cronaca
giovedì 5 Ottobre, 2023
di Davide Orsato
Una pentola a pressione, esattamente come quella abbandonata davanti al tribunale di sorveglianza di Trento. Dentro della polvere pirica. Per la questura di Brescia è Juan Antonio Sorroche, militante anarchico catalano che a lungo ha vissuto a Trento, l’esecutore dell’attentato alla Polgal, la scuola di polizia giudiziaria di Brescia il 18 dicembre 2015. La questura di Brescia, che ha svolto le indagini, ha risolto il caso grazie a un «campione organico che risultato decisivo per la formazione di un quadro accusatorio nei confronti di Sorroche», ha spiegato questore di Brescia, Eugenio Spina. Le indagini andavano avanti da molti anni e sembravano finite in un vicolo cieco. La svolta grazie a una traccia sui resti dello zainetto in cui era stato posizionato l’ordigno. Sulla base degli indizi raccolti, il gip di Brescia ha disposto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ma Sorroche è già in cella da tempo, a Terni, a seguito di un’altra pesante condanna: quattordici anni per aver posizionato, nell’agosto del 2018, una bomba davanti alla sede della Lega di Villorba, in provincia di Treviso, con due bombe rudimentali ma considerate estremamente pericolose. L’episiodio di Brescia era stato in seguito rivendicato, nel giro di un mese, dalla «cellula anarchica acca». «Abbiamo attaccato uno dei bracci armati dello Stato. In questa scuola vengono istruiti sbirri di tutta Italia e di altri Stati», il messaggio comparso in rete. Il testo della rivendicazione, avrebbe fatto emergere una serie di errori grammaticali riconducibili, secondo gli inquirenti, al cittadino spagnolo.
Ma Sorroche ha subito di recente una condanna anche a Trento, città in cui ha a lungo vissuto. È arrivata lo scorso marzo: tre anni, sei mesi e venti giorni (oltre al pagamento di una multa di 8mila euro e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni) per essere stato il responsabile dell’attentato al Tribunale di Sorveglianza di via Aconcio nel gennaio del 2014. L’accusa è di terrorismo con ordigni esplosivi.
Sempre nel corso della stessa udienza sono arrivate condanne per altri esponenti della cellula anarchica trentina: una di queste riguarda un altro episodio, l’irruzione in una stazione radiofonica roveretana (l’accusa è di estorsione). Una terza condanna è andata ad Agnese Trentin, per la fabbricazione di documenti falsi destinati sempre a Sorroche. Sempre grazie a Trentin, Sorroche ha potuto grazie a un contratto d’affitto a lei intestato, nascondersi dalle forze dell’ordine. L’attività del gruppo anarchico trentino è legata anche al nome di Alfredo Cospito, il militante della Federazione anarchica informale condannato e recluso in regime di 41 bis per un altro attentato: quello alla scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, avvenuto nel 2006.
Sesto Pusteria
di Redazione
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