ecosistema
sabato 16 Settembre, 2023
di Redazione
La formica di fuoco, una delle specie più invasive al mondo, è arrivata anche in Italia, dopo aver già conquistato buona parte del globo: 88 nidi sono stati individuati in Sicilia, vicino Siracusa, e si tratta del primo avvistamento ufficiale per l’Europa.
L’allarme arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Current Biology e guidato dall’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, e al quale hanno collaborato anche l’Università di Parma e l’Università di Catania.
Conosciuta anche come formica guerriera, la specie Solenopsis invicta può diffondersi in maniera estremamente rapida, in Italia come nel resto del continente, con impatti notevoli sugli ecosistemi, agricoltura e la salute umana.
«I principali tipi di danni per l’uomo riguardano le apparecchiature elettriche e di comunicazione, e l’agricoltura», dice all’ANSA Mattia Menchetti dell’Ibe, che ha guidato lo studio. Questa specie di formiche «ha anche un importante impatto sugli ecosistemi naturali: è infatti un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Inoltre – aggiunge il ricercatore italiano – grazie al veleno contenuto nel loro aculeo e alle colonie che possono raggiungere centinaia di migliaia di individui, possono avere un impatto anche su animali giovani, deboli, o malati».
La formica di fuoco deve il soprannome alla sua caratteristica più nota: le sue punture sono molto dolorose e possono causare anche gravi reazioni allergiche. Sebbene sia originaria del Sud America, questa specie si è diffusa rapidamente, spostandosi con il vento e con l’aiuto degli esseri umani, che hanno contribuito attraverso il commercio marittimo e il trasporto di prodotti vegetali: al momento si può trovare in Australia, Cina, Caraibi, Messico, Stati Uniti ed infine in Europa dove è sbarcata di recente.
I primi passi per cercare di fermare l’invasione in Italia sono già in atto. «È in corso la pianificazione dell’eradicazione ed il monitoraggio della specie da parte della Regione Sicilia – afferma Menchetti – e il team di ricerca ha dato la propria disponibilità nel ruolo di consulente scientifico. La partecipazione dei cittadini nella segnalazione della possibile presenza di S. invicta potrebbe essere un aiuto prezioso per coprire un’area più grande, sia attraverso i canali ufficiali che attraverso piattaforme di Citizen Science».
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