Val di Fassa
domenica 24 Settembre, 2023
di Benedetta Centin
A dicembre 2020, in periodo di lockdown, quando si poteva uscire di casa con determinate prescrizioni, un gruppo di adolescenti della val di Fassa, sci ai piedi, facendo fuoripista a Canazei, era arrivato fino a una vecchia abitazione sulla strada che va verso il bosco, verso il Pordoi. Casa in cui i giovani si sono arrogati il diritto di entrare, scardinando la porta. E una volta dentro hanno devastato tutto: sventrato e rotto la mobilia; mandato in frantumi piatti, vetri e finestre; lanciato fuori dall’abitazione lampadari, cassetti e, tra gli altri, elettrodomestici. Tra questi il frigorifero, gettato dal balcone assieme ad altri voluminosi e pesanti oggetti. Come televisore e mobile, fatti volare però da una finestra. E questo non senza lordare di urina il divano o vomitare nelle stanze. Il tutto consumato da diversi ragazzi — alcuni dei quali pare in balia dei fumi dell’alcol — in almeno altre due occasioni, tra dicembre 2020 appunto, gennaio e aprile 2021. Ingenti i danni che avevano lasciato allora, quantificati dai proprietari dell’immobile in ristrutturazione in oltre 130mila euro. E non c’è solo il conto economico ma anche un procedimento penale che è stato aperto dalla Procura dei minori di Trento che ha indagato il gruppo di under 18.
Tradito dal selfie su Facebook
Diciassette in tutto gli adolescenti, di Canazei e dintorni, all’epoca dei fatti studenti tra i 14 e i 16 anni, che erano stati iscritti sul registro degli indagati, accusati di aver rotto, in giornate diverse, qualunque cosa si trovasse dentro l’abitazione, accanendosi anche sugli infissi. I ragazzi allora erano stati identificati attraverso un selfie che uno di loro — e cioè il promotore, colui che aveva sfondato la porta facendo strada agli amici — si era scattato in quella casa messa a soqquadro e sfasciata. Foto che ha poi condiviso sui social. Ed è stato un autogol. E da lui poi gli inquirenti sono risaliti al resto della banda. A quanto pare proprio questo ragazzo avrebbe convinto gli amici ad entrare e distruggere qualunque cosa in quell’abitazione di tre piani in apparente stato di abbandono, in cui erano stati interrotti, causa covid, i lavori di ristrutturazione. Il giovane avrebbe infatti raccontato che quella era la casa di suo zio che doveva restaurare. «Spaccate tutto tanto deve essere demolita» avrebbe detto ai compagni. Di fatto una bugia che però ha sortito l’effetto sperato. Così li avrebbe incitati, di fatto autorizzati, a spaccare i mobili e qualunque cosa fosse capitata loro sotto mano. E così è stato. In più pomeriggi, e non sempre gli stessi giovani, hanno scaricato la loro rabbia: contro il frigo o una radio, presi a calci, contro il vetro di una finestra, andato a pezzi dopo averci scagliato contro una bottiglia. Hanno usato anche un bastone per fare danni. E poi si sono divertiti a lanciare dalla finestra e dal balcone dei cassetti, posate e pure uno specchio. A volare all’esterno, tra gli altri, un microonde, un tavolo e un’affettatrice.
I guai sono iniziati quando la coppia di proprietari ha scoperto il disastro e si è rivolta ai carabinieri di Canazei per formalizzare denuncia.
Dodici rinviati a giudizio
Dei diciassette indagati, cinque sono nel frattempo usciti di scena: in seguito alle indagini sono infatti cadute le accuse. Hanno appunto dimostrato di non aver preso parte all’azione distruttiva, di non aver avuto un ruolo attivo nella devastazione. Ora sono dodici i ragazzi per i quali la Procura dei minori di Trento ha chiesto il processo, contestando loro, a vario titolo, le ipotesi di reato di danneggiamento in concorso e di invasione di terreni o edifici, sempre in concorso. Ma i genitori di questi sono pronti a risarcire i proprietari dell’immobile per mantenere pulita la fedina penale dei loro ragazzi. Si sono infatti affidati a dei legali per avviare appunto un percorso di mediazione, per cercare appunto un accordo economico, trattando anche (al ribasso) sull’importo. A quanto trapela si sarebbe anche trovato una possibile intesa sulla cifra da sborsare, di molto ridimensionata, più che dimezzata. Ma è pur sempre un impegno economico non da poco che i genitori dei dodici giovani imputati dovranno affrontare. L’obiettivo è quello appunto di ricomporre la lite, risarcire il danno ed arrivare all’estinzione dei reati contestati con il perdono giudiziale, come previsto appunto dal codice penale per i minorenni.
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di Redazione
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