La storia

lunedì 9 Ottobre, 2023

Il coma dopo l’incidente sugli sci: la lunga battagli legale per la giustizia

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Chiesti danni per centinaia di migliaia di euro per una «Mancata precedenza»

Un mese di coma, in terapia intensiva, dopo essere stato travolto su una pista da sci della val di Fassa. E la causa che prosegue ancora dopo oltre cinque anni, senza che la vittima di questo gravissimo incidente sia riuscita a vedere ancora un soldo di risarcimento su danni, stimati, del peso di centinaia di migliaia di euro. È la situazione kafkiana in cui si è trovata un ottantenne marchigiano e la sua famiglia, a seguito di una sfortunata settimana bianca. I fatti risalgono al 2018: è il 14 febbraio, lo sciatore marchigiano stava percorrendo la pista Col dei Rossi che, nel comprensorio di Canazei, parte dal monte omonimo, a quota 2.100, per arrivare alla conca del Belvedere. All’incrocio con un’altra pista, la Gherdecia, l’impatto, fortissimo con un’altra sciatrice, una 54enne svedese, docente universitaria. Secondo le ricostruzioni delle parti lese avrebbe mancato la precedenza. Le conseguenze sono state spaventose: l’anziano sciatore ha subito un grave trauma cranico, finendo in coma, ricoverato prima all’ospedale Santa Chiara di Trento, poi a quello di Jesi. Ne uscirà solo, riabilitato in parte a fine marzo dello stesso anno. Da lì è nata una lunga battaglia in tribunale, fatta di periti, di assicurazioni che non rispondono alle mail e che si negano al telefono. Una battaglia che prosegue ancora e che è finita, nonostante le lesioni gravissime, davanti al giudice di pace: è l’effetto di una riforma recente che riguarda anche i casi di lesioni colpose. Con qualche differenza: quelle stradali, continuano a essere giudicate dal tribunale. Ma, sulle piste da sci, le regole sono altre.
Una «stranezza» che è stata notata dall’avvocato Giuseppe Pontrelli, che difende la famiglia dello sciatore marchigiano: «È difficile pensare che le piste di sci, che hanno dinamiche molto simili a quelle della strada — spiega — siano sottoposte a una situazione giuridica diversa». Oltretutto, alla professoressa svedese, è contestato il fatto di aver mancato una precedenza, da qui l’ipotesi di colpa nell’incidente.
Non solo, c’è anche la questione del risarcimento, una cifra che appare molto alta e che potrebbe arrivare diverse centinaia di migliaia di euro, fino a sfiorare il mezzo milione.
Dubbi che l’avvocato ha scelto di mettere nero su bianco e che sono finiti sulla scrivania del giudice di pace competente, quello di Cavalese.
Resta, dopo i danni gravissimi, riportati a un’età avanzata, l’attesa di vedere almeno un ristoro parziale dei gravissimi danni subiti. Ogni anno, in Trentino, accadono diversi incidenti su piste da sci, dovuti non solo a disattenzione ma, talvolta, anche all’abuso di alcol. E, in particolare quando si tratta di turisti stranieri, ottenere giustizia può essere particolarmente difficile.