Lo studio
giovedì 14 Settembre, 2023
di Sofia Farina
In Europa il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità delle ondate di calore, che, a loro volta, stanno avendo degli effetti negativi sulla qualità dell’aria, aumentando i livelli di inquinamento. Questi, in estrema sintesi, i principali risultati esposti nel bollettino di settembre dell’organizzazione meteorologica mondiale (Omm, in inglese World meteorological organization: Wmo).
Effetti su salute e agricoltura
«Le ondate di calore peggiorano la qualità dell’aria, con effetti a catena sulla salute umana, sugli ecosistemi, sull’agricoltura e sulla nostra vita quotidiana – ha dichiarato il segretario generale dell’Omm Petteri Taalas –. I cambiamenti climatici e la qualità dell’aria non possono essere trattati separatamente. Vanno di pari passo e devono essere affrontati insieme per spezzare questo circolo vizioso». La qualità dell’aria e il clima sono interconnessi, perché le specie chimiche che influiscono su entrambi sono interconnesse e i cambiamenti nell’una causano inevitabilmente cambiamenti nell’altra.
Le attività umane che rilasciano gas serra a lunga vita nell’atmosfera portano anche all’aumento delle concentrazioni di inquinanti come ozono e particolato sottile. Ad esempio, la combustione di combustibili fossili, una delle principali fonti di anidride carbonica, emette anche ossido di azoto nell’atmosfera, che può portare alla formazione di ozono e aerosol di nitrati, che sono degli inquinanti. Allo stesso modo, alcune attività agricole, tra le principali fonti di produzione del metano (un altro dei gas climalteranti) emettono ammoniaca, che forma aerosol di ammonio. A loro volta, gli inquinanti atmosferici, dopo un certo periodo di tempo passato nell’atmosfera, si depositano sulla superficie terrestre e in questo modo la qualità dell’aria a sua volta influisce sulla salute dell’ecosistema. La deposizione di azoto, zolfo e ozono può influire negativamente sui servizi forniti dagli ecosistemi naturali, come l’acqua pulita, la biodiversità e l’immagazzinamento del carbonio, e può avere un impatto sui raccolti nei sistemi agricoli.
L’ultimo report dell’Omm
La novità dell’ultimo report dell’Omm è relativa alla connessione delle concentrazioni delle specie chimiche che sono dannose per l’ambiente – con l’effetto serra – e per la nostra salute – come inquinamento – con le ondate di calore. Infatti, nelle ultime estati abbiamo dovuto affrontare delle ondate di calore sempre più frequenti, intense e durature. L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa e «quello a cui stiamo assistendo nel 2023 è ancora più estremo di quanto osservato lo scorso anno. Luglio è stato il mese più caldo mai registrato, con un caldo intenso in molte parti dell’emisfero settentrionale, che è continuato fino ad agosto», ha dichiarato Taalas.
La situazione in Trentino
In Trentino, la temperatura media mensile di agosto è stata di ben 2,1 °C superiore alla media storica, con 16 giorni consecutivi con temperatura massima superiore a 30 °C, un valore secondo solamente all’agosto del 1971, con 18 giorni consecutivi. Senza dimenticare le numerose allerte della protezione civile trentina proprio per le alte temperature che ci hanno accompagnati durante tutta la stagione estiva (che tarda ancora a concludersi).
Più particolato sottile e ozono
I ricercatori hanno evidenziato la connessione tra le lunghe ondate di calore dello scorso anno con un aumento del particolato sottile e dell’ozono vicino alla superficie terrestre, entrambi dannosi per la nostra salute e per la produzione agricola. Tra le cause di questi aumenti, sono state evidenziate l’accelerazione dei processi chimici in atmosfera, l’aumento del numero di incendi, che rilasciano grandi quantità di particolato in aria e la siccità che permette al particolato di rimanere in atmosfera per tempi più lunghi prima di depositarsi a terra. Le ondate di calore influenzano le reazioni chimiche in fase gassosa e il più delle volte portano a un aumento delle concentrazioni di ozono. Questo è stato dimostrato, in particolare, dall’ondata di calore che ha colpito quasi tutta l’Europa nel luglio del 2022. Durante tale ondata, le anomalie di temperatura e il superamento delle soglie di sicurezza fissate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per le concentrazioni di ozono, sono state osservate, in coordinazione quasi perfetta, man mano che l’ondata di calore si spostava sul continente nell’’arco di dieci giorni.
L’impatto degli incendi
«Le ondate di calore e gli incendi sono strettamente collegati – ha spiegato Lorenzo Labrador, responsabile scientifico dell’Omm –. Il fumo degli incendi selvaggi contiene un miscuglio di sostanze chimiche che non solo influisce sulla qualità dell’aria e sulla salute, ma danneggia anche le piante, gli ecosistemi e le colture e porta a maggiori emissioni di carbonio e quindi a un aumento dei gas serra nell’atmosfera». Tra gli eventi più significativi riportati nel bollettino dell’Organizzazione meteorologica mondiale, anche le intrusioni di sabbia del Sahara che hanno caratterizzato l’area mediterranea e tutta la penisola italiana portando l’esposizione al particolato sottile di grandi fasce della popolazione a livelli pericolosi.
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