la storia
martedì 12 Settembre, 2023
di Davide Sgrò
Hanno 22 e 23 anni e il 25 settembre partiranno alla volta di Erbil, nel Kurdistan iracheno, per mettersi in gioco e «crescere umanamente in un confronto reciproco con i giovani iracheni». Lì Erica Michelon e Giuseppe Franceschi, due giovani lavisani cresciuti all’interno dell’oratorio Don Celestino Brigà, saranno ospiti insieme ad altre quattro ragazze di Miriam Ambrosini, volontaria di Terre des Hommes che da otto anni vive lì. A Erbil l’associazione opera dal 2014 organizzando e gestendo programmi di educazione e animazione doposcuola per offrire aiuto a bambine e bambini rifugiati, vittime dei conflitti in corso. E proprio in quest’ambito si spenderanno anche Erica e Giuseppe: «Collaboreremo all’interno dei centri diurni dell’associazione supportando la ripartenza dell’anno scolastico di bambini e ragazzi dai 4 ai 17 anni».
Erica tra pochi giorni conseguirà la laurea triennale in statistica presso la Bicocca, mentre Giuseppe è uno studente di medicina, sempre a Milano. Qui, attraverso l’azione cattolica ambrosiana (per cui sono responsabili di un gruppo giovani), a inizio anno hanno ricevuto la proposta di partire per l’Iraq. «La prima emozione è stata di grande entusiasmo – racconta Giuseppe –, è l’entusiasmo di chi ama viaggiare, venire a contatto con mondi e culture differenti, toccare con mano ciò che si conosce poco e di cui si sente parlare in maniera fugace, magari tramite i veicoli dell’informazione di massa; è l’entusiasmo di poter mettere a disposizione del tempo per portare il proprio bagaglio personale, composto da esperienza (poca) ed euforia (tanta), all’interno di una realtà diversa, con la consapevolezza che molto spazio in valigia va lasciato libero per poterci conservare quanto si imparerà lì, al fine di riportarlo indietro». «Sono emozionatissima – aggiunge Erica –. Nel mio piccolo cercherò di trasmettere tutto ciò che ho imparato in più di dieci anni di animazione estiva in oratorio ai bambini, ma anche agli adulti, facendo vedere che il volontariato esiste ed è possibile. Siamo tutti pronti a partire per questa esperienza che ci permetterà di aiutare ma allo stesso tempo imparare tanto».
Per supportare questa esperienza, i giovani volontari hanno attivato dei profili sul sito Fundraiser, dove vengono raccolte le donazioni per finanziare la missione e il materiale scolastico che porteranno con loro. Le donazioni dei singoli profili vengono incanalate nel progetto «Sei volontari a Erbil». L’obiettivo era di raggiungere i settemila euro, e ce l’hanno fatta: ad oggi, con 114 donatori, sono stati raccolti 7.114 euro. Al progetto ha contribuito anche la comunità di Lavis a cui nei giorni scorsi, in occasione dei festeggiamenti per la Madonna, Erica e Giuseppe hanno presentato il proprio progetto, riscuotendo molto successo in fatto di donazioni, segnale del fatto che i lavisani hanno a cuore non solo il mondo del volontariato, ma anche quello missionario che da sempre supportano. Questa è stata la proposta che i due avevano lanciato alla loro comunità attraverso una locandina: «Aiutateci a raggiungere Erbil e a riempire la valigia con più cose utili possibili, soprattutto materiali e fondi da destinare al centro di Terres des Hommes. Noi, durante il viaggio e una volta tornati, ti daremo testimonianza di quanto fatto e imparato, cosicché ti senta anche tu pienamente parte del progetto di volontariato a Erbil. Qualsiasi donazione, anche la più piccola, è un’iniezione di fiducia per noi volontari e un concreto aiuto per i bambini e le famiglie del campo».
Di fatto, questa esperienza di volontariato a Erbil costituirà per l’Azione cattolica ambrosiana un campo zero: per questo motivo i giovani saranno supportati economicamente anche dalla Fondazione, per far sì che anche in futuro i giovani della diocesi di Milano abbiano l’opportunità di conoscere e confrontarsi con una realtà molto diversa da quella a cui siamo abituati nel nostro quotidiano, ma che negli ultimi anni è stata spesso al centro del dibattito internazionale. Per i sei partecipanti, il viaggio sarà l’occasione per conoscere meglio il mondo musulmano e la realtà dei rifugiati, de-costruendo molti pregiudizi della cultura occidentale come spesso sentiamo ai telegiornali.
Erica e Giuseppe, che in Iraq rimarranno due settimane, incarnano insomma lo spirito del volontariato, quello che si dona con gratuità, senza voler niente in cambio. Partono pieni di domande ma con tanta voglia di fare, nella certezza che comunque vada, faranno del bene a chi, probabilmente, sta meno bene di noi. Incontreranno giovani rifugiati che troppo spesso nella nostra quotidianità ignoriamo, pensando che facciano parte di un mondo lontano dal nostro, che non ci appartiene: incroceranno volti, ascolteranno storie, si immergeranno in una cultura totalmente diversa e ne faranno tesoro per tutta la vita.