La questione
giovedì 12 Ottobre, 2023
di Ambra Visentin
Possono tirare un sospiro di sollievo gli 800 dipendenti che lavorano nei 4 stabilimenti delle cartiere Fedrigoni dell’Alto Garda. La decisione del Gruppo di vendere gli immobili che ospitano le fabbriche trentine (ma che riguarda in realtà anche gli stabilimenti italiani ed europei) non avrà un impatto sull’occupazione.
Questo è quanto emerso ieri (mercoledì 11 ottobre ndr) all’incontro, presso la sede di Confindustria Trento a Palazzo Stella, fra le segreterie territoriali di Uilcom-Uil, Fistel-Cisl, Slc-Cgil, Ugl, le Rsu degli stabilimenti e la proprietà, rappresentata da Giuseppe Giacobello, Sara Pallavicini e Giulia Foschiatti. Erano presenti per Confindustria Trento il direttore generale Roberto Busato e Stefano Salvi (area lavoro e Welfare), nonché l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli, cui è stato chiesto di fare da garante politico delle operazioni per mantenere l’occupazione in Trentino.
L’operazione di «sale and lease back», cui l’azienda intende ricorrere per portare liquidità nelle casse e ridurre il debito finanziario netto di 1,1 miliardi di euro, prevede la vendita dei suoi immobili e la successiva stipula di un contratto di leasing per continuare le attività di produzione. A bilancio gli immobili del Gruppo sono a oltre 300 milioni di costo storico. Le sedi trentine sono: Riva del Garda, Arco, Scurelle e Arconvert, la divisione carte adesive anch’essa nella zona industriale arcense.
La prospettiva aveva fatto tremare i dipendenti che, secondo quanto riportato dai sindacati, erano molto preoccupati dalla possibilità di veder sparire il posto di lavoro nel giro di pochi anni. Non mancano, infatti, dei precedenti in questo senso. La Whirlpool nel 2007 vendette l’immobile di Spini di Gardolo e qualche anno dopo lasciò Trento. All’epoca però la Provincia a guida Lorenzo Dellai intervenne direttamente acquistando il compendio attraverso Trentino Sviluppo. L’operazione non evitò l’abbandono da parte della multinazionale statunitense, ma garantì che l’immobile restasse in mani trentine e, alcuni anni dopo, fosse occupato da un’altra azienda, Vetri Speciali. Tuttavia, sia Confindustria che la Provincia hanno da subito dato rassicurazioni sul fatto che l’operazione di Fedrigoni non rappresenta un «disimpegno» nei confronti della produzione sul territorio. Spinelli è intervenuto facendosi «garante sia nei confronti dell’impresa, sia nei confronti dei lavoratori, che rappresentano la nostra forza», aggiungendo che «chi esprime preoccupazioni deve avere fiducia nella Provincia».
Al fine di ottenere, da parte della direzione, garanzie sulla permanenza duratura degli impianti sul territorio, i sindacati hanno fatto richiesta urgente di un incontro. E l’obiettivo sembra essere stato raggiunto: «L’operazione avrà una durata di 20 anni più 10 opzionabili — spiegano i sindacati — La direzione di Fedrigoni ha confermato che non ci sarà alcun impatto occupazionale e che anzi, il denaro del Lease Back, che verrà perfezionato con un unico partner internazionale, servirà a fare i dovuti investimenti per dare sviluppo e forza alle mire del Gruppo che si vuole stabilire e consolidare tra i maggiori Player del settore». Una manovra, quindi, che punta a creare liquidità da reinvestire in ricerca e sviluppo. «L’operazione è europea ed è estranea alla crisi del settore della carta», si specifica. Ulteriori riconferme arrivano dalla Provincia, con la promessa, da parte di quest’ultima, di «presenza, vigilanza e accompagnamento nel territorio sullo stato di avanzamento di tutta l’operazione».
«È stato un incontro importante e siamo soddisfatti per la rapida risposta e per l’ampia partecipazione, dove l’obiettivo sindacale era ricevere tutti i chiarimenti necessari da poter condividere con i lavoratori degli stabilimenti», concludono i sindacati.
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