I reperti

mercoledì 1 Novembre, 2023

Riva del Garda, dal cantiere del nuovo Polo Congressuale affiora un porto romano

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La scoperta archeologica all'ex Tennis è solo uno degli imprevisti del cantiere. Sul posto sono intervenuti gli esperti della Soprintendenza ai Beni Archeologici, e dopo aver raccolto tutti i reperti, il cantiere ha potuto procedere

Non si può certo brindare al lieto fine, sarebbe troppo presto, ma sicuramente è una bella notizia per la città: il cantiere per realizzare il nuovo Polo Congressuale di Riva del Garda ora è a pieno regime. Camion e ruspe vanno e vengono dall’area alle spalle dell’attuale Palacongressi, e l’obiettivo è consegnare i parcheggi interrati all’ex tennis prima dell’inverno. Ma nulla era scontato per questo cantiere. L’Associazione Temporanea di Imprese guidata dalla Collini Lavori ne ha viste di tutti i colori in questi mesi, fattori non previsti e non rilevati dalle indagini preliminari che hanno causato ritardi notevoli. Il cantiere, partito del 2020, non sarà ultimato prima della fine del 2025 (data provvisoria).
Archeologia all’ex Tennis
Oltre ai massi pietrosi rinvenuti nel sottosuolo – primo ostacolo che fatto lievitare i costi e rallentato la tabella di marcia – scavando la terra sono emerse altre sorprese. Nell’area dell’ex Tennis, gli scavi hanno riportato alla luce un insediamento antico che potrebbe essere stato un centro produttivo legato alla pesca e alle attività portuali. Sul posto sono intervenuti gli esperti della Soprintendenza ai Beni Archeologici, e dopo aver raccolto tutti i reperti, il cantiere ha potuto procedere. «Si tratta di quella che sembra essere un’installazione portuale – spiega il dirigente della Soprintendenza Franco Marzatico – e per quanto abbiamo visto la datazione potrebbe attestarsi in epoca romana. Non possiamo dire molto altro, anche se l’anno scorso abbiamo richiesto analisi ulteriori, per poter formulare ipotesi in futuro». Marzatico precisa: «Ringraziamo il cantiere per la comprensione, i lavori sono andati avanti paralleli alle nostre indagini».
Bombe, schegge e proiettili
Non bastava l’antichità. I lavori sono stati interrotti anche a causa del ritrovamento di materiale bellico vario, rimasto nel terreno dopo le due guerre mondiali. Si tratta per lo più di schegge, parti di bombe, proiettili, che sono stati rimossi con l’aiuto dei carabinieri artificieri arrivati apposta da Bolzano per rimuovere in sicurezza un ordigno. Anche qui, giorni di ritardo si sono aggiunti alla tabella di marcia.
L’allora stazione e i suoi rifiuti
La stazione rivana della linea ferroviaria Mori-Arco-Riva (Mar), in funzione fino al 1936, è oggi un pub, ma di fronte a quelli che furono un tempo i binari, oggi perimetro del cantiere, non c’era nulla se non boscaglia. E proprio lì, nel terreno, si presume che nel periodo della chiusura della ferrovia furono interrati diversi fusti di materiale oleoso, scarti di quella che si presume essere l’attività della ferrovia di allora. Questa è una delle cause più recenti per i ritardi del cantiere: rimossi i rifiuti e bonificata – per l’ennesima volta – l’area, oggi si lavora come secondo i piani.