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giovedì 28 Settembre, 2023

Studenti universitari, in Trentino oltre 7.700 sono in affitto. Per una singola da 350 a 400 euro

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Prezzi saliti del 10%. In tutto fuorisede e famiglie spendono 30 milioni l’anno

Dei quasi 16.000 iscritti all’Università di Trento, 5.300 sono studenti che risiedono in Trentino, poco meno di 800 provengono dalla provincia di Bolzano e 9.800 arrivano da altre province. Considerando tutti gli iscritti da fuori provincia, i fuorisede costituiscono il 66%, cioè i due terzi del totale. Gli universitari effettivamente domiciliati a Trento o in provincia, secondo i dati dell’Ateneo trentino elaborati dall’Agenzia del Lavoro, sono 14.200. Tolti i residenti in Trentino, restano 8.900 studenti che hanno trovato un alloggio per stare vicino al luogo di studi. Di essi, 1.200 trovano posto negli studentati e negli appartamenti gestiti dall’Opera Universitaria, dove si entra in base all’indicatore di situazione economica della famiglia e a requisiti di merito. Gli altri 7.700 sono in affitto presso privati.
Il costo medio di un posto letto in stanza singola è quest’anno di 343 euro al mese, poco meno del 2022 quando però c’è stato il balzo della ripresa post Covid con un aumento dei canoni di oltre il 10% l’anno. Se invece il posto è in stanza doppia, la media a Trento è di 196 euro al mese. In sostanza i 7.700 fuorisede e le loro famiglie per studiare devono sborsare tra 25 e 30 milioni di euro l’anno.
Martedì è tornata in piazza anche a Trento la protesta delle tende, il presidio organizzato dall’Udu, Unione degli universitari, per richiamare l’attenzione sul problema dell’alloggio per gli studenti che arrivano da fuori. Attualmente per il diritto allo studio l’Opera Universitaria mette a disposizione circa 1.200 posti letto: 820 nello studentato San Bartolameo, Sanbapolis, a Trento, 130 alla residenza Mayer, sempre a Trento, oltre 60 alle Barelli di Rovereto, circa 200 posti in appartamenti. Di recente, anche a seguito della protesta studentesca, sono stati sbloccati i fondi per la costruzione del blocco G da 110 posti letto a Sanbapolis, dal costo di quasi 15 milioni. Ci vorranno tre anni e mezzo. Altri progetti sono fermi per mancanza di fondi o sono previsti più in là nel tempo.
Ci sono poi alcuni studentati privati, come il Nest, gestito dalla cooperativa Il Faggio, e i progetti sul palazzo delle Poste e sull’ex Pellizzari di via Suffragio. Il resto degli universitari deve cercare il posto letto sul mercato privato. E lì il costo degli affitti lievita.
Nel portale Trent dell’Opera Universitaria, che aiuta gli studenti nella ricerca degli alloggi privati, ci sono attualmente quasi 100 offerte, di cui 83 a Trento e 16 a Rovereto. Nel capoluogo 36 proposte, quasi la metà, hanno un costo di 400 euro a posto letto o superiore e solo 14 alloggi costano fino a 150 euro a posto letto. A Rovereto posti a meno di 150 euro non ci sono, 6 su 16 costano più di 400 euro.
Secondo l’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, quest’anno a Trento il prezzo medio di una stanza singola per studenti universitari è pari a 343 euro al mese, il 2% in meno dell’anno scorso, mentre il prezzo medio in stanza doppia si attesta su 196 euro al mese, l’1% in meno del 2022. Ma la sostanziale stabilità dei canoni dipende dal fatto che gli aumenti ci sono stati l’anno scorso, alla ripresa dopo la pandemia: il prezzo medio della singola era di 350 euro, in aumento del 10,1% rispetto al 2021, mentre la doppia costava 197 euro, in crescita dello 0,9% sull’anno prima. Tutto questo in presenza di un’offerta sulle stanze singole aumentata solo del 3% quest’anno e del 13,6% l’anno scorso, di fronte ad una domanda esplosa: +77,3% nel 2022, +78% nel 2023.
Trento si colloca a metà classifica tra la carissima Milano e le economiche Perugia e Catania. Nel complesso però, secondo Immobiliare.it, il mercato delle stanze per studenti e degli affitti turistici spiazza l’affitto tradizionale alle famiglie e ai lavoratori. «Nel momento in cui i proprietari decidono di entrare nel mercato delle stanze o dell’affitto turistico di breve termine – sostiene Carlo Giordano, consigliere di amministrazione di Immobiliare.it – ne risulta una diminuzione degli immobili proposti in quello dell’affitto tradizionale di lungo periodo (i contratti 4+4 o 3+2 del canone concordato). In Italia lo sviluppo immobiliare è fermo da anni e questo aumenta la probabilità di trovarsi ad affrontare, nel medio periodo, un nuovo caro affitti legato alla scarsità di offerta destinata ai giovani lavoratori o nuove coppie che cercano la loro casa in queste città».