Sanità
mercoledì 20 Settembre, 2023
di Davide Orsato
Più pazienti per tutti. Medici di lungo corso, ma anche specializzandi della scuola provinciale. Tutti in trincea, come già capitato, per altri motivi a loro e ai colleghi ospedalieri durante la pandemia. Il nuovo accordo tra Provincia e sindacati di medici di base (Smi, Fimmg, Snami e Cisl Medici) porta a una lunga serie di novità, alcune attese da decenni. La più rilevante riguarda il massimale, cioè il numero di pazienti che ogni professionista può seguire. Attualmente è di 1.500, con deroghe fino a 1.600, il nuovo accordo lo fa salire fino a a 1.800 nelle aree carenti.
Giovani specializzandi
Da tempo la sanità territoriale trentina fa affidamento anche sui giovani freschi di laurea che si stanno specializzando in medicina generale. Naturalmente, in modalità part time, dato che parte della loro giornata è dedicata alla formazione. Finora potevano seguire 650 pazienti, dal primo ottobre, ossia da quando entrerà in vigore il nuovo accordo ne potranno seguire fino a mille, ovvero il quantitativo che, fino a qualche anno fa, aveva solitamente un medico di base già specializzato. È la risposta a un’emergenza presente ormai da qualche anno e che si è acuita negli ultimi mesi. La causa è nota: scarso ricambio, anche a causa di un’errata programmazione e un’intera generazione di medici che sta andando in pensione.
Tamponi «gratuiti»
Non si tratta, però, dell’unica novità contenuta nell’accordo. Il documento, firmato, per conto della provincia, dal dirigente generale della sanità, Giancarlo Ruscitti, prevede anche un nuovo tariffario per le attività di laboratorio. Le retribuzioni ai medici erano ferme da ben trent’anni: era il 2003: l’euro era appena stato introdotto. I medici avevano chiesto un aumento del 50 per cento; alla fine l’accordo si è chiuso su un più 30 per cento. Qualche esempio: una prima medicazione verrà pagata 15,49 euro, un’iniezione 9,21, un elettrocardiogramma 33,57 euro. Contestualmente verranno eliminate alcune prestazioni che, da tempo, vengono svolte prevalentemente in ambiente ospedaliero. La novità importante, per i cittadini, riguarda i tamponi diagnostici, inseriti nel tariffario: verranno retribuiti 15,49 euro a prestazione. Ciò significa che gli utenti non dovranno più pagarli, almeno direttamente: saranno a carico della Provincia. Cambiamenti in arrivo anche per la somministrazione dei vaccini non obbligatori: arriveranno direttamente in ambulatorio, risparmiando così ai medici i «viaggi» per procurarselo. Rafforzamenti, infine, anche per quanto riguarda il personale infermieristico e di segreteria associato agli ambulatori.