Il caso
venerdì 15 Settembre, 2023
di Redazione
«Ho cominciato ad annusare qualcosa quando ho letto dai giornali che non sarei stato nei piani della Juventus, finché Manna e Giuntoli sono venuti a casa mia il 13 luglio umiliandomi, perché alla fine è stata una umiliazione, e mi hanno detto che non avrei più fatto parte della Juventus e della rosa, e che anzi mi davano la possibilità di rimanere a casa altri giorni perché la mia presenza in campo e nello spogliatoio avrebbe ostacolato la crescita della squadra».
Leonardo Bonucci nell’anticipazione di una intervista rilasciata a Sport Mediaset racconta la sua versione dei fatti dell’addio ai bianconeri, che l’hanno messo fuori rosa questa estate. E non risparmia bordate al suo ex club, dopo aver già deciso di adire le vie legali sulla vicenda. «Ho letto e sentito tante cose non vere, società e allenatore hanno detto che mi avevano messo a conoscenza della situazione ad ottobre dello scorso anno, non c’è cosa meno vera visto che proprio a ottobre mi è stata data la possibilità di continuare con la Juve per la stagione 2023/24 con un rinnovo – ha spiegato il difensore passato all’Union Berlino – Poi ho sentito dall’allenatore (Allegri, ndr) che a febbraio mi era stato comunicato di nuovo che non avrei più fatto parte della Juve. Ma io non ho avuto nessun colloquio con la società in quella data».
«È la seconda volta che mi trovo costretto a lasciare la Juventus, in entrambi i casi per la presa di posizione di un singolo, che non sono io… Quello che è sotto gli occhi di tutti è che non ho mai avuto un rapporto come avrei voluto con l’allenatore», ha detto il giocatore attaccando, pur senza citarlo, Massimiliano Allegri. «Non solo per colpa mia, perché ho il mio carattere e molto spesso ho preso posizioni per il bene della squadra e dei compagni. Si è così creato un corto circuito che non mi ha permesso di chiudere la carriera come avrei voluto. Mi ha fatto sorridere Pirlo, che mi ha detto che magari potrebbe succedere come a lui: continuare a vincere da un’altra parte dopo che ti danno per finito (ndr, Pirlo lasciò il Milan di Allegri nell’estate 2011 perché l’allenatore non credeva in lui) – ha proseguito il difensore dell’Union Berlino -. Ho sentito anche Chiellini, con cui ho un rapporto fraterno e pure Buffon che voleva sentire la mia verità, diversa da quella scritta dai giornali».
«Ho apprezzato la solidarietà di tanti giocatori, anche attuali, della Juve e di altre società. Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso della società», ha aggiunto. A proposito del suo futuro «quando deciderò di cominciare ad allenare, ho bene in mente il mio percorso, quello che voglio fare. Sicuramente la Juventus quando sarò un tecnico non sarà quella di oggi e magari ci sarà il modo, un giorno, di riabbracciare i tifosi, di salutarli e fargli capire quanto è stata importante la Juventus per me – ha concluso -. Quella di oggi non la sento mia».