Lo scandalo
giovedì 19 Ottobre, 2023
di Redazione
«Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto. Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità…». Così sui suoi social il calciatore della Juventus Nicolò Fagioli, all’indomani del patteggiamento concluso con la procura della Figc per scommesse sul calcio, è tornato a far sentire la propria voci. «O forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò», ha aggiunto il bianconero, squalificato per 7 mesi più 5 mesi di pene alternative: dovrà partecipare a un piano terapeutico e ad un ciclo di incontri pubblici tenuti da associazioni sportive dilettantistiche, centri federali territoriali, centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo. Ieri (mercoledì 18 ottobre ndr) sono usciti alcuni stralci dei verbali degli interrogatori di Fagioli in procura a Torino. «Fu Tonali a dirmi di scommettere su un sito illegale. Ho scommesso su tutto anche su Torino-Milan, ma non ho mai scommesso sulla Juve», si legge nei passaggi pubblicati da alcuni quotidiani, con Fagioli che racconta come sia finito in una spirale di debiti e della richiesta di soldi, accampando false motivazioni, ad alcuni compagni nella Juventus, tra cui Gatti. Proprio il difensore, assieme a Stephan El Shaarawy (Roma) e Nicolò Casale (Lazio) è stato tirato in ballo dalle ultime rivelazioni di Fabrizio Corona. La procura di Torino ha però fatto trapelare che al momento non ci sono evidenze su questi nomi.
Martedì dagli inquirenti torinesi si era presentato Sandro Tonali. «Sandro ha chiarito in modo esauriente la propria posizione, fornendo altresì piena collaborazione alle autorità inquirenti», hanno comunicato ieri i legali del giocatore del Newcastle, club che ieri ha ufficialmente espresso «pieno sostegno» al giocatore e alla sua famiglia. Trapela però che Tonali avrebbe confermato quanto affermato in precedenza alla procura federale, ovvero di aver effettuato puntate sul calcio e anche sulla sua ex squadra, il Milan, quando militava in rossonero. Circostanza che aggrava la sua posizione in ambito di giustizia sportiva. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche i contenuti di telefoni cellulari e tablet, in particolare delle chat, sequestrati giovedì scorso nel ritiro azzurro di Coverciano a Tonali e a Nicolò Zaniolo. Per quest’ultimo, tuttavia, non sarebbe imminente una convocazione in procura a Torino.