un progetto che per Paola Demagri e Michele Dallapiccola — i consiglieri provinciali usciti dal Patt in contrasto con la linea attendista del segretario Simone Marchiori — nascono da lontano: «Questo nuovo movimento è frutto di un percorso partito nel 2018 che ci ha collocati in un’area ben precisa, e in questa area noi rimaniamo. Noi — spiegano Demagri e Dallapiccola — saremo alternativi a questa maggioranza». Di più: «Siamo progressisti». E a differenza del Patt, che con Marchiori sembra prendere tempo e non decidere da che parte stare, loro hanno deciso: «Noi siamo nel campo progressista», dalla parte opposta dunque al centrodestra.
Martedì sera la firma dell’atto costitutivo, nasce quindi un’associazione che prenderà le forme di un movimento politico, non ancora un partito: «Durante la serata fondativa del nuovo movimento politico-sociale che abbiamo chiamato Casa autonomia.eu. abbiamo raccolto circa settanta adesioni», assicurano Demagri e Dallapiccola. Che aggiungono: «Possiamo anche contare su dieci amministratori», di cui due erano presenti ieri alla conferenza stampa. Si tratta dell’assessore alla Cultura del Comune di Arco Guido Trebo — «Ho aderito a questo progetto perché credo che sia necessario un autonomismo progressista» — e Cristiano Moiola, consigliere comunale a Mori: «Demagri e Dallapiccola hanno portatola loro idea ascoltando le persone e rispettando i territori. Aderisco a questo progetto portando anche la mia esperienza maturata nel Patt, ma con il desiderio di tornare protagonisti, cosa che purtroppo questo Patt non ha più. E diventare protagonisti — spiega Moiola — significa essere determinanti alle prossime elezioni provinciali».
La questione delle prossime provinciali pone però un problema: le Stelle alpine hanno già fatto sapere che non si siederanno mai a un tavolo dove sono seduti anche ex autonomisti fuoriusciti dal partito. A questo punto nemmeno si sa se il centrosinistra accoglierà la nuova formazione con grande entusiasmo, proprio per la paura di aprire a questi lasciando fuori di fatto quelli, e nel caso specifico il Partito autonomista che tutti stanno tirando per la giacchetta: «Se il Patt decidesse di sedersi al tavolo con la coalizione di centrosinistra — ammette candidamente Dallapiccola — siamo più che disposti a trovare un accomodamento. Avremmo infatti raggiunto lo scopo per il quale nasce questo movimento. Se succede — aggiunge — abbiamo fatto centro». E sull’imbarazzo del centrosinistra nel dover scegliere loro pur sapendo che diventerebbero potenziale ostacolo all’avvicinamento con gli autonomisti, la massima cortesia: «Attendiamo che il tavolo faccia le sue valutazioni».
Il primo effetto della costituzione della nuova formazione politica è però sul piano istituzionale. Demagri e Dallapiccola usciranno dal gruppo del Patt in consiglio provinciale e aderiranno al gruppo Misto: «Avremmo potuto cambiare nome al gruppo», obbligando così l’altro autonomista Lorenzo Ossana a transitare lui verso il Misto. «Questo — aggiungono — avrebbe però comportato la sparizione del Patt dal Palazzo Trentini e non sarebbe
stato giusto».