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venerdì 11 Novembre, 2022
di Redazione
Si è fermata solo nel 2020, tempo di Covid, e pure con qualche polemica. Poi lo scorso anno si è limitata all’accensione dei fuochi, evitando l’assembramento di migliaia di persone sulla piazza di Predazzo. È la festa di S. Martino che quest’anno ritorna quest’oggi venerdì 11 novembre in tutta la sua spettacolarità e con tutto il frastuono che la caratterizza.
I fuochi di S. Martino di Predazzo sono probabilmente l’evento folclorico più significativo della valle e si rinnova ogni anno, conservando nella sostanza i caratteri originari e lasciando all’evoluzione tecnologica solo i materiali per accenderli e gli strumenti per fare baccano.
Don Lorenzo Felicetti a inizio ‘900 parla di «fanciulli maschi di Predazzo…provvisti di scope, fascinelle, fascetti di legni sottili spalmati di “pegola” o petroli…dando miccia alle scope, ai fascetti, alle fascinelle, e agitandole in moto circolare». Ora non ci sono più le scope agitate per far faville, ma le torce elettriche, e le pire di legna sono sempre più alte (e più belle) e imbevute da ettolitri di benzina che alle 8 di sera (un tempo al suono dell’Ave Maria) si accenderanno all’unisono in cinque siti diversi attorno a Predazzo, corrispondenti ai rioni di Ischia, Sommavilla, Piè di Predazzo, Molin, e Birreria. E il baccano, a dire il vero, non è più limitato ai campanacci attorno alla vita, che caratterizzano comunque l’orda di giovani che scende dai fuochi e sfila in paese, ma ogni artifizio è utile a far decollare i decibel. Ciò che indubbiamente è rimasto è lo spirito che anima le centinaia di ragazzi che già ai primi di ottobre iniziano a costruire cataste altissime da bruciare in pochi minuti per poi scendere con i campanacci alla vita e sfilare per le vie del paese per ritrovarsi in piazza per l’assordante concerto finale.
I fuochi di S. Martino sono una tradizione abbastanza diffusa in Germania ed altri paesi mitteleuropei. Meno in Italia dove, oltre a Predazzo, si ha notizia di analoghi fuochi in Abruzzo.
I fuochi sono anche l’occasione di una sfida fra rioni per la fiamma più alta o il botto più forte. Da qualche anno però, pare che la competizione riguardi soprattutto la costruzione della pira. La tradizionale pira conica ha lasciato infatti il posto a soluzioni creative davvero interessanti, frutto di settimane di lavoro che questa sera (11 novembre) alle 20 andranno letteralmente in fumo. Dalla potenza di fuoco alla creatività. In serata, inoltre, nella piazza si troveranno cibi caldi e bevande, prima e durante la sarabanda finale, a cura del Comune e del Cml. «God save San Martin», come recita la locandina che annuncia la festa. F.M.
Val di Fassa
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L’artigiano, 85 anni, una vita tra laboratorio e negozio: «Mastico legno da quando ho 5 anni e faccio di tutto. I giochi che realizzo durano una vita: cominciai riproducendo una trottola vista in Austria»