lunedì 27 Novembre, 2023
di Simone Casciano & Donatello Baldo
Il fronte compatto di Fratelli d’Italia è durato appena una settimana, alla prima votazione utile infatti i cinque consiglieri trentini hanno mostrato le crepe interne al partito. È successo nel primo pomeriggio durante la prima seduta del Consiglio regionale. Gli eletti delle due provincie erano chiamati a votare il nuovo presidente del Consiglio. Una decisione non facile vista la trattativa interna alla maggioranza in Trentino, con Fdi pretende da Fugatti e dalla Lega un maggiore peso per i propri assessori e in particolare per Francesca Gerosa, e anche dallo scenario altoatesino che vede Kompatscher ancora in alto mare nella definizione di una maggioranza con il centrodestra o con il centrosinistra. Nonostante questo Svp e Lega hanno trovato una possibile convergenza su Roberto Paccher del Carroccio con Josef Noggler della Stella alpina come vice, nel segno della continuità con la scorsa legislatura e in via provvisoria in attesa della risoluzione delle partite politiche provinciali. «La linea di Fdi era quella di astenersi – dice Alessandro Urzì, deputato e commissario di Fdi del Trentino – per far rientrare anche la presidenza nel quadro delle trattative su entrambi i tavoli». Ma a questa prova di forza Fratelli d’Italia ha mostrato tutte le sue fragilità interne. Quattro dei cinque consiglieri trentini infatti, sui sette totali in regione, sono rimasti in aula e hanno votato a favore di Paccher. Si tratta di Claudio Cia, Carlo Daldoss, Christian Girardi e Daniele Biada che hanno quindi disobbedito alla linea espressa dal commissario Urzì. «Tutto questo sarà portato all’attenzione del partito, a tutti i livelli» afferma Urzì, inviando nel frattempo agli organi di stampa il codice etico del partito. Ipotizzabile a questo punto provvedimenti disciplinari nei loro confronti.