il verdetto

mercoledì 13 Settembre, 2023

La Marmolada resta trentina. La contesa con il Veneto durava da 41 anni

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La Corte d’Appello di Roma ha respinto il ricorso di Rocca Pietore

Era il 1982 quando Pertini assegnò la linea di demarcazione del ghiacciaio della Marmolada al Trentino. Fino al 1911 era stato di competenza veneta. Dopo quarantuno anni di controversia, i giudici danno ragione alla provincia autonoma. La Corte d’Appello di Roma ieri ha emesso una sentenza che stabilisce che il ghiacciaio della Marmolada rimarrà sotto la giurisdizione del comune di Canazei, in Trentino, respingendo così il ricorso presentato dall’amministrazione comunale di Rocca Pietore, situata nella provincia di Belluno. Il comune di Rocca Pietore cercava di rivendicare l’uso civico del ghiacciaio, ma la decisione dei giudici romani pone fine a una lunga disputa legale durata 41 anni.
La radice di questa controversia sulla «proprietà» del ghiacciaio della Marmolada risale al 1982. È intricata e ha coinvolto negli anni vari attori e istituzioni. Oltre 40 anni fa, l’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, confermò e ratificò la linea di demarcazione assegnata al Trentino dopo una sentenza emessa dalla Commissione internazionale incaricata di definire i confini tra Italia e Austria. Questa sentenza attribuì la giurisdizione del ghiacciaio al Trentino, nonostante il comune di Rocca Pietore avesse detenuto il controllo del ghiacciaio fino al 1911.
La controversia non riguardava solo una questione di confini amministrativi, ma anche l’uso civico del territorio. Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, aveva chiarito che l’obiettivo del comune non era soltanto quello di rivendicare la giurisdizione, ma piuttosto garantire l’accesso civico all’area.
La Corte d’Appello di Roma, dopo una lunga e attenta analisi delle argomentazioni presentate da entrambi i Comuni, ha emesso una sentenza che respinge il ricorso presentato dal comune bellunese. Questa decisione stabilisce che il ghiacciaio della Marmolada rimarrà sotto la giurisdizione del Trentino. La sentenza della Corte d’Appello segna così la fine di questa lunga e complessa controversia legale, chiudendo anche un capitolo di storia che ha coinvolto diverse istituzioni e ha suscitato dibattiti e tensioni tra le comunità interessate.
Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, ha dichiarato più volte l’intenzione di voler rivendicare l’uso civico del territorio. L’uso civico richiama diritti spettanti a una collettività delimitata territorialmente che vengono esercitati nell’utilizzo di terreni agro-silvo-pastorali per far fronte a bisogni essenziali della collettività. Tuttavia, la sentenza della Corte d’Appello ha chiuso la porta al comune veneto.