La tragedia

domenica 26 Novembre, 2023

Filippo Turetta rientra in Italia: è in carcere a Verona

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Tornato dalla Germania ammanettato mani e piedi. Martedì l’interrogatorio

Ieri poco prima di mezzogiorno è atterrato a Venezia da Francoforte con il volo militare Falcon 900Ex, Filippo Turetta, il 22enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Il giovane, consegnato alle autorità italiane ammanettato alle mani e ai piedi, è stato portato inizialmente negli uffici della polizia di frontiera, per la notifica dell’ordinanza cautelare e poi è stato scortato dalle forze dell’ordine al carcere di Verona. Durante il volo da Francoforte all’Italia, riferiscono, è stato silenzioso e quasi rassegnato.
Nei giorni scorsi la Germania aveva accettato la richiesta di estradizione. Martedì è previsto l’interrogatorio.
L’area di accesso al carcere di Montorio (una zona di Verona) è stata transennata dalla polizia penitenziaria poco prima del suo arrivo, data la presenza di numerosi cronisti e troupe televisive, e anche di alcuni curiosi, che hanno commentato il suo arrivo con espressioni come «maledetto». Il 22enne, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato e sequestro di persona, sarà interrogato dal gip martedì. Turetta rimarrà in infermeria per 3-4 giorni per valutazioni da parte dell’equipe psicologica e psichiatrica e sarà poi portato nel reparto protetti, dedicato ai detenuti accusati di reati a “forte riprovazione sociale” che prevede non abbiano alcun contatto, a loro tutela, con detenuti per altre tipologie di reati. Sarà ristretto in regime di “grande sorveglianza” e nei suoi spostamenti sarà sempre accompagnato dal personale della polizia penitenziaria. Al momento dell’ingresso in carcere, il giovane non avrebbe avuto particolari reazioni. Turetta, sottoposto a visita psichiatrica, in carcere ha incontrato per la prima volta il suo avvocato, Giovanni Caruso. Al precedente legale, Emanuele Compagno, è stato affiancato un nuovo avvocato per alcuni post sessisti di Compagno. «Filippo è provato e disorientato» ha detto l’avvocato, mentre la direttrice del carcere, Francesca Gioieni, parlando con i cronisti ha detto che «è normale, tranquillo». Per lui, ha chiarito, «si stanno applicando tutte le procedure di cautela che si seguono con gli altri detenuti».
«Come tutti i nuovi giunti in questo caso, abbiamo applicato le procedure normali: attenzione, cautela, visita medica, immatricolazione, le procedure, e visita psicologica come per tutti i detenuti. Ci sono delle procedure per i nuovi giunti che l’amministrazione penitenziaria ha per la cautela e la prevenzione dei suicidi e le poniamo in essere per tutti» ha spiegato Gioieni. In più ha confermato che «non passerà la notte in isolamento».
«Le procedure sono uguali per tutti, dopo valutiamo», ha detto ancora la direttrice in merito alla possibilità di spostare il 22enne in una cella singola. «Le cautele che adottiamo per tutti i detenuti sono sempre le stesse, non dipende dal caso di specie, non ci sono situazioni particolari o eccezionali», ha chiarito, ribadendo che «l’amministrazione penitenziaria ha delle procedure molto chiare e rigide per la prevenzione del suicidio che valgono per tutti i detenuti e sono fatte di cautele normali, poi a seconda della posizione giuridica, sempre secondo le nostre procedure, adottiamo una serie di iniziative e cautele gestionali».