La storia
domenica 22 Ottobre, 2023
di Davide Sgrò
Classe 1986, Lorenzo Sollecito è originario di Mezzocorona, ma da sette anni vive a Giacarta, in Indonesia, dove lavoro come executive pastry chef all’Hotel Four Seasons. Per tre anni ha frequentato l’Istituto di formazione professionale alberghiero di Rovereto dove ha iniziato a formarsi: il quarto anno, sperimentale, lo ha svolto all’Alberghiero di Levico, dove «per la prima volta ho avuto la possibilità di impiegare più ore nella pratica», racconta.
«Inizialmente volevo fare le Iti di Rovereto, seguendo le orme di mio fratello – aggiunge -. Poi i professori mi hanno indirizzato all’Alberghiero e non mi è andata male: i miei nonni prima e i miei zii poi hanno avuto in gestione per tanti anni la pizzeria “Da Demetrio” ed è proprio lì che ho avuto le mie prime piccole esperienze, tra il friggere patatine e buttare la spazzatura».
La carriera professionale, da Milano a Singapore
Piccoli passi che hanno permesso a Lorenzo di diventare chi è oggi. Durante l’ultimo anno di studi frequenta un tirocinio all’ex «The Westin Europa and Regina» di Venezia al termine del quale ottiene un contratto part time, facendo avanti e indietro dal capoluogo veneto. Poi arriva un’altra opportunità a Saint Moritz, in Svizzera, presso il «Badrutt’s Palace Hotel»: «Lì c’era una lussuria incredibile, ma ho fatto una breve stagione: c’era neve dalla mattina alla sera, era la mia prima esperienza all’estero e volevo provare a stare lontano da casa. Avevo 18 anni e mi sembrava di andarmene in America». Altri sei mesi li passa in un relais Château in Toscana, Val di Chiana. Restare troppo in un posto, a Lorenzo, non piaceva perché «Mi buttavo in ciò che trovavo interessante, cercando di sperimentare il più possibile».
Poi, però, la svolta: Lorenzo inizia a lavorare a Milano per l’Hotel Bulgari, il massimo che si poteva trovare in Italia. «Era difficilissimo entrare nella brigata: è stata dura, il lavoro mi ha temprato molto il carattere, chi riusciva a sopportare lo stress e stare alle regole del gioco andava avanti. In tre anni ho avuto due promozioni». A Milano vive il suo sogno, ma l’energia che spendeva nel divertimento veniva meno al lavoro. «Andai al Four Season di Firenze come commis di pasticceria: dovevo fermarmi sei mesi, ma poi nella pasticceria ho trovato il mio mondo e le mie dinamiche». Per circa cinque anni fa parte della brigata dello chef di pasticceria francese Romain Renard, per poi lavorare con lo chef Domenico di Clemente per tre anni, fino a diventarne sous chef. A 23 anni gli viene poi offerta la possibilità di trasferirsi: San Francisco, Budapest o Singapore. Lorenzo sceglie il Four Season di Singapore: «Trovai persone che decisero di scommettere su di me. Firenze era basata sul lavoro, dove 12, 13 ore di lavoro al giorno erano lo standard. A Singapore la gente dopo otto ore ti dice che devi andare a casa e per me è stato un bel cambiamento». Arrivato con il ruolo di chef di pasticceria, gestiva l’hotel dal punto di vista dei servizi: «Quadruplicammo quasi il reddito, era un lavoro fantastico, gestivamo la sala da tè più famosa di Singapore, un negozio “Cacke & backer shop Dolcetto” e un ristorante “Basilico”. Era tutto molto a sfondo italiano, con quasi 200 persone a pranzo e oltre cento a cena. Sono stati dei pazzi a fidarsi di me: mi hanno cambiato la vita».
L’ultima esperienza
Poi, però, l’ennesimo cambiamento. A Giacarta apre un altro Four Season. «A livello professionale un’apertura è importante, così tentai. Sono lì da sette anni. Lavorare con gli indonesiani è fantastico: sono solari, tranquilli, c’è la dell’essere l’orgoglio di tutti». Oggi Lorenzo è al vertice della sua vita professionale essendo executive pastry chef del Four Season di Giacarta, dove ha più autonomia e può dettare i tempi: «Non mi annoio mai. Durante il Covid abbiamo pensato ad un programma che, tra take away e delivey, ha salvato il lavoro a tante persone. Per me partecipare all’apertura è stato importantissimo, abbiamo scelto insieme il concetto, la pianificazione iniziale, la scelta dei prodotti: sono molto affezionato a questo posto, lo abbiamo vissuto fin dalla prima mattonella».
Il sostegno della famiglia
In tutto questo un ruolo fondamentale lo ha avuto la famiglia: «Mi hanno trasmesso tranquillità, sono stato spronato ad andare, hanno realizzato e vissuto con me queste gioie, facendomi sentire comunque vicino a loro. Una volta mi hanno spedito una pizza del Demetrio da Mezzocorona. Mia madre è stata importante, mi ha insegnato la pazienza e la cortesia. Mi ha permesso di capire le persone, accettare le diversità, e allo stesso modo mio padre, che mi ha insegnato a pesare bene le parole. Mi hanno dato la forza di poter realizzare il mio sogno, devo tantissimo a loro».
Dopo aver girato tanto, a 38 anni Lorenzo pensa spesso a casa: «La Rotaliana mi manca terribilmente, se aprisse un Four Seasons a Mezzocorona mi trasferirei subito: siamo fortunati in Trentino e a volte non diamo il giusto valore alle nostre ricchezze. Ogni anno per me il Settembre Rotaliano è un appuntamento irrinunciabile: le origini sono importanti, più fai strada nella vita più te ne rendi conto, il Lorenzo che sono oggi non è quello degli inizi».
Sulla sua esperienza, poi, conclude: «Mi sono sempre spaccato la schiena dietro ai fornelli, impastando, decorando, ma il lavoro mi piace, mi diverto. Non mi servono motivazioni ed è questa la mia fortuna. Ai miei ragazzi dico sempre che ciò che produciamo lo dobbiamo amare noi per primi. Il segreto è questo: amare il proprio lavoro. Nel 2024 apriremo un Four Seasons a Venezia, all’ex Hotel Danielis: magari è la volta buona che mi avvicino».