la critica

mercoledì 15 Novembre, 2023

Telecamere in città, le critiche del Garante: «Non basta coprire voci e volti»

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Sospesi i progetti europei da 10 milioni. L’assessora Casonato: «Risposta del Comune in arrivo»

Delle voci captate dai tre microfoni installati in piazza Santa Maria Maggiore, all’ex Zuffo e in piazza Dante non si distinguono le parole ma solo il tono, si capisce solo se la persona sta gridando per un pericolo o per dolore. Delle immagini riprese dalle cinque telecamere in piazza Fiera, in piazza Duomo, nelle piazze Dante e Santa Maria Maggiore e al parcheggio ex Zuffo vengono mascherati volti e targhe dei veicoli. Al Garante della privacy, però, questo non basta: i dati personali non sono abbastanza anonimizzati. Così, allo stato attuale, i progetti europei per la sicurezza urbana Marvel e Precrisis – il terzo progetto Protector è già concluso – sono sospesi. Si tratta, è stato spiegato ieri in commissione Vigilanza del Comune, di progetti di ricerca europei che valgono complessivamente circa 10 milioni di euro. Il Comune, spiega l’assessora Giulia Casonato, sta raccogliendo gli elementi di risposta alla nota informativa del Garante che sollevava questioni di non sufficiente tutela della privacy. L’istruttoria è in corso e solo alla fine, se le criticità verranno superate, i progetti potranno ripartire. Marvel si conclude comunque il 31 dicembre. Precrisis dura fino all’aprile 2025.
I progetti sono stati presentati in Commissione dai dirigenti comunali Mirko Franciosi e Thomas Festi e da Marco Pistore della Fondazione Bruno Kessler, partner delle iniziative. Tra i consiglieri, a partire dal presidente di commissione Vittorio Bridi, è stato però osservato che un’informazione più tempestiva e una comunicazione corretta al pubblico avrebbero forse evitato in questi mesi polemiche e proteste sul «grande fratello», tra le quali la manifestazione dello scorso settembre.
I progetti, è stato spiegato, non sono finanziati dal Pnrr ma da altri fondi europei: Horizon, che stanzia oltre 95 miliardi di euro in sette anni, 2021-2027, per ricerca e innovazione, e il Fondo di sicurezza interna, 2 miliardi per la prevenzione del crimine. Il progetto Marvel è partito nel gennaio 2021 e si conclude alla fine di quest’anno. Il finanziamento complessivo è di 6 milioni, di cui 1,8 milioni per Trento. Il partenariato comprende 17 realtà di 12 Paesi europei. Le tre città dove si fa la sperimentazione sono Trento, La Valletta a Malta e Novi Sad in Serbia. La ricerca riguarda l’analisi audio e video in tempo reale, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, per prevenire situazioni di potenziale pericolo. La decisione finale sull’eventuale intervento non è però del sistema ma delle persone, in questo caso della Polizia. A Trento ci sono oltre 600 telecamere ma attualmente non possono essere controllate in tempo reale. Il progetto ha visto l’utilizzo di tre microfoni e cinque telecamere, già esistenti, per monitorare assembramenti come i Mercatini o le Feste vigiliane, comportamenti criminali o antisociali, per sorvegliare un’area parcheggio come la ex Zuffo e per l’analisi su traffico e viabilità nella zona di fronte alla stazione ferroviaria.
Il progetto Protector, 2 milioni, si è svolto dal marzo 2021 all’aprile 2023 e ha coinvolto, oltre a Trento, Anversa in Belgio e Sofia in Bulgaria. Protector era dedicato alla protezione dei luoghi di culto, la sede vescovile, le chiese, il cimitero, e di luoghi sensibili come quello dove una volta c’era il culto del Simonino. In un incontro finale del progetto con la Protezione civile, i Vigili del fuoco, la Curia, sono state presentate le linee guida in caso di crimine d’odio o attacco terroristico. Precrisis, 2 milioni, è invece partito lo scorso maggio coinvolgendo Trento, Vienna, Sofia e Limassol a Cipro ed è nella fase preliminare: l’avvio effettivo è previsto all’inizio del prossimo anno.
In tutti questi casi, ha sottolineato Pistore di Fbk, sono state adottate procedure per evitare che da audio e video emergessero elementi per identificare persone. Sono state corrette alcune criticità e il tutto è stato condiviso con la Commissione europea. Al Garante della privacy, però, questo non basta ancora.