Grandi carnivori
giovedì 14 Settembre, 2023
di Simone Casciano
Bicchiere mezzo pieno, ma anche mezzo vuoto. Con lo sguardo pragmatico del governatore, Maurizio Fugatti osserva e commenta il rapporto Ispra sullo stato di conservazione dell’orso in Trentino e sugli effetti che differenti livelli di rimozione avrebbero sulla conservazione della specie. Il documento è in possesso della Provincia già da alcuni mesi, ma è stato portato all’attenzione del pubblico su il «T» di ieri. Si tratta di un passo avanti nei ragionamenti sulla gestione della specie in un momento in cui si vede un rinnovato interesse sulla questione. Nella giornata di ieri infatti anche in parlamento europeo, su richiesta dell’europarlamentare Svp Herbert Dorfmann, si è tenuto un dibattito sul tema del lupo, dei grandi carnivori e del loro status di protezione nell’Unione.
Presidente cosa ne pensa del rapporto Ispra?
«Sono pragmatico. Da una parte si tratta sicuramente di un passo avanti. È la prima volta che Ispra riconosce che c’è un numero di esemplari che si può prelevare senza danneggiare la conservazione della specie. Dall’altra trovo le stime non sufficienti, noi abbiamo bisogno di rimuovere più di 8 esemplari all’anno».
Siamo lontani dai 70 orsi stimati da lei.
«Lontanissimi. Però non era scontato che Ispra scrivesse quanto scritto. Loro fanno una valutazione scientifica, noi una di sicurezza delle persone. Poi se non se ne possono rimuovere più di 8 ci dicano dove mettere gli altri».
Si tratta di un equilibrio delicato. Basta poco per arrivare all’estinzione.
«Da un punto di vista scientifico sì. Francamente però per noi ora il rischio più importante non è l’estinzione della specie, ma la sicurezza delle persone. C’è un dato scientifico e uno di sicurezza. Dobbiamo riconoscere il passo avanti, ma continuare a lavorare sulle nostre priorità: tutelare la sicurezza pubblica».
Anche in Europa si parla?
«Sì, ma noi non possiamo permetterci di aspettare i tempi dell’Europa. Dobbiamo muoverci prima per evitare altri fatti gravi».
Piani di gestione, serve aggiornare il Pacobace?
«Lo si può fare, ma quello darebbe una risposta per l’aspetto di gestione dell’orso, non della sicurezza pubblica. È un aspetto che va oltre i piani di gestione. Il Pacobace non prevede, ad esempio, la rimozione degli orsi che si aggirano in paese e questo per noi è un problema. Li considero due fronti diversi. Il nostro problema ora è che viviamo in una situazione di irrazionalità. Anche ora che Ispra dà l’ok per la rimozione di F36 ci troviamo frenati dai tribunali amministrativi. Lo stato da l’ok e il tribunale dice no».
Secondo l’ex governatore Rossi è stato un errore fare un’ordinanza che prevedesse solo l’abbattimento e non la cattura.
«Non è vero perché su Mj5 il Tar ci aveva dato ragione, mentre fu il Consiglio di Stato a fermarci. La legge 9 del 2018 è una buona legge per la gestione ordinaria, quando si ha a che fare con solo un esemplare problematico. Ma noi adesso abbiamo molteplici situazioni da gestire: F36, Mj5, l’orso che si avvicina alle case a Stenico, quello a Dimaro e quello in Valle Laghi. Non possiamo dover utilizzare quella legge per ogni caso specifico. Ci sono troppi passaggi».
La legge non basta, aggiornare il Pacobace non è una priorità. Cosa chiede allora?
«Io non credo che chi ha voluto Life Ursus e Pacobace immaginasse questa situazione, quindi ora manca lo strumento straordinario adeguato per gestirla. Quindi ora dobbiamo immaginare questo strumento necessario a far fronte a una situazione straordinaria. Ci dicevano che l’orso non avrebbe mai ucciso nessuno, sappiamo ora che non è così e ci servono gli strumenti adatti. Qui non parliamo più di qualche caso isolato come negli anni passati. Abbiamo tanti casi: un’orsa che ha ucciso al Casteller, due che hanno aggredito da catturare, e non è affatto facile, e altri orsi che si avvicinano alle case da tenere sotto controllo».
Quindi cosa vuole?
«Voglio che l’orso che si avvicina alle case possa essere abbattuto, senza che dobbiamo aspettare che ci sia un attacco. Non abbiamo tempo di aspettare il Pacobace, la Direttiva Habitat e tutto il resto. A noi serve una legge che ci consenta di abbattere F36 senza diventare matti. Perché questo è un problema di sicurezza pubblica. Se si avvicina alle case voglio poterlo rimuovere, perché più si avvicina più perde la diffidenza dall’uomo e diventa pericoloso. Questa non è gestione ordinaria è sicurezza pubblica».
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