Il percorso

sabato 25 Novembre, 2023

Lessinia, quattro malghe in disuso rinascono come ristoranti. «Puntiamo sul turismo dolce»

di

Spiega l’assessore Stefano Gatti: «Tutte le malghe sui Lessini, ad eccezione di una, sono di proprietà comunale e sono edifici storici tutelati. La nostra intenzione con la variante è quella di offrire al territorio una possibilità in più di crescita»

Quattro malghe sui monti Lessini che hanno perso la loro funzione originaria di luoghi per il ristoro degli animali e la produzione di prodotti caseari possono rinascere in chiave turistica. Questo è il senso del cambio di destinazione d’uso inserito nella variante al Piano regolatore approvata la scorsa sera dal consiglio comunale di Ala. «Tutte le malghe sui Lessini, ad eccezione di una, sono di proprietà comunale – spiega l’assessore Stefano Gatti – e sono edifici storici tutelati. La nostra intenzione con la variante è quella di offrire al territorio una possibilità in più di crescita nell’ambito del turismo dolce ed ecosostenibile recuperando al contempo queste strutture che hanno un valore storico». Sono quattro gli edifici individuati: Malga Bordala, Malga Fratte, Malga Sega e Malga Cornafessa. «Sono tutte facilmente raggiungibili a piedi – prosegue Gatti – ora potranno diventare anche dei punti di ristoro gestiti da privati o anche da associazioni. Passiamo da strutture per la zootecnia a edifici che potranno ampliare l’offerta turistica del nostro territorio senza però costruire nulla di nuovo ma recuperando malghe che non vengono più utilizzate per la produzione di formaggi o prodotti derivanti dal latte da decenni. Ci sono esempi di utilizzi simili proprio nella parte veneta della lessinia».

Il primo passo verso questo ambizioso progetto è stato compiuto con l’approvazione della variante urbanistica nel Prg, l’intenzione dell’amministrazione ora è quella di avvalersi di uno schema di partenariato pubblico-privato: si tratta di un accordo normato che porta il privato ad investire risorse proprie per la ristrutturazione e l’adeguamento delle strutture a fronte di un affido gestionale di medio-lungo periodo. «Il vantaggio è quello di arrivare ad effettuare i lavori e rimettere in uso le malghe con questa nuova possibilità senza l’uso di fondi pubblici e in tempi che per il Comune non sarebbero al momento fattibili visto che l’agilità e lo spazio di azione di un privato, lo sappiamo bene, sono molto diversi rispetto alla macchina pubblica. Non abbiamo le risorse economiche per procedere alla ristrutturazione delle malghe, che sono anche vincolate dalla Sovrintendenza, per il momento, ma con la variante al Prg abbiamo ampliato le possibilità per il privato di proporre dei progetti di investimento su queste strutture che sono in contesti naturalistici molto belli e facilmente accessibili dal fondovalle».

Una volta in vigore la variante al Prg che ora deve, per legge, ritornare in Provincia per l’approvazione, il Comune è intenzionato a preparare una manifestazione di interesse su questo progetto. «Contiamo nei primi mesi del 2024 di avere le carte in regola per poter procedere con il progetto – conclude Gatti – è una proposta molto interessante che permette di rilanciare il comparto della lessinia in un’ottica nuova rispetto alla sola zootecnia, quella turistica, inseguendo quelle che sono le vocazioni del nostro territorio di attrarre un turismo “slow”, in cerca di natura e montagna, attento all’ambiente e alle sue peculiarità.