Il programma

venerdì 17 Novembre, 2023

Teatro, arte, scienza sul palco: un weekend ricco di eventi. Guida alle performance

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Su natura e pazzia si concentra «Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli» in calendario domenica alle 21 al Teatro Auditorium di Lavis. Sul palco lavisano c’è Simone Cristicchi che indaga e racconta il «Santo di tutti»

È un binomio di arte e scienza quello con cui si apre il finesettimana trentino. Entra infatti nel vivo la programmazione della settima edizione del festival Teatro della Meraviglia a cura di Arditodesìo e Università di Trento. Due gli appuntamenti in cartellone al Teatro Cuminetti di Trento. Si parte venerdì alle 20:30 con Federico Taddia in «Margherita Hack, stella tra le stelle». Taddia, conosciuto divulgatore, autore televisivo e giornalista racconterà l’astrofisica da un punto di vista assolutamente privilegiato considerata l’amicizia che ha legato i due e che ha permesso di concepire questo omaggio emozionante e ritmato a suon di brani dedicati alle stelle. Sul palco con lui anche la cantautrice Marquica ed il chitarrista Giovanni Ghioldi. Una pièce che, oltre alla passione di «Marga» per il cielo e le stelle, permetterà di scoprire il suo amore per Aldo e per i gatti, per l’atletica e la bicicletta, fino a raccontare del senso dell’etica e di qualche parolaccia.

Sabato, stesso posto e stessa ora per «HeLa – l’immortalità di Henrietta Lacks» della compagnia Bortolotti/Fontana-Invisibile Kollettivo. Nicola Bortolotti e Lorenzo Fontana presentano «HeLa» ovvero la sigla che indica una linea cellulare di vitale importanza nelle ricerche sul cancro e su molte altre malattie. Quattro lettere che racchiudono però anche una storia straordinaria e soprattutto una persona in carne ed ossa, Henrietta Lacks. Proprio a lei nel 1951 a Baltimora, fu prelevato senza che lei ne fosse a conoscenza, un campione dei suoi tessuti accorgendosi presto di un fenomeno mai registrato prima nella storia della medicina: le cellule tumorali continuano a crescere fuori dal corpo, Henrietta è «immortale». L’incredibile scoperta, e l’industria miliardaria che si sviluppa dal commercio delle sue cellule, rimangono ignote a lei come pure alla sua famiglia, che solo molti anni dopo verrà a conoscenza di tutta la storia. Questa vicenda appassionante ci pone domande attualissime sulla vita e sulla morte.

Alla Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto, sabato alle 17, l’appuntamento è invece con «Alberi parlanti – storie piantate nella terra» ovvero uno spettacolo che racconta il viaggio nel tempo intrapreso da uno scienziato per parlare con gli alberi (grazie ad un rallentatore di particelle che gli permetterà di entrare nella dimensione temporale degli alberi).

Lo scienziato incontrerà diversi alberi (abete rosso e bianco, gelso, acacia, salice) che gli racconteranno le loro storie. Il viaggio di questo fantomatico scienziato sarà occasione per conoscere meglio questi alberi da un punto di vista agronomico ma, soprattutto, le storie che gli alberi raccontano saranno occasione per riflettere sulla nostra storia (sia più lontana, come nel caso del gelso che tratta dei tempi dei nostri nonni, che più recente, come nel caso dell’acacia che affronterà la questione dell’accoglienza dei nuovi italiani).

Su natura e pazzia si concentra invece «Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli» in calendario domenica alle 21 al Teatro Auditorium di Lavis. Sul palco lavisano c’è Simone Cristicchi che indaga e racconta il «Santo di tutti». San Francesco il rivoluzionario, l’estremista: il folle che parlava agli animali e vedeva la sacralità e la bellezza in ogni volto e in ogni elemento della natura. Ecco quindi che il labile confine tra follia e santità, la ricerca della perfetta letizia si intrecciano tra riflessioni, testimonianze personali e canzoni inedite di Cristicchi.

Ed anche la musica è protagonista del finesettimana. Al Teatro Sociale di Trento venerdì alle 21 spazio ad una delle pioniere creative più audaci d’America. Laurie Anderson, artista d’avanguardia, raffinata e travolgente propone in esclusiva italiana «Let X = X» accompagnata sul palco da Sexmob, la jazz band di Steven Bernstein.
Spazio dunque a storie, elementi multimediali e sperimentazione in una tournée che Anderson affronta in compagnia di Bernstein (fiati), Briggan Krauss (sax e chitarra), Tony Scherr (basso), Kenny Wollesen (percussioni) e Doug Wieselman (chitarra e fiati).

Dietro Laurie Anderson c’è un’incredibile artista che ha fatto dell’avanguardia e del minimalismo la sua ispirazione: compositrice, scrittrice, regista, fotografa, strumentista, artista visiva, esploratrice di nuove forme di tecnologia, tutte queste caratteristiche si fondono con naturalezza in una figura che incarna come nessun’altra l’atto creativo inteso come performance ininterrotta.
Sabato spazio invece ai Giovani Talenti della musica classica con l’esibizione, alle 18 nella Sala Sosat di Trento, con Jakob Aumiller, giovane pianista studente del conservatorio di Trento e già pluripremiato in diversi concorsi, ed Elena Ballario, pianoforte in “Violoncello moderno”. L’ingresso è gratuito con offerta libera.

Il Trentino batte al ritmo del progressive rock invece domenica. Alle 21 sul palco del Teatro SanbàPolis sono pronti a salire gli Stick Men: un trio di fuoriclasse della musica progressive rock guidato da Tony Levin e Pat Mastelotto. La band riunisce due storici componenti della band britannica dei King Crimson come il bassista Levin e il batterista Mastelotto in una formazione inedita con il chitarrista Markus Reuter.

Tutt’altro genere quello in cartellone per «Trento Musicantica» che prosegue domenica al Castello del Buonconsiglio tridentino domenica alle 20:30 con il gruppo di musica medievale Puy de Saint-Cyr. Un concerto dedicato al compositore seicentesco Maurizio Cazzati che vede protagonisti il baritono Mauro Borgioni, specializzato nel repertorio barocco, Rossella Croce al violino, musicista che collabora, anche in qualità di primo violino, con i principali gruppi specializzati in prassi esecutiva antica, e l’ensemble Seicento Stravagante formato da David Brutti, cornetto, cornetto muto e flauto, e Nicola Lamon, cembalo e regale.

«Annuntio Vobis», questo il titolo del concerto, disegna un intenso percorso di ascolto nelle trame di un repertorio di rara esecuzione, un viaggio nel tempo che diventa fucina di emozioni e suggestioni accompagnati dalla maestria di Mauro Borgioni, di Rossella Croce e dei musicisti di Seicento Stravagante.
L’ingresso è libero e non è prevista la prenotazione.

Spazio anche alla danza che domenica riporta Marta Bellu nella Città della Quercia con “I versi delle mani”, accessibile a un pubblico cieco.
Per la coreografa si tratta della seconda tappa roveretana che, dopo la residenza artistica a Oriente Occidente Studio durante l’estate, torna all’Auditorium Melotti domenica alle 20:30, all’interno della programmazione del Circuito Danza del Trentino-Alto Adige curato dal Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento.
I versi delle mani intessono trame sonore, disegnano danze; sono bocche che si aprono. Si tratta di un lavoro firmato dalla coreografa Marta Bellu, che unisce suono e danza nella scrittura simultanea di una partitura musicale e coreografica.

In scena c’è Laura Lucioli – danzatrice con sindrome di Down – che con questo spettacolo ha coronato il suo processo di professionalizzazione nel mondo delle arti performative. Insieme a lei Agnese Banti, musicista e performer sensibile e attratta dal dialogo con la gestualità del corpo, la fisicità del suono e la sua relazione con lo spazio. Questo è il primo progetto in cui si misura con la coreografia e rappresenta il primo incontro con Marta Bellu, che a sua volta ha iniziato nel 2014 un’indagine sulla relazione tra il linguaggio della danza e la composizione musicale.

Non mancano poi gli appuntamenti per grandi e piccini in programma per domenica. Al Teatro Sociale di Trento alle 16 nuovo appuntamento con Scappo a teatro. In scena «Lo Schiaccianoci» di EgriBiancoDanza, sulle musiche di Ciajkovski con la coreografia di Raphael Bianco.
In questa versione, liberamente ispirata all’omonimo balletto, la Fata Confetto sarà il personaggio guida che conduce Clara e gli spettatori fra dolci e doni misteriosi, in una progressiva maturazione attraverso la scelta di sorprese non sempre felici ma utili, e dove i topi rappresentano l’anima nera, i fantasmi e le inquietudini di una giovane fanciulla ignara ancora di sé.

Sulle note della straordinaria partitura di Ciajkovskij, Bianco ha immaginato un nuovo percorso per Clara, saldamente legato, a livello coreografico, alle radici classico – accademiche pur essendo un balletto dall’impianto contemporaneo, sfrondando la narrazione da tutti o quasi gli episodi del primo atto. Al centro dell’azione, come da tradizione, la notte di Natale, la magia, i sogni e il senso di smarrimento di Clara in un labirinto speculare fra mondo onirico e realtà, in un caleidoscopico ed elettrizzante gioco di scelte per trovare la strada giusta e riscoprirsi adulta. Un balletto dedicato ai bambini dei quali non sempre cogliamo l’enigmatico groviglio di emozioni, incertezze e sentimenti.
Doppio appuntamento poi al Teatro San Marco di Trento con lo spettacolo-musical “Nella vecchia fattoria”. In cartellone, alle 15:30 ed alle 17:30, c’è la proposta de Il teatro delle quisquilie. Ogni giornata nella fattoria di Zio Tobia è straordinaria e riserva delle sorprese. Questa volta la sorpresa ha un nome: Maria. L’ingresso di Maria nella vita di Tobia è improvviso, inaspettato e, a dir poco, irruento: con la sua bicicletta entra dritta nel fienile senza riuscire a frenare, e si ferma in un mucchio di fieno. È una pasticciona, una curiosona, una cittadina che non sa nulla della campagna e che, a Tobia, risulta subito antipatica. Maria decide di provare la vita di campagna: si mette a mungere la mucca, tenta di riordinare il cortile, cerca di cucinare dei biscotti, tutto con pessimi risultati!

Le canzoni sono cantate rigorosamente dal vivo (e in parte suonate dal vivo con chitarra, violoncello e kazoo), la scenografia è semplice ed efficace, gli animali sono dei colorati pupazzi, animati dagli attori.

Ad ognuno il suo momento di gloria, in questo spettacolo che è un musical in miniatura, dove i pupazzi e gli attori formano una grande, chiassosa e allegra famiglia, unita e animata da mattina a sera dalla musica e dai suoni, dal canto del gallo a quello delle cicale.
Chiudiamo questa breve rassegna con la proposta inserita nella programmazione del Festival dei Piccoli. L’appuntamento settimanale con la rassegna roveretana è allo Zandonai, dalle 17 con “Caro Lupo” ideato da Miriam Costamagna e Andrea Lopez Nunes.

Costamagna, Lopez Nunes e Giacomo Occhi presentano la storia della piccola Jolie: una bambina con una fervida immaginazione che la porta ad inventare milioni di storie, tanto che anche lei, ogni tanto, si interroga sul confine labile tra realtà e finzione. È curiosa, coraggiosa, intraprendente, le piacciono le stelle, il suo inseparabile orso di pezza Boh e le cose che fanno un po’ paura.

I suoi genitori sono eccentrici, in molte faccende affaccendati, sono mani che sistemano, preparano, dialogano tra loro e spesso non danno molto peso a quelle che sembrano essere solo fantasie. Così non le credono quando Jolie sente un suono che non conosce, quando vede un’ombra che non riconosce ma soprattutto quando si accorge di una presenza insolita, una creatura del bosco che la affascina e contemporaneamente, la terrorizza. E quando Boh scompare, Jolie sente un coraggio inarrestabile, quel coraggio che solo l’Amore sa regalarci. E decide di partire, di andare alla ricerca di Boh, verso l’ignoto, si addentra nel bosco, incontra i suoi abitanti, si imbatte in ombre scure, scopre paesaggi incantati, e quando pensa di essersi perduta per sempre, Nonno Nodo e Nonna Corteccia le regaleranno la chiave per affrontare la paura. Perché tutti abbiamo paura…