Ambiente
venerdì 27 Ottobre, 2023
di Ambra Visentin
Itrentini sono fra i più grandi «mangia suolo» in Italia. Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), infatti, il suolo pro capite consumato in provincia di Trento al 2022 è di 385,92 metri quadrati per abitante. Una cifra superiore alla media nazionale pari a 364 metri quadrati. Le aree più «ghiotte» sono quelle attorno ai grandi centri urbani e nelle zone turistiche vicine ai laghi.
Gli sviluppi in Italia
In generale, il bel Paese non si è tenuto a dieta e ha anzi divorato il 10% in più di territorio rispetto al 2021. Al 2022 la copertura artificiale si è estesa per oltre 21.500 chilometri quadrati, il 7,4% del suolo italiano (7,25% al netto di fiumi e laghi). Questo incide sul clima delle città, sempre più calde a causa dell’espansione delle aree impermeabili e alla riduzione di quelle agricole ed espone la popolazione ad un elevato rischio idrogeologico con oltre 900 ettari di territorio resi impermeabili nelle aree a pericolosità idraulica media. Le temperature nei centri urbani ad alta densità di popolazione raggiungono ora nei mesi estivi punte tra i 43 e i 46 gradi centigradi.
Nel confronto nazionale i capoluoghi che detengono il primato nell’aumento degli ettari consumati nel 2022 sono Roma (+124), Venezia (+37) e Milano (+26), mentre registrano un incremento compreso tra i 10 e i 20 ettari Trento (+17), Palermo (+17), Bologna (+14), Bari (+12); Ancona (+11) e Torino (+11).
Interventi di rinaturalizzazione
Nell’ultimo anno, in termini di aree rinaturalizzate, ci sono state in prevalenza azioni e processi di ripristino e reinverdimento di aree temporaneamente adibite a cantiere. Nel senso stretto, invece, l’intervento più esteso è rappresentato dal grande parco cittadino in fase di realizzazione a Vicenza.
La situazione in Trentino
Nel 2015 è stata emanata una legge provinciale che ha come obiettivo quello di porre un freno al consumo di suolo. I dati sul consumo di ettari degli ultimi 6 anni (ma lo stesso vale se si prende come punto di partenza il 2007) disegnano tuttavia una graduale curva in salita. Se nel 2016 il suolo consumato corrispondeva a 20.630 ettari, nel 2022 si è arrivati ai 20.876. In totale in questo arco di tempo sono stati consumati 247 ettari. L’incremento netto del 2022 è stato pari a 55,49 ettari. Fra le possibili ragioni di questa tendenza ci sono i limiti della stessa legge, che fornisce criteri rigidi solo per l’espansione delle nuove zone edificabili senza rivedere le aree di espansione che erano state già previste dai Piani regolatori generali.
Aree di forte espansione
In termini percentuali di suolo consumato il Trentino ritrova nella propria top ten, oltre al capoluogo (16,38%) e a Rovereto (17,16%), diversi comuni limitrofi ai grossi centri urbani, rispondendo forse alla domanda crescente di immobili in aree che permettono un accesso relativamente rapido alla città. Al primo posto c’è Lavis (27,09%), seguito da Albiano (19,26%) e Nogaredo (16,54%). E Albiano conquista un alto punteggio anche fra i comuni con il suolo consumato pro capite, pari a 1.281. Prendendo in considerazione gli ettari consumati la mappa tinge in rosso o arancione (zone con percentuali sul territorio amministrativo comprese tra il 7 e il 15%) anche i comuni vicini ai laghi, fra cui Riva del Garda (397 ettari), Arco (515 ettari) e Levico Terme (333 ettari).
Impatto su territorio e clima
I dati Ispra sollevano diverse domande sull’impatto che il turismo ha sulla morfologia urbana del territorio e sulla necessità di una riprogrammazione che tenga maggiormente in considerazione le implicazioni climatiche di una continua “erosione” del suolo.