San Giovanni, raid vandalico
domenica 22 Ottobre, 2023
di Gilberto Bonani
Nella notte tra venerdì e sabato ignoti hanno devastato il cimitero accanto alla storica Pieve di San Giovanni. Molte le tombe colpite dove croci e lapidi sono state divelte. Nella vicina cappella (ex cappella mortuaria) che oggi ospita i loculi dei defunti, è stato appiccato il fuoco e i marmi sono stati danneggiati. «Siamo senza parole» sono le prime reazioni dei famigliari che già nel mattino hanno visitato il cimitero e fatto visita alle tombe dei propri congiunti.
Al lavoro i carabinieri della locale stazione. Per tutta la mattina hanno scattato foto, recensito i danni e raccolto testimonianze. Saranno analizzate anche le telecamere di sorveglianza presenti in zona. Gli autori non hanno lasciato scritte o sigle. Le devastazioni sono troppo diffuse infatti per ipotizzare la mano di un singolo.
La devastazione
L’allarme è stato dato di primo mattino da alcune persone in visita al cimitero per curare e abbellire le tombe in prossimità della festività di Tutti i Santi. Tra queste anche Ildegarda Todesco, arrivata da Bolzano con il marito per portare fiori alla zia Maria Mattioli di Larcionè, rione di Vigo di Fassa. «Quello che hanno fatto è un’azione ignobile» afferma mentre lo sguardo va alle croci abbattute e alle lapidi divelte. Il cimitero si è animato e il passa parola ha richiamato molte persone ansiose di appurare lo stato delle tombe di famiglia e portare solidarietà a chi è stato colpito dalla devastazione. Tra questi Andrea Weiss, che corre per le consultazioni provinciali nella lista «Fascegn», e Angelo Weiss, ex campione di sci. Entrambi hanno subito danni alle tombe dei propri genitori. Le croci di ferro battuto sono state divelte con una certa facilità mentre le pesanti lastre di marmo hanno richiesto una forza selvaggia. Nella cappella, che oggi ospita i loculi dei defunti, si contano i danni più ingenti. La vetrata circolare è stata fracassata e all’interno appiccato il fuoco utilizzando come combustibile probabilmente una corona di rami di abete. Il marmo dei loculi appare annerito e una lastra è stata spezzata.
Senza precedenti
«È la prima volta che nei cimiteri della valle avviene un fatto così grave» commenta sconsolato il parroco don Andrea Malfatti. In effetti la cronaca locale non ha mai segnalato eventi così eclatanti. In qualche cimitero erano scomparsi fiori, in prevalenza stelle alpine, da addebitare a qualche gesto meschino o frutto di una ragazzata. Oltre ai danni materiali l’atto vandalico è grave perché colpisce singoli individui e ferisce la società nel suo insieme. I cimiteri sono infatti luoghi di memoria e di identità, che raccontano la storia e la cultura di una comunità. Quello di Vigo di Fassa poi si trova attorno alla Pieve, chiesa molto antica simbolo, insieme alla chiesa di Santa Giuliana, dell’identità ladina della valle. Nel cimitero di Vigo è stato sepolto il grande botanico Francesco Facchini (1788 – 1852) e lo storico padre Frumenzio Ghetta (1920 – 2014). Difficile ipotizzare l’intolleranza religiosa alla base del fatto, piuttosto noia, frustrazione o ribellione. Chi compie atti vandalici in un cimitero si rende colpevole di un reato, punito con la reclusione oltre al pagamento di una multa e il risarcimento dei danni materiali.