Il lutto

lunedì 6 Novembre, 2023

Morta a 97 anni suor Cecilia Impera, fu donna della resistenza e appassionata calciatrice

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La morte brutale del fratello Eugenio nell'eccidio rivano del 28 giugno '44, la portò qualche anno più tardi a seguire la Piccola Famiglia dell’Annunziata fondata da Giuseppe Dossetti

La storia di Suor Cecilia Impera, morta domenica all’età di 97 anni, si lega indissolubilmente con i drammatici eventi del finire della seconda guerra mondiale a Riva. Al tempo il suo nome era Romana e quello del fratello Eugenio. Quest’ultimo fu uno dei giovanissimi partigiani, studente liceale, che fu ucciso il 28 giugno 1944 dalle SS davanti ai famigliari, mentre era ancora in camera da letto. Davanti a lui stava la sorella Romana, anche lei vicina all’impegno del fratello. Quella morte segno indelebilmente la vita di Romana che si attaccò ancor di più alla vita guardando al futuro e intravvedendo in lei il seme del cambiamento.

Un cambiamento che arriverà non troppi anni più tardi quando decise di seguire la comunità Piccola Famiglia dell’Annunziata fondata da Giuseppe Dossetti, al seguito del quale Romana diventò suor Cecilia.

Giuseppe Dossetti, uno dei padri della Costituzione, si rivelò un incontro decisivo nella vita della religiosa Cecilia. Il suo carattere, forte, energico, ponderato e allo stesso tempo capace di profonde leggerezze l’ha resa una figura riconosciuta e amata non solo in Alto Garda, ma in ogni luogo e ambiente che lei frequentava.

Chi l’ha conosciuta come l’ex presidente dell’Anpi Trentino. Sandro Schmid, non ha mai negato di essere stato «fulminato dalla personalità di Cecilia, dalla sua dolcezza e insieme dalla sua straordinaria forza di volontà», definendo la sua «una storia non solo di testimonianza, ma di azione». E fu proprio lui, in occasione della presentazione del libro autobiografico di Cecilia Impera «Al monte santo di Dio, la mia vita con la Comunità di Dossetti”, edito da il Margine a ricordare in quanti l’avessero vista negli anni della sua giovinezza, descriverla come «una ragazza bruna dagli occhi ridenti che giocava a calcio a piedi nudi».

Suor Cecilia, parlando di sé sottolineava il passaggio al fianco di Dossetti quale «realizzazione insperata di un sogno di Chiesa capace di aprirsi e di sentire il battito del cuore dei propri fedeli».