L'iniziativa

lunedì 13 Novembre, 2023

Violenza di genere: a Rovereto un mese di incontri e dibattiti per riflettere. Tutti gli eventi in agenda

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Dal 14 novembre al 7 dicembre, una serie di appuntamenti mirano a sensibilizzare la comunità sull'importanza di questa tematica, promuovendo un'azione collettiva per il cambiamento sociale

Rovereto si mobilita in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne: dal 14 novembre al 7 dicembre 2023 una serie di appuntamenti mirano a sensibilizzare la comunità sull’importanza di questa tematica, promuovendo un’azione collettiva per il cambiamento sociale. L’Assessora alla Cultura del Comune di Rovereto, Micol Cossali, riflette sulla necessità di un impegno comune: «Viviamo un tempo di preoccupazione e sgomento di fronte alla violenza distruttiva che umilia e disconosce il valore della vita delle persone. Una brutalità presente sia negli scenari internazionali che nelle cronache di vite spezzate. In tutto questo, è fondamentale mantenere la lucidità per comprendere ciò che accade. La conoscenza e la comprensione sono il primo passo necessario per agire al meglio, sia a livello individuale che collettivo. La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, istituita nel 1999, serve a questo: per comprendere che la violenza di genere è qualcosa di specifico, radicato nella cultura della sopraffazione e del controllo degli uomini sulle donne. Un cambio culturale profondo è necessario e a questo vuole contribuire anche il programma “Non è il destino”, promosso ogni anno dall’amministrazione comunale in collaborazione con tante realtà del territorio. È nostra responsabilità partecipare al cambiamento».
A livello nazionale, la violenza di genere rimane un problema grave. Negli ultimi 5 anni, circa 2,4 milioni di donne (11,3% delle donne dai 16 ai 70 anni) in Italia hanno subìto almeno una forma di violenza fisica o sessuale. In Trentino, i dati del 2022 mostrano un aumento preoccupante dei casi di violenza di genere, stimati in crescita del 15-20% rispetto al 2021, con un aumento anche dei casi non denunciati.
A Rovereto, le iniziative per la Giornata Internazionale includono eventi culturali, dibattiti, mostre e attività educative. Questi eventi non sono solo un momento di riflessione, ma anche un’opportunità per promuovere azioni concrete contro la violenza di genere.
Luisa Sartori, Presidente della Cooperativa Sociale Punto d’Approdo, che venerdì 17 alle 20.00 all’Urban Center, presenterà la Conferenza/Discussione «La regia filmata di una violenza. Quando l’uso del cellulare diventa reato», con Dalia Alyha, ha ricordato l’impegno in città in favore delle donne vittime di abusi: «Abbiamo diverse strutture d’accoglienza, appartementi dedicati al reinserimento sociale e un laboratorio dove donne che possono così riacquistare autonomia dopo una violenza che non è solamente è necessariamente fisica, ma può essere psicologica, economica».
Patricia Salomoni, Presidente Accademia degli Agiati, ha ricordato l’appuntamento che si terrà sempre venerdì 17 alle 17.00 presso la Fondazione Caritro, una tavola rotonda dal titolo «Non solo vittime». «Abbiamo voluto spostare lo sguardo su un altro aspetto – ha spiegato – ovvero sulle donne di pace in un mondo di guerra. Le donne sono vittime della guerra perché quando entra nelle città colpisce in modo particolare le donne. Violentate dal nemico come cittadella da espugnare. Nel mondo antico erano destinate ad essere schiave del nemico. Ora sono costrette ad abbandonare i loro spazi, la loro casa, in esilio. Ma le donne sono anche protagoniste nella costruzione della Pace e abbiamo voluto portare esempi di donne interpreti di proposte di pace nella letteratura, nelle associazioni e nelle istituzioni pubbliche, spesso in conflitto con le leggi nazionali o internazionali».
Anna Pisetti, della Fondazione Museo della Guerra, ha ricordato l’impegno del Museo nel raccontare il ruolo della donna anche nei teatri di guerra: «Da qualche anno abbiamo pensato di spostare lo sguardo dalla tradizione di storia al maschile, abbiamo cercato di recuperare l’attenzione allo sguardo delle donne, dei bambini, degli anziani in guerra. Al museo si terrà una visita guidata con uno sguardo al femminile, dove sarà possibile conoscere l’impegno e il sacrificio delle donne che hanno operato negli scenari bellici».
Gli eventi a Rovereto mirano a sensibilizzare e informare, promuovendo un cambiamento culturale nella prevenzione e nel trattamento della violenza di genere. «La partecipazione attiva di tutta la comunità – spiega l’Assessora Micol Cossali – è fondamentale per costruire una società più equa e sicura».

Il programma completo

Da martedì 14 a giovedì 30 novembre
Biblioteca civica Girolamo Tartarotti
C.so Bettini, 42
PROPOSTE LETTERARIE

La Biblioteca civica suggerisce delle proposte di lettura per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Martedì 14 novembre
ore 17.30
sala Fondazione Caritro
P.zza Rosmini
ingresso libero e gratuito Conferenza
Violenza maschiale sulle donne: cosa accade in tribunale? 

Quali parole si usano per nominare la violenza maschile sulle donne nei processi e nelle sentenze? Analizzando il linguaggio giuridico, quale immagine di giustizia emerge? Dialogando con Elena Biaggioni, avvocata penalista e vice presidente dell’associazione Donne In Rete contro la Violenza, e con Matilde Betti, magistrata e già presidente della 1a sezione civile del Tribunale di Bologna, cercheremo di capire cosa succede quando un caso di violenza sulle donne arriva in tribunale.

L’incontro è moderato dall’avvocata Lorenza Cescatti e si potrà seguire anche online sulla piattaforma Zoom:
https://us02web.zoom.us/j/82342900554
L’iniziativa è promossa da Osservatorio Cara Città | Casa delle donne di Rovereto, in collaborazione con la sezione roveretana di Giuristi democratici

Venerdì 17 novembre
ore 17.00
Sala conferenze Fondazione Caritro
P.zza Rosmini, 5
ingresso libero e gratuito
possibile anche online link su www.agiati.org
Tavola rotonda
Non solo vittime
Donne di pace in tempo di guerra: l’antichità e il presente

Le donne sono state e sono prede di guerra e vittime, perché subiscono lo sfregio del corpo dal nemico dominatore e devono affrontare le conseguenze della perdita delle risorse umane ed economiche utili al loro sostentamento. Ma nell’antichità e ai nostri giorni hanno saputo anche farsi interpreti di proposte di pace nelle associazioni e nelle istituzioni pubbliche, spesso in conflitto con le leggi nazionali o internazionali.

Riflessioni in margine a
Il grido di Andromaca: voci di donne contro la guerra, a cura di A. Camerotto, K. Barbaresco, V. Melis, De Bastiani 2022
Pioniere. Le donne che hanno fatto l’Europa, a cura di P. Caporaso, G. Mirandola, Settenove 2022
Elda Guerra, Il dilemma della pace. Femministe e pacifiste sulla scena internazionale, Viella editore, Roma 2014.

Partecipano le autrici:
Alice Bonandini – Università di Genova
Elda Guerra – Università di Bologna
Valeria Melis – Università di Venezia
Giulia Mirandola – Ricercatrice
Studenti del Liceo Classico “A. Rosmini” di Rovereto

Modera Patricia Salomoni – Presidente dell’Accademia degli Agiati

Evento organizzato da Accademia Roveretana degli Agiati
in collaborazione con
– Università Ca’ Foscari di Venezia – Classici Contro
– Comune di Rovereto
– Liceo Classico “A. Rosmini” di Rovereto

Venerdì 17 novembre
ore 20
Urban Center
Corso Rosmini
ingresso libero e gratuito Conferenza/discussione
La regia di una violenza filmata 
Quando l’uso del cellulare diventa reato
con Dalia Aly

La storia che ho intenzione di raccontare inizia quando avevo 15 anni. Vivevo a Cosenza, precisamente a Castrolibero, e frequentavo il terzo anno di liceo scientifico. Cosenza è una città territorialmente grande ma le cui dinamiche sociali possono essere semplificate a quelle bigotte di un paesino, fomentate da una fortissima impronta patriarcale e dal retaggio familiare e sociale che ne deriva. Tutti conoscevano tutto di tutti, qualsiasi gossip o voce passavano svelti di bocca in bocca, si sapeva chiaramente chi fosse una ragazza “per bene” e chi invece una “poco di buono”. Nel marzo 2017, vengo contattata su Instagram da un ragazzo che all’inizio si dimostra romantico, attento, passionale e degno di fiducia. C’era tanta attrazione fisica, c’erano tanti messaggi che descrivevano cosa avrebbe voluto farmi e cosa avrebbe voluto che facessimo insieme. Tra questi, un messaggio ricorrente era il “vorrei registrarti mentre facciamo l’amore”. All’inizio questa idea risultò strana, quasi avventata, ma più passava il tempo più mi sembrava degno di fiducia, innamorato, attento…
La mia storia cambia improvvisamente con la registrazione del video: il ragazzo che frequentavo infatti lo mostra ai suoi amici e inizia una diffusione che tutt’ora potrebbe essere in corso. Nonostante la denuncia, sporta nel dicembre 2018, il video è stato diffuso su tanti canali e chat. E’ una storia che ancora oggi per la legge, per la Giustizia, non ha ancora un colpevole – o tanti colpevoli considerando tutti coloro che hanno voluto vedere il video – ma ha sicuramente una persona oppressa che non ha ancora ricevuto giustizia.

a cura di Le Formichine della Cooperativa Punto d’Approdo

Sabato 25 novembre
ore 11.00
Museo della Guerra
Via G. Castelbarco, 7
prenotazione obbligatoria scrivendo a didattica@museodellaguerra.it o telefonando allo 0464 488041
Visita guidata con lettura di diari
Donne di guerra: una storia di violenza 

Il Museo della Guerra propone una visita guidata tematica accompagnata dalla lettura di alcune testimonianze sull’esperienza delle donne nella Prima guerra mondiale.
Come in tutti i conflitti, anche nella grande Guerra le vittime civili subirono pesanti conseguenze, con la disgregazione delle famiglie, morti e distruzione. Le donne in particolare, con gli uomini richiamati al fronte, dovettero spesso abbandonare le loro case, trascorrere lunghi periodi nei campi profughi, subendo uno sradicamento che ebbe conseguenze a lungo termine. In molti casi furono impiegate come manodopera nell’industria bellica o nella costruzione delle infrastrutture militari, come nel caso dei forti austroungarici in Trentino. Quando ebbero la fortuna di rimanere nelle loro case, affrontarono in alcuni casi la convivenza forzata col nemico, subendo umiliazioni e violenze.
Di queste esperienze racconta la visita guidata in programma al Museo che prenderà spunto dagli oggetti e dai documenti esposti per narrare le storie di singole donne, le cui voci sono arrivate fino ad oggi grazie a diari e memorie di cui verranno letti alcuni brani.

A cura del Museo Storico Italiano della Guerra

Sabato 25 novembre
ore 14.30 e ore 15.30
Palazzo Alberti Poja
C.so Bettini, 41
prenotazione obbligatoria scrivendo a museo@fondazionemcr.it o telefonando allo 0464 452800
Visita guidata
Donne scolpite e donne dipinte a Palazzo Alberti Poja 

“La Preda”, capolavoro di Carlo Fait, dialoga con le tre dee del “Giudizio di Paride”. Moderatrice: la padrona di casa, baronessa Eleonora Piomarta.

A cura della Fondazione Museo Civico

Sabato 25 Novembre
Ore 14.00
Panchina rossa di fronte alla Chiesa di Santa Maria Ritrovo e raccoglimento intorno alla panchina, discorsi e recitazione da parte di Donne, Ragazzi e Ragazze.

A cura dell’Associazione Albanese Beselidhja

Sabato 25 novembre
ore 17.00
Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti”
Sala multimediale
C.so Bettini, 42
ingresso libero e gratuito Presentazione libro
La forza di una madre 

Storie vere di coraggio: la prova di come, incontrandosi, l’unione faccia la forza
Presentazione del libro e incontro con l’autrice Sara Conci

a cura della Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti”

Sabato 25 novembre
ore 20.30
Teatro Zandonai – C.so Bettini
Ingresso libero e gratuito
Spettacolo
Voci negate 

Lo spettacolo ripercorre il vissuto di una coppia e quanto lo stesso sia stato contrassegnato dal ripetuto ricorso alla violenza da parte dell’uomo nei confronti della donna.
La protagonista femminile rivive i momenti di profonda sofferenza ed il percorso attraverso cui ha elaborato la consapevolezza necessaria per sottrarsi definitivamente ad un rapporto che ha rappresentato una sorta di trappola dalla quale non era riuscita a trovare in precedenza la forza di liberarsi.
Racconta ancora di come, sia pur tra innumerevoli difficoltà, si appresti ad affrontare il proprio futuro con coraggio e determinazione. Lo fa ampliando le sue riflessioni anche ad una serie di considerazioni riguardanti la condizione della donna nella società in cui viviamo.

Oltre alla presenza in video ed in scena della protagonista femminile, alcuni passaggi sono contrassegnati dalle riflessioni del suo ex partner, alle prese con un personale, anche se tardivo, percorso di pentimento.

Lo spettacolo, attraverso narrazione poetica, musiche, coreografie ed immagini particolarmente suggestive, intende rappresentare la condanna di qualsiasi forma di prevaricazione e violenza nei confronti delle donne da parte dell’uomo.
Ideazione e regia: Paolo Fanini

Lo spettacolo viene offerto alla scuole nella giornata di venerdì 24 novembre

A cura di Associazione Amici di Famiglia

Giovedì 30 novembre
ore 20.30
Sala Filarmonica
C.so Rosmini, 86
ingresso libero e gratuito Concerto
La mia pace perduta 
La musica classica e la violenza di genere in quattro sguardi

Studentesse e studenti della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto e del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento

La musica sa disegnare la complessa tessitura dei rapporti di genere e storicamente è specchio di concezioni del mondo, di sé, dell’altro.
Anche qui visioni del femminile concepito fuori da una capacità di determinazione autonoma. Le donne che la letteratura musicale storica ci propone, a fronte dell’ingiustizia e della sopraffazione che spesso subiscono per mano maschile, possono protestare, ma nelle forme del congedo o di una testimonianza ultima, eticamente mirabile quanto ineffettuale, che conferma lo stato delle cose.
In quattro sguardi, un percorso all’interno di rappresentazioni musicali del femminile, per cogliere anche criticamente un linguaggio che, dandosi forma e bellezza, restituisce, in suoni, un mondo culturale e sociale.

Un’iniziativa di Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto

Venerdì 1 dicembre
ore 17.30
Palazzo dell’Istruzione
C.so Bettini, 64
ingresso libero e gratuito Conferenza
Educare per dire basta!
Piattaforme digitali, corsi online e altre risorse per il contrasto alla violenza di genere – il progetto StandByMe

Il progetto StandByMe è nato con l’obiettivo di educare e responsabilizzare i giovani e le giovani a agire contro la violenza di genere causata da stereotipi e norme di genere.
In questo incontro (2 ore) verranno presentate le risorse realizzate nell’ambito di StandByMe in collaborazione tra l’Università di Trento (DiPSCo), FBK e Amnesty International. Oltre ai corsi online, vi sarà la possibilità di sperimentare la piattaforma digitale con attività gamificate sul consenso, gli stereotipi e altro ancora.
L’incontro è rivolto a giovani, insegnanti, studenti e studentesse, educatori educatrici e tutte le persone interessate a lavorare su temi legati alla violenza di genere e/o e alla ricerca di strumenti e risorse per riconoscerla e prevenirla.

Per saperne di più e contatti:
QR CODE

a cura del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive

Giovedì 7 dicembre
ore 20.30
Sala Filarmonica
C.so Rosmini, 86
ingresso libero e gratuito Concerto
Professione compositrice

Studentesse e studenti della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto

La storia ha tenuto ai margini le voci, le opere, le esperienze di donne compositrici. Oggi hanno maggiore spazio e reclamano il senso di una differenza che può vivificare società e cultura. Se in passato emergevano da luoghi dell’”a parte” – come i conventi, ad esempio – oggi sono apertamente partecipi dei processi della ricerca e della creatività. Nulla è scontato. Resistono dinamiche di potere. D’altra parte, quanti luoghi nel mondo continuano a escludere le donne dalla possibilità di un’espressione libera? La musica delle donne, lungo i processi della storia, sa rendere il senso – come vuole fare il concerto proposto – di una ricerca del sé come differente: nelle pieghe delle istituzioni o dentro campi più aperti e liberati.

Un’iniziativa di Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto