politica
giovedì 16 Novembre, 2023
di Donatello Baldo
«Il Patt dev’essere valorizzato», parole del segretario delle Stelle Alpine Simone Marchiori. Un assessore in giunta non è quindi abbastanza. «Tutti vogliono due assessori — risponde indirettamente il commissario leghista Diego Binelli — ma se tutti ne chiedono due non ci sono nemmeno abbastanza posti in giunta». Le trattative di ieri, infatti, si sono concentrate sul nodo autonomista. Fugatti ha avuto il suo bel da fare nel sentire gli uni e gli altri, il partito e il gruppo, Marchiori e il primo degli eletti Mario Tonina. Menomale che si è pressoché conclusa la vertenza con Fratelli d’Italia, che seppur con qualche resistenza dell’ultim’ora, sembra abbiano ceduto sui due assessori in giunta senza la vicepresidenza, semmai ricompensata da un ulteriore assessore, ma in giunta regionale (quando si farà, e se sarà di centrodestra).
Gerosa degradata
Le richieste di Fratelli d’Italia partivano alte: due assessori più la vicepresidenza. A cui Fugatti, subito, ha contrapposto la formula «o due assessori o la vicepresidenza», con la palla lanciata nel campo dei meloniani. Ora sembra che più del blasone conti il numero, e anche da Roma si sarebbero detti favorevoli all’ingresso in giunta di due dei loro: Gerosa e Claudio Cia, e in futuro Carlo Daldoss in Regione. Urzì starebbe resistendo, e si capisce: ha candidato Gerosa alla presidenza, poi ha accettato l’accordo sulla vicepresidenza. Ora, da assessora semplice, non avrebbe manco una stelletta sulla mostrina. Ma anche qui, è il leghista Binelli a intervenire: «Per la vicepresidenza servono persone di esperienza. È stato così con Mario Tonina per Fugatti, Alessandro Olivi per Rossi, Alberto Pacher per Dellai, e solo andando indietro di tre legislature. Serve esperienza». E Gerosa non ne ha di giunta.
Il Patt «esoso»
Ieri, a detta di tutti, la partita con Fratelli d’Italia era data in via di risoluzione. «Andrà bene così, due assessori», dicevano ieri alcuni anche dall’interno del partito. «Il problema — affermava invece qualche dirigente leghista — è il Patt. Che sta facendo proposte esagerate, esose». Anche Marchiori punta in alto: «Due assessori in giunta». E uno pescato dall’esterno, cioè lui. «Il Patt ha fatto una scelta di campo, non certo facile». Ed è vero, come è vero che lo stesso Fugatti ricorda spesso che «con il Patt ho un debito di riconoscenza». Ma due in giunta significa che Gottardi deve rimanere fuori, e nemmeno questo potrebbe essere il sacrificio. «Ma Achille Spinelli — dice anche in questo caso Binelli — cosa potrebbe chiedere allora? Ha fatto oltre il 10%. Non sta in piedi».
Un posto per Tonina
Anche al Patt, Fugatti l’ha detto chiaro: «In giunta solo uno», semmai c’è la presidenza del Consiglio provinciale. L’ipotesi quindi dell’entrata di Marchiori come tecnico non farebbe uscire Gottardi ma Tonina, che andrebbe quindi alla presidenza di Palazzo Trentini. Ma nemmeno questa strada è percorribile: nell’ipotesi pubblicata a fianco la freccia è al ribasso, in forte ribasso. Perché Tonina con Fugatti ha messo le cose in chiaro: «Se non sono in giunta faccio il consigliere semplice». La freccia in su, nel grafico a fianco, è quella con l’ingresso di Giulia Zanotelli nelle vesti di assessora tecnica. Dovrebbe dimettersi dal Consiglio provinciale, per essere poi ripescata. La Lega avrebbe quindi due assessori (uno eletto e uno tecnico), due Fratelli d’Italia e questa soluzione lascerebbe posto a tutte le altre forze della maggioranza: un assessore andrebbe alla Lista Fugatti Presidente con Achille Spinelli, uno a La Civica con Mattia Gottardi e uno del Patt con Mario Tonina. E al Patt andrebbe anche, con questa ipotesi, la presidenza del Consiglio provinciale, a Maria Bosin, l’ex sindaca di Predazzo entrata in Consiglio provinciale proprio con le Stelle Alpine. «Sarebbe il punto di caduta possibile», ammette un dirigente autonomista. A scapito però di Giulia Zanotelli che dimettendosi da consigliera perderebbe un po’ di soldi di indennità.
Oggi si chiude, forse
Le ipotesi si restringono, ma gli schemi con gli incastri di assessorati provinciali e regionali, presidenze e vicepresidenze sono ancora molti. Oggi però potrebbe essere il giorno in cui il presidente riconfermato alla guida della Provincia firma il decreto di nomina della sua giunta. Anche se Fugatti ha tempo fino a domani a mezzanotte, a dieci giorni esatti dalla proclamazione degli eletti, così come vuole la legge. La sua seconda giunta — se non accelera per non sfidare la sorte — potrebbe vararla quindi di venerdì 17.
Consiglio, in Aula il 24
Certa invece la data della prima convocazione del Consiglio provinciale. Ai nuovi eletti è arrivata la raccomandata: in Aula venerdì 24 novembre alle ore 10. Primo punto, giuramento sulla Costituzione. Secondo punto, elezione del presidente del Consiglio provinciale. Convocato invece per il lunedì successivo, il 27 novembre, il Consiglio regionale.
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