bypass ferroviario
martedì 28 Novembre, 2023
di Tommaso di Giannantonio
Il Comune non è rimasto con le mani in mano. Nei giorni scorsi «abbiamo avviato interlocuzioni sia con il ministero sia con Rfi e abbiamo ricevuto rassicurazioni». Ma non basta. Adesso il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, vuole che ci sia una comunicazione ufficiale sul territorio in merito all’uscita del bypass ferroviario di Trento dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e al nuovo canale di finanziamento: «Ci aspettiamo che qualcuno venga qui. Ora servono garanzie», ha detto ieri mattina nella conferenza stampa a Palazzo Thun.
Garanzie sul fatto che quello della circonvallazione ferroviaria non diventi un cantiere infinito. È vero, c’è un contratto con una tabella di marcia precisa, e da rispettare. Il cronoprogramma prevede l’entrata in funzione della nuova linea merci nel 2026. E i lavori stanno andando avanti, come da road map. Ma un conto è avere un finanziamento legato ai fondi europei del Pnrr, con i suoi vincoli stringenti, un altro è avere un finanziamento statale «ordinario». Ecco, innanzitutto, «ci aspettiamo una comunicazione ufficiale sul territorio in merito alla fonte di finanziamento ordinario — ha sottolineato Ianeselli — In campagna elettorale il ministro delle Infrastrutture Salvini diceva che non sarebbe mai uscito dal Pnrr. Vogliamo che ci sia qualcuno che venga a parlare con i territori». Dall’altra parte «ci attendiamo una comunicazione sui tempi».
In queste ore le preoccupazioni sono diverse. Per esempio, lo scavo della galleria nella collina est della città tramite quattro frese, due da nord e due da sud, rappresenta in un certo senso una «forzatura» dettata dal Pnrr: si scava simultaneamente da Mattarello e da San Martino per stare dentro ai tempi. Se non ci fosse stato il vincolo del Pnrr, si sarebbero potute utilizzare solo due frese. Si farà un passo indietro? In questo caso il cantiere slitterebbe di almeno un anno. C’è da dire che, su questo fronte, rassicurazioni arrivano dall’acquisto delle frese da parte del Consorzio Tridentum (Webuild, Ghella, Collini): una spesa non indifferente, 80 milioni di euro. Le frese dovrebbero partire tra i mesi di febbraio e marzo.
Intanto i lavori continuano. «Il cantiere va avanti regolarmente — ha voluto chiarire il sindaco — Qui non stiamo parlando di sospensione dei lavori, ma della necessità di arrivare a un quadro di garanzie solide. Comune e Provincia devono essere unite nel chiedere garanzie». Questa situazione potrebbe trasformarsi anche in un’occasione «per arrivare a un impegno più solido sul progetto di interramento della linea storica». «Bloccare tutto — ha ribadito — vuol dire bloccare il futuro della città: c’è una questione trasportistica, ma c’è anche e soprattutto una questione ecologica e di rigenerazione urbana».
Domani il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e il dirigente generale Raffaele De Col saranno a Roma per incontrare i responsabili dei ministeri competenti sulle nuovi fonti di finanziamento del bypass, diversi dal Pnrr, da cui originariamente era previsto l’arrivo di 930 milioni di euro, sui quasi 1,2 miliardi totali dell’appalto. A proposito di Pnrr, e della sua revisione (approvata nei giorni scorsi dalla Commissione europea), il sindaco di Trento ha fatto sapere che, stando a verifiche eseguite la scorsa settimana, il progetto del futuro centro intermodale all’ex Sit «rientra ancora nel Pnrr».
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