il video
mercoledì 1 Novembre, 2023
di Redazione
Bisan, che lavora a Gaza con Save the Children, descrive la tragica situazione dopo il bombardamento del campo profughi di Jabalia che ha causato centinaia di morti. Bisan, a causa dei continui black out delle comunicazioni nella Striscia, deve costantemente lasciare il suo rifugio per trovare un posto con un po’ di connessione internet, in modo da poter inviare messaggi in cui ci racconta la quotidianità della guerra.
«Sono Bisan da Gaza e questi sono gli ultimi aggiornamenti fino alle 4,30 del pomeriggio: un massacro è appena avvenuto a Jabaliya e un altro in Nuseirat, che si trova a sud di Gaza. Questo significa non c’è un posto sicuro a Gaza. Il sud non è sicuro come vi raccontano…A Jabaliya si contano oltre 400 tra morti e feriti ed i soccorritori cercando di estrarre i corpi da sotto le macerie e tra il fuoco per portarli in ospedale.
Negli ospedali non ci sono più medicinali, non ci sono più medici, non c’è cibo ne carburante, da domani non ci sarà più carburante.
A Nuseirat le forze armate di Israele hanno colpito 24 edifici residenziali pieni di persone che avevano lasciato le loro abitazioni al nord per trasferirsi al sud, come Israele aveva ordinato. Credevano che il sud fosse sicuro, invece no!
Tutto questo non ha senso, ascoltate, queste sono bombe in sottofondo e mentre parlo molte persone stanno morendo. Non abbiamo bisogno di nulla ma cessate il fuoco, cessate il fuoco ora!»
La conferenza internazionale
di Redazione
L'intesa è stata siglata alla conferenza di Baku (Azerbaigian). Le risorse serviranno a limitare o ridurre le emissioni di gas a effetto serra