Il lutto

martedì 28 Novembre, 2023

Rovereto, è morto l’avvocato Luigi Robol. Addio al papà della sindaca

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Capogruppo Dc con i sindaci Vettori e Benedetti, poi appassionato protagonista del dibattito cittadino. «In famiglia era chiamato Gino, come il nonno»

L’avvocato Luigi Robol è morto all’età di 86 anni dopo aver vissuto una vita molto intensa dal punto di vista professionale, ma anche e soprattutto di impegno civico. Primo di sei fratelli, di sicuro aveva contribuito a instillare anche nei più piccoli una forte passione per la politica intesa come servizio e disponibilità, gli stessi tratti che in qualche modo si leggono anche oggi nella figlia Giulia, sindaca reggente che dalla sua può contare anche sull’esempio dello zio Alberto, già senatore e reggente della Fondazione Campana dei Caduti, o dello zio Giancarlo, stimatissimi dirigente dell’Iti Marconi.
È proprio Alberto Robol a ricordare il fratello: «Con la famiglia ci siamo trasferiti da Riva del Garda a Rovereto nel 1949, quando lui aveva 12 anni. Aveva frequentato il liceo Rosmini, poi la laurea alla Cattolica di Milano. Ha fatto l’esperienza del consigliere comunale con i sindaci Danilo Vettori e Benedetti, lui era capogruppo della Dc in un periodo in cui i partiti contavano davvero. Ma diciamo che poi lasciò un po’ in disparte l’impegno diretto anche se mi diede una mano con il Map, il movimento di Azione politica, in cui c’era anche Guido Falqui Massidda».
Ma l’assenza di incarichi formali non hanno mai tenuto lontano Luigi Robol dalla vita attiva della città. «Era l’intellettuale di famiglia», aggiunge il fratello Robol, tanto per sottolineare che Luigi non si è mai sottratto al dibattito politico, quello elevato, quello di spessore, quello in cui le parole hanno un valore e un peso. Non a caso per professione aveva scelto l’avvocatura, il suo principale impegno per tutta una vita. Lo studio era di fronte al Gambrinus e di fronte, casualità, alla sede storica della Democrazia Cristiana in città.
Alberto Robol ricorda anche le simpatiche rivalità in famiglia. «Quando abitavamo in via Calcinari scendevamo lì in piazza della Pesa per giocare a calcio negli anni in cui Pelè vinceva il mondiale. E io milanista prendevo in giro Gino (perché in famiglia lo chiamavamo così, come il nonno, e non Gigi) di fede juventina. E lui era bartaliano, ma non tanto per l’atleta in sè, quanto perché rappresentava l’antifascismo, mentre mia sorella tifava Coppi, anche se in quel periodo non era visto benissimo per la storia della Dama Bianca». E poi – ancora ricordi vividi – la condivisione delle alzatacce: «Lui dormiva in camera con il fratello Giancarlo, mio padre passava alle 6.45 per buttarci giù in fretta dal letto: si doveva andare nella vicina chiesa del Suffragio a servir messa celebrata da monsignor Antonio Longo».
L’avvocato Luigi Robol lascia i figli Marcella, Giulia e Claudio, la sorella Mariaida e i fratelli Giancarlo, Alberto, Francesco e Paolo. I funerali saranno celebrati domani alle 14,30 nella chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia. Mezz’ora prima del funerale sarà recitato il rosario.