lo scherzo
giovedì 2 Novembre, 2023
di Redazione
Uno scherzo telefonico di due comici russi alla premier Giorgia Meloni scalda la politica. È il 18 settembre e il duo, considerato vicino ai servizi di Mosca e composto da Vovan e Lexus, al secolo Vladimir Aleksandrovich Kuznetsov e Aleksei Vladimirovich Stolyarov, riesce a mettersi in contatto con l’inquilina di Palazzo Chigi. In passato, altri leader politici e vip sono finiti nelle loro grinfie: da Angela Merkel a Mikhail Gorbaciov, passando per Elton John e la presidente della Bce, Christine Lagarde. Sono diversi i temi affrontati nel corso della conversazione, dalla guerra in Ucraina alla questione migranti. Scoppia un caso e Palazzo Chigi segnala che «l’Ufficio del Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con» Meloni. Fonti di governo sottolineano che, «nonostante il tentativo di farle dire frasi ‘scomode’, Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal Governo».
Il conflitto russo-ucraino è uno dei temi affrontati. «Vedo che c’è molta stanchezza, devo dire la verità, da tutte le parti», dice Meloni. Quindi, auspica un momento «in cui tutti capiscano che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Ho alcune idee al riguardo, su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a metterle sul tavolo». Ancora, la presidente del Consiglio: «Io penso che il nazionalismo sia un problema che ha Putin».
Il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, sente al telefono il sottosegretario Alfredo Mantovano. «Al netto delle legittime considerazioni che ciascuno può formulare sull’episodio, è prioritario agire – riflette Guerini – affinché simili circostanze non si ripetano in futuro, consapevoli che possono essere considerate, tra le diverse ipotesi, anche come attività con fini malevoli e che quindi necessitano della massima attenzione». Intanto, le opposizioni sono sulle barricate. «Che figuraccia per l’Italia e per Giorgia Meloni», sbotta il leader di Iv, Matteo Renzi. E Giuseppe Conte (M5s) gli fa eco, dicendo che si tratta di «una figuraccia planetaria» ed «è veramente sconcertante apprendere che i nostri collaudati protocolli di sicurezza di Palazzo Chigi possano essere aggirati e penetrati in modo così plateale». Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, chiede che Meloni riferisca alle Camere.
Città del Vaticano
di Redazione
L'omelia del Pontefice la vigilia, davanti a 30mila persone: il suo pensiero ai «bambini mitragliati», alle guerre, alla Speranza che deve essere «anche per la Madre Terra deturpata dalla logica del profitto»