Funerale laico

mercoledì 8 Novembre, 2023

L’ultimo saluto a Giovanna Covi, la figlia: «Mia madre era una guerriera»

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Addio alla docente pioniera della parità. Il marito Mark: «Il suo impegno era per gli studenti e per i suoi ideali»

Una vita votata all’impegno in ogni sua battaglia, dalla lotta per la parità di genere a quella per la tutela dell’ambiente. Commitment (impegno, ndr) è la parola che il marito Mark ha scelto nel suo discorso per ricordare Giovanna Covi, professoressa di Lingue e letterature americane prima e di Studi di genere, poi, presso l’università di Trento. «Credo che commitment abbia un significato più ampio e di valore rispetto alla sua traduzione italiana — spiega — Dà un senso più completo dello spirito e della passione che animava Giovanna. Il suo commitment si rivolgeva in primo luogo verso i suoi studenti e verso i propri ideali. Uno di questi era la partecipazione». Segue una citazione della poesia «Going», del poeta americano Robert Creeley, che la stessa professoressa aveva tradotto in lingua italiana: «Non c’è niente da scostare o accostare, nessuna strada se non avanti, al luogo cui assegno per nome tempo. Che possa lasciare qui un segno, una strada per entrare nella sua mente». Toccante il ricordo della figlia, Micol, che rievoca alcuni aspetti più personali: «Non è facile parlare per me ma mia madre non credeva nelle cose facili, tranne in cucina, dove trovava sempre qualche scorciatoia — racconta — Quando qualche ricetta le usciva particolarmente bene, suggeriva di goderci il momento, perché non sarebbe più venuta allo stesso modo. Ricordo, poi, che da piccola chiesi per tre volte a babbo natale una macchina del tempo. A tali lettere ricevevo risposte che incoraggiavano a sognare in grande». Il racconto si sposta, quindi, sugli ultimi momenti di vita della madre: «In questi giorni ho ricevuto tanti bellissimi messaggi, per cui ringrazio tutti i presenti. Mia madre era una guerriera col cuore buono. Negli ultimi momenti pareva aver deposto la sua arma preferita, quella della critica. In realtà mi sono accorta che non era così, non aveva perso la voglia di lottare, si stava solo concentrando su ciò che animava il suo spirito combattivo. La ragione principale delle sue critiche era l’amore per la vita e per la giustizia». Un amore che la donna aveva saputo trasmettere a molti, come dimostra la folla presente al funerale laico, tenutosi ieri presso la sala del commiato del cimitero di Trento. Oltre cento persone tra amici, parenti, colleghi e studenti, molti dei quali hanno voluto lasciare il proprio saluto. «Ho conosciuto Giovanna abbastanza bene quando eravamo più giovani — racconta un collega — In quegli anni c’era una conflittualità che dava origine a nuove idee. Abbiamo lottato moltissimo, io ero più eversivo mentre lei era più pacata ma proprio per questo più incisiva e autorevole. Ho provato grande tristezza quando ho saputo della sua dipartita». Un’altra collega ricorda le sue battaglie: «La conobbi perché voleva coinvolgere tutte le scuole della provincia in un percorso educativo contro la violenza di genere. Io credevo che i miei alunni fossero troppo piccoli, andando ancora alle scuole medie. Invece, lei mi fece capire che era proprio a quell’età che bisognava agire e formare al rispetto. Un’altra delle sue battaglie fu quella per l’ambiente per cui si spese moltissimo. Mi chiese di lottare per San Cristoforo, un luogo cui era molto legata e che le ricordava i suoi nonni. Per lei le radici erano qualcosa di importantissimo». La ricordano anche Claudia Merighi di Futura e il consigliere provinciale Paolo Zanella, sentiti a margine: «La vorremmo ricordare proprio per il suo impegno sulle questioni di genere e ambientali, che portava avanti con grande forza di spirito. Faceva parte del centro di studi interdisciplinare di genere in cui aveva messo anima e corpo». Chiude, infine, una delle sue studentesse: «Mi sono laureata con lei sia in triennale che in magistrale. Rimasi folgorata dalla sua prima lezione di letterature americane e decisi di seguire tutti i suoi corsi e le sue conferenze. Aveva tantissimo da insegnare, ha plasmato la persona che sono e la mia visione del mondo».