Lo scontro
mercoledì 13 Settembre, 2023
di Redazione
Uno scambio che porterebbe nelle casse di una società privata alcuni milioni di euro. Questa l’accusa del comitato No Tav Mattarello Attiva nei confronti della società Acquaviva srl, del comune di Trento e della Provincia sulla possibilità di trasformare 7,5 ettari di bosco a Mattarello in vigneto. Un accusa circostanziata secondo gli attivisti del comitato che annunciano «un esposto alla Magistratura, evidenziando come detto protocollo produca un ingiustificato “guadagno” per la Acquaviva srl».
L’antefatto
I fatti denunciati dal comitato risalgono alla delibera provinciale del 24 giugno 2022 in cui la giunta approvava «lo schema di protocollo d’intesa denominato Accesso sud alla galleria di base del Brennero», stipulato tra «Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento e Acquaviva Società Agricola S.r.l», scrive il comitato. L’articolo 2 del protocoll recita: «La Provincia Autonoma si impegna: ad avviare e concludere in tempi compatibili con l’opera la procedura autorizzativa della trasformazione agraria delle aree boschive di proprietà Acquaviva srl identificate nell’ Allegato sub-lettera A». Sempre l’articolo 2 impegnerebbe il comune di Trento «a sottoscrivere con Rfi un impegno per “realizzare la strada di accesso e l’esbosco dell’ area individuata in accordo con Acquaviva srl, per il deposito del terreno, ora bosco, di proprietà di Acquaviva Srl». Scrive il comitato che «nulla di simile è previsto o è stato proposto e offerto agli altri soggetti espropriati, nonostante l’opera sia presentata come mitigazione degli effetti sulle aree agricole di Mattarello della realizzazione della circonvallazione». Secondo i calcoli del comitato «a Acquaviva srl oltre al ristoro degli espropri (in media 17 euro a metro quadro, ovvero 170.000 euro ad ettaro), delle occupazioni di urgenza, delle mancate produzioni, ed al reimpianto delle viti post opera. Per aver acconsentito di utilizzare le proprie aree, si vedrà trasformati almeno 7,5 ettari di bosco in aree agricole di pregio ( decuplicandone l’attuale valore economico) ed incasserà, sempre da RFI, non solo i terreni per la rimodellazione territoriale della aree oggi a bosco, ma anche il ristoro economico relativo al deposito sulle aree in oggetto di almeno 300.000 metri cubi di smarino, prodotti dallo scavo della galleria». Secondo il comitato l’azienda non dovrà nemmeno «accollarsi l’onere della realizzazione della strada per conferire il materiale nel pianoro, sarà RFI a realizzarla tramite il Comune di Trento». Secondo gli attivisti la cosa grave sarebbe che «Provincia e Comune garantiscono il cambio di destinazione d’uso dell’area a bosco in area agricola prima che su detta eventualità si pronuncino gli uffici competenti». È sulla base di queste conclusioni che il comitato ha annunciato che «gli scriventi inoltreranno nei prossimi giorni un esposto alla Magistratura»
Facchin: «Difese le colture»
L’assessore alla mobilità del comune di Trento, Ezio Facchin, respinge le accuse del comitato. «Sono ovviamente liberi di fare quello che vogliono. Ma vorrei ricordare che il protocollo approvato ha permesso di salvare i campi degli agricoltori a Trento sud concentrando l’area di cantiere in una singola zona. Altrimenti il deposito di materiali avrebbe invaso mezza campagna a Mattarello». Respinte anche le accuse di scambio. «Loro (l’azienda Acquaviva, ndr) hanno presentato un progetto alla Provincia. C’è una legge che prevede questo e sarà valutata la richiesta. Nessuno ha mai parlato di scambio, non siamo mica nel Trentino feudale che ci si scambia la terra».
Gli incontri
Intanto giovedì e venerdì si annunciano giornate dense di informazioni sui. A Mattarello e poi a Piedicastello Rfi presenterà i progetti esecutivi degli imbocchi sud e nord.
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