Toto-giunta
sabato 11 Novembre, 2023
di Donatello Baldo
La tregua in Fratelli d’Italia negoziata a Roma davanti al coordinatore nazionale del partito Giovanni Donzelli — che tra le altre cose avrebbe minacciato di sospendere da ogni carica di partito chi avesse scritto comunicati, pubblicato post o parlato troppo con i giornalisti in questa fase di trattativa per la definizione della giunta provinciale — si fonda su due condizioni. La prima: al primo giro di consultazioni con Fugatti si chiede tutto, il massimo, quindi la vicepresidenza per Francesca Gerosa e due posti ulteriori in giunta, o uno e un terzo ad altra carica. Comunque in modo paritario con la Lega, perché i meloniani continuano a ripeterlo: abbiamo quasi gli stessi voti e lo stesso numero di eletti. La seconda, pattuita a margine dell’incontro tra i due deputati Alessandro Urzì e Andrea de Bertoldi: obiettivo minimo da perseguire, portare in giunta Gerosa — sponsorizzata dal primo — e Carlo Daldoss, che vanta invece la protezione del secondo (e non solo).
Santi in paradiso di Gerosa
Su Gerosa alla vicepresidenza «non si molla». C’è il famoso patto siglato dalle tre segreterie nazionali dei partiti del centrodestra, e il mancato rispetto dell’impegno pattuito sarebbe uno sgarbo a tutto il partito. Insomma, se ci fosse da scegliere tra le due famose ipotesi, o la vicepresidenza o due assessori, da Roma arriverebbe il via libera solo per la prima ipotesi. Gerosa, infatti, può contare sulla «protezione» dello stesso Donzelli, anche se non è chiara la motivazione. «Si muove bene a Roma», dicono sia gli estimatori che i detrattori, e sembra non basti la vicinanza a uno dei potenti — seppur senza più grande ascendente — come Fabio Rampelli. A Gerosa, per dire, il partito ha trovato un posto nella società immobiliare del ministero della Difesa, consigliera di amministrazione: 32mila euro all’anno di emolumenti.
I santi di Daldoss
Anche l’ex assessore tecnico della giunta Rossi sembra però poter contare su appoggi in alto. Carlo Daldoss, e anche qui lo dicono sia gli estimatori che i detrattori, «non si è candidato in Fratelli d’Italia per fare il consigliere provinciale». L’obiettivo è la giunta provinciale. A cui arrivare anche su pressione di Andrea de Bertoldi, deputato trentino, commercialista che si è formato nello studio romano Leo&Associati di Maurizio Leo, deputato di FdI, viceministro al Mef e suocero di Matteo Migazzi. Quel Matteo Migazzi, amministratore delegato di Pensplan, ex capo di gabinetto di Rossi ma anche di Kompatscher, poi in forze allo stesso gruppo Leo&Associati. Migazzi è solandro, proprio come Daldoss. E una buona parola a Donzelli, per spingere verso un incarico in giunta provinciale il compaesano, tramite il suocero, potrebbe essere arrivata. Sono in tanti a immaginarlo.
Tutti in giunta, pace fatta
L’intesa sacrificherebbe Claudio Cia, secondo degli eletti. Che non è detto che si ritiri in buon ordine rispettando la decisione del partito, tutt’altro. Sembra però che anche a Fugatti sia arrivato questo schema, che dice anche altro: vicepresidenza a Gerosa più un assessorato a Daldoss, e così sarebbero infatti accontentati i due «padrini politici» dell’una e dell’altro, Urzì e de Bertoldi. A questo punto Fratelli d’Italia rinuncerebbero anche ad altri incarichi. A patto che in giunta anche la Lega abbia solo due esponenti: il presidente e un assessore, e per la precedenza delle preferenze sarebbe Roberto Failoni. Lascerebbe il passo Giulia Zanotelli. La Lega, potrebbe poi prendersi la presidenza del Consiglio provinciale, e pure la presidenza del Consiglio regionale.
Al partito della Fiamma basterebbe poter dire che la giunta è in equilibrio, che vale tanto quanto gli alleati del Carroccio. Uno schema sollecitato anche perché porterebbe equilibrio anche nella coalizione: ci sarebbero posti in giunta per tutte le altre forze della coalizione. Per ora, quindi, questa ipotesi è data in ascesa, anche perché è una novità.
Fugatti tace, poi decide
Il toto-giunta è un gioco che dura fin tanto che il presidente rieletto non svela le sue carte, quelle su cui ha disegnato lo schema della sua squadra. C’è chi sostiene che non permetterà mai a Fratelli d’Italia di avere lo stesso peso in giunta della Lega. E quindi rimane valida anche l’ipotesi di Gerosa vice con un solo assessore meloniano, e due alla Lega. Meno probabile, a questo punto, proprio perché Daldoss è spinto con forza a sedersi al tavolo, l’ipotesi con la sola Gerosa vice e la presidenza del Consiglio a Claudio Cia.
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