Le nomine
martedì 14 Novembre, 2023
di Donatello Baldo
Giovedì il governatore trentino Maurizio Fugatti potrebbe sciogliere le riserve e firmare il decreto di nomina degli assessori e della distribuzione delle deleghe. Le forze politiche che compongono la maggioranza sono col fiato sospeso. A nessuno ha anticipato il suo schema, con nessuno si è lasciato andare a ragionamenti complessivi.
Giunta, le tre tesi di Fugatti
Per intuire le mosse del governatore, per capire la logica sulla base della quale formerà la sua squadra, tutti partono dalle sue dichiarazioni di queste giorni — pochissime — o di quelle espresse durante la campagna elettorale. «Se potessi — ha affermato nei giorni scorsi — riconfermerei tutti gli assessori della scorsa legislatura». Prima tesi, quindi, la continuità, e dunque — tenendo conto dei numeri e dei posti — vorrebbe riconfermare quantomeno Achille Spinelli, Roberto Failoni, Giulia Zanotelli, Mario Tonina e Mattia Gottardi. Seconda tesi: «A Giulia non rinuncio», quindi non potrà mai scendere a un solo assessore alla Lega, nemmeno in un bilanciamento con Fratelli d’Italia. Altra tesi di Fugatti, che fa partire i ragionamenti in coalizione: «Con il Patt ho un debito di riconoscenza», che chissà come vorrà ripagare.
Solo Gerosa e dentro tutti
Per permettere il «dentro tutti», nello schema della nuova giunta è necessario lasciare quattro caselle libere oltre ai due della Lega. Quindi un posto a Spinelli, uno a Tonina e un altro a Gottardi, e per Fratelli d’Italia ne rimane solo uno, quello per Francesca Gerosa alla vicepresidenza. Sembra infatti che il governatore abbia ribadito, nell’incontro con il commissario della Fiamma Alessandro Urzì, che il patto sottoscritto lo vincola solo ad assegnare la vicepresidenza a Gerosa, ma che non c’è scritto da nessuna parte che deve portare in giunta gli stessi assessori che assegnerà alla Lega. Ma Fugatti riuscirà a tenere la barra? FdI conta gli stessi eletti del Carroccio, solo qualche punto percentuale in meno. Ma la tesi, meno granitica delle altre, è questa: il presidente non si conta, mentre due assessori (leghisti) valgono tanto quanto una vicepresidenza, avrebbe ribadito.
Le deleghe e il gran rifiuto
Fratelli d’Italia ha chiesto a Fugatti la vicepresidenza e addirittura tre altri incarichi. Ha pure chiesto — questo è certo — le deleghe all’agricoltura e al turismo per Gerosa: «In coerenza con i ministri di riferimento, Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Adolfo Urso (Made in Italy)». Urzì punterà i piedi, poi si dovrà trovare una mediazione. Tra solo Gerosa e due assessori «semplici», se questo fosse il punto di caduta, potrebbe essere questa la soluzione. Ma Gerosa entrerebbe in giunta depotenziata dopo una campagna elettorale in cui si presentava come vicepresidente designata? C’è che sostiene che lo abbia già detto, che non entra in giunta senza quell’incarico di rappresentanza.
Tonina presidente del Consiglio
Ma la giunta due + due, vale a dire due della Lega e due di Fratelli d’Italia (con o senza Gerosa vice, si vedrà chi cede) potrebbe tornare anche utile per «spingere» Mario Tonina verso la presidenza del Consiglio provinciale. Fugatti ai suoi più fidati l’ha detto: «In quel ruolo serve una figura di assoluta fiducia, e che sappia dialogare con l’opposizione», che in questa legislatura è molto compatta. Fosse per lui, Tonina vorrebbe stare in giunta e fino all’ultimo giocherà le sue carte. Ma se lo chiedesse Fugatti, se la richiesta diventasse una specie di lusinga, Tonina potrebbe cedere.
Il Patt e il debito di riconoscenza
Ma non basta il seggio più alto di Palazzo Trentini per ripagare il Patt sacrificato in giunta. Ed è qui che da qualche giorno gira l’ipotesi di un ingresso in giunta come tecnico di Simone Marchiori, segretario autonomista. Che sarebbe ripescato tra i non eletti del Patt, il terzo dei non eletti. Una forzatura, che lascia basiti molti, di minoranza (ne diamo conto sotto), e di maggioranza. E anche tra le Stelle Alpine c’è chi non apprezza, perché lo stesso Tonina — primo degli eletti — fa trasparire disappunto quando rivolgendosi indirettamente a Fugatti dice questo: «Il presidente saprà valutare quanto ho fatto nella scorsa legislatura».
Giunta e presidenza, doppia fase
Sembra dunque molto in salita la giunta con due di Fratelli d’Italia e Tonina fuori. Perché Fugatti proverà a tenere duro e rispettare le sue tesi: la continuità con tutti dentro e l’accordo con FdI per Gerosa vice, che vale doppio. Rimarrebbe in sospeso il punto della presidenza del Consiglio provinciale, che però potrebbe diventare una partita a parte, non per forza legata alla composizione della giunta. Fatta la giunta, quindi, si apre la trattativa, che coinvolge per forza di cose anche la minoranza, perché l’elezione del presidente del Consiglio più avvenire anche a maggioranza, ma con la presenza in Aula di due terzi dei consiglieri: 24, quando la maggioranza è di 21.
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