Le indagini

domenica 29 Ottobre, 2023

Aereo caduto sul Lagorai, nessun guasto: per l’Ansv «l’incidente è attribuibile al fattore umano»

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La relazione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo spiega come «l'indagine non ha evidenziato anomalie che possano avere contribuito all'evento», all'atterraggio di emergenza. All'origine l'errata pianificazione del volo e l'inesperienza della pilota di 22 anni

Gli accertamenti hanno escluso qualunque tipo di guasto, di malfunzionamento, e accertato «lo stato di completa efficienza e manutenzione» del velivolo, concludendo che c’era un errore umano, in particolare l’errata pianificazione del volo e l’inesperienza della giovane pilota, all’origine dell’atterraggio d’emergenza a cui era stato costretto un piper il 28 dicembre sul Lagorai, ai piedi di Cima Cece, a 2100 metri di quota. E’ tutto nella relazione pubblicata dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) che scrive appunto: «L’indagine tecnica sull’aeromobile non ha evidenziato anomalie che possano avere contribuito all’accadimento dell’evento» si legge. E, ancora: «L’incidente, attribuibile al fattore umano, è dipeso dalla inadeguata valutazione da parte del pilota delle capacità di salita dell’aeromobile in relazione all’ostacolo da superare». La bellunese Silvia De Bon, 22enne di Longarone, ha però saputo gestire al meglio l’emergenza, «potenziali catastrofiche conseguenze».

L’incidente, i soccorsi
Arenato sulla neve, in un tratto in pendenza, a ridosso delle montagne. Un’immagine quasi surreale. Questo lo scenario a cui si erano trovati davanti gli operatori che il 28 dicembre 2022 che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area nella quale è planato un aereo da turismo. Un Piper PA28 dell’Aeroclub Belluno, decollato da Trento, che ha accusato un calo di potenza al motore mentre era in sorvolo sul Lagorai. L’atterraggio di fortuna, opera di una giovanissima pilota, la 22enne Silvia De Bon di Longarone, a quota 2100 metri, a circa cento metri a valle del bivacco Paolo e Nicola, lungo il versante della Val di Fiemme, in zona Predazzo. A bordo, come passeggeri, c’erano il fratello della ragazza, Mattia, 27enne dipendente di Trentino Trasporti, controllore di volo all’aeroporto Caproni, e la fidanzata di questo, a sua volta bellunese, Giorgia Qualizza. Partiti da Belluno, dovevano andare a Bolzano, dopo aver fatto tappa a Trento, aeroporto da cui erano decollati. Ma i programmi sono saltati per l’imprevisto che poteva trasformarsi in tragedia. Un episodio sui cui ha indagato la procura e sui cui, in parallelo, l’associazione nazionale sicurezza del volo (Ansv) aveva svolto accertamenti. Per capire cosa fosse accaduto e le eventuali responsabilità da attribuire.

Le parole della pilota in ospedale
Silvia De Bon, da un letto dell’ospedale Santa Chiara di Trento, aveva raccontato di quei momenti: «Non mi sono lasciata prendere dal panico e questo è stato fondamentale. Anche perché si hanno davvero pochi secondi a disposizione per pensare e agire in quelle circostanze. Mi sono concentrata sulla manovra, per fare il meglio possibile, e ho fatto quell’atterraggio di fortuna. Non potevo mettere in pericolo la vita di mio fratello e della sua ragazza. Ed è andata bene». E su cosa sia successo aveva spiegato: «Stavamo sorvolando la cima di Cece quando l’aereo ha iniziato a perdere quota e quindi velocità, calando di giri in prossimità della vetta. Ho anche tentato di tenere sù il Piper ma continuava a calare di potenza. Quindi, considerando che potevamo finire dritti contro la montagna, che ci trovavamo su un pendio, non mi è rimasto che atterrare con la manovra conosciuta come richiamata». Ed ecco le manovre realizzate. «Ho alzato di muso l’aereo in modo che arrivasse a toccare terra di pancia – ha spiegato ancora la pilota – e che non si schiantasse invece di muso, per non incorrere in conseguenze più gravi. Un po’ come il famoso atterraggio di emergenza sul fiume Hudson che attraversa New York, ci ho pensato a quello che aveva detto il pilota allora». Una manovra determinante. «Penso sia stata la manovra più giusta da fare in quella situazione, sì – le parole della bellunese dopo l’incidente – Dal telefonino ho visto le immagini scattate in un secondo momento dagli operatori in loco e sono impressionanti per quanto sia in pendenza l’areo. Che comunque, da quanto ne so, è integro: non ha riportato infatti danni ad elica e motore».