Il caso
giovedì 14 Settembre, 2023
di Redazione
«Credo che il grido d’allarme lanciato dal rettore Flavio De Florian vada preso molto sul serio. Perché l’Università di Trento è stata uno dei fattori decisivi dello sviluppo urbano e provinciale di questi ultimi decenni. Ed è il nostro futuro, tanto più che si tratta di un ateneo di prim’ordine, tra i migliori d’Italia. Anche grazie all’università, Trento oggi non è più periferia, perché qui, in loco, ci sono professori, ricercatori e studenti che vanno al cuore delle questioni della nostra epoca: l’intelligenza artificiale la biomedicina, le neuroscienze, le disparità sociali ed economiche, la crisi climatica, l’ibridazione culturale. Grazie all’Università, Trento è stata capace di coltivare un’autonomia di pensiero senza la quale, come ben sapeva Bruno Kessler, è in pericolo anche l’autonomia politica».
Lo dice il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, all’indomani dell’appello del rettore dell’Università alle forze politiche affinché «l’ateneo venga preso sul serio con lo stanziamento di più risorse». Ianselli aggiunge che «l’Università ha portato alla città e al Trentino una serie di benefici non certo trascurabili: per esempio l’incremento dell’offerta culturale, la capacità di attrarre nuovi residenti, la crescita dell’economia che gravita attorno ai servizi per l’ateneo, dalla residenza al tempo libero, l’aumento dei posti di lavoro qualificati, la disponibilità in loco di giovani altamente specializzati che costituiscono una risorsa preziosa per il tessuto economico provinciale». Secondo il sindaco «le ricadute degli investimenti sulla nostra Università sono tante e ormai irrinunciabili. Far mancare le risorse necessarie all’ateneo, risorse non solo per pagare le bollette, ma anche per crescere, significherebbe sabotare uno dei principali motori del nostro sviluppo. Risultato che dobbiamo scongiurare a tutti i costi».