Milano-Cortina 2026

domenica 26 Novembre, 2023

Predazzo, villaggio olimpico più caro del 50%

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I costi della struttura balzano da 27,6 a oltre 41 milioni di euro. Adeguamento agli standard olimpici e aumento dei prezzi dei materiali: da Roma 13 milioni in più del previsto. In tutto le opere trentine valgono 385 milioni, finanziate in parte anche da Trento

Il Villaggio olimpico presso la Scuola alpina della Guardia di finanza di Predazzo costerà 13,4 milioni di euro in più del previsto, portando il totale da 27,6 a oltre 41 milioni di euro con un rincaro di quasi il 50%. Nella seconda seduta della nuova giunta provinciale, tenutasi giovedì, l’esecutivo ha approvato la convenzione tra Provincia e società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa per il trasferimento delle nuove risorse finanziarie e l’atto aggiuntivo all’accordo del 16 dicembre 2022 tra Provincia, Agenzia del Demanio, Comando generale della Guardia di Finanza, Fondazione Milano Cortina 2026 e Comitato Olimpico Nazionale per la realizzazione dell’opera. L’incremento della spesa deriva soprattutto dall’aumento dei prezzi dei materiali e delle lavorazioni, ma anche, si spiega nelle delibere, dall’esigenza di corrispondere agli standard dell’appuntamento olimpico e dalle necessità del compendio per le finalità formative delle Fiamme gialle, dopo le Olimpiadi invernali del 2026.

Le delibere sono state approvate dalla giunta provinciale a ranghi ridotti, a seguito della crisi politica tra i partiti della coalizione. Erano presenti il presidente Maurizio Fugatti e gli assessori Achille Spinelli, che è anche vicepresidente, Roberto Failoni, Mattia Gottardi e Mario Tonina, mentre erano assenti gli assessori di Fratelli d’Italia Francesca Gerosa e Claudio Cia.
Nei documenti approvati si spiega l’iter dell’opera e le novità degli ultimi mesi. Nel corso del primo semestre di quest’anno, Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, la centrale di committenza e stazione appaltante delle opere olimpiche, partecipata dallo Stato (35% ciascuno il Ministero dell’economia e quello delle Infrastrutture), dalle Regioni Lombardia e Veneto (10% ciascuna) e, con il 5% ciascuna, dalle Province autonome di Trento e Bolzano, ha lavorato all’aggiornamento del Piano complessivo delle opere.
L’ultimo decreto del Presidente del consiglio dei ministri dell’8 settembre scorso aggiorna la spesa totale a 3,6 miliardi, 150 milioni in più della stima di aprile. In Trentino sono previsti, oltre al Villaggio olimpico, impianti sportivi come lo Ski Jumping Stadium, i trampolini olimpici anch’essi a Predazzo e anch’essi ormai sopra i 40 milioni di spesa, riqualificazioni di impianti a Tesero e Baselga di Pinè, immobili e infrastrutture stradali e ferroviarie, compreso l’adeguamento della stazione ferroviaria di Trento per 28 milioni. In tutto gli investimenti in Trentino collegati alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 ammontano a 385 milioni, in parte finanziati da Roma, in parte da Trento.

Per quanto riguarda il Villaggio olimpico, si spiega nelle delibere provinciali, è stata la stessa Provincia a far presente che le attività istruttorie legate alla programmazione e alla progettazione hanno delineato meglio le previsioni di spesa, che risultano superiori a quelle iniziali. Il perfezionamento dei documenti progettuali, si legge nella delibera, risponde anche all’esigenza di corrispondere agli standard rappresentati dalla Fondazione Milano Cortina 2026, oltre a quanto altro necessario per assicurare l’utilizzo del compendio per le finalità formative della Guardia di Finanza. Tutto questo, «unitamente alla repentina impennata dei prezzi dei materiali e delle lavorazioni», ha portato al rialzo delle previsioni di spesa. Le nuove risorse stanziate dallo Stato sono pari a 13,4 milioni, una parte dei quali va alla società Infrastrutture. Il resto, poco più di 13 milioni, entra nel bilancio provinciale per l’opera da realizzare a Predazzo.

Il Villaggio olimpico è previsto in quattro lotti. Il primo è la realizzazione del nuovo edificio sviluppato su quattro piani fuori terra e vale da solo 24,3 milioni, coperti per oltre 16 milioni da fondi statali, per 1,7 milioni dalla Provincia, per 3,8 milioni dal Comando generale della Guardia di Finanza, per 2,3 milioni dall’Agenzia del Demanio. Il secondo lotto è il padiglione Latemar, con demolizione e ricostruzione di un edificio di tre piani, per una spesa di 7,7 milioni. Il terzo lotto è il padiglione Macchi, con la riorganizzazione degli spazi al primo, secondo e terzo piano e la riqualificazione sismica del piano rialzato: il tutto costa 7,3 milioni. Infine il quarto lotto dedicato al padiglione Nicolaucich, che costa 1,8 milioni. Totale: 41,15 milioni. Complessivamente Roma ci mette 24,4 milioni, le Fiamme Gialle 8,1 milioni, l’Agenzia del Demanio circa 5 milioni, la Provincia 3,6 milioni.