Il femminicidio
venerdì 1 Dicembre, 2023
di Redazione
«Lasciate l’Italia almeno per un po’». È l’appello lanciato dallo psichiatra Paolo Crepet dalle pagine de La Stampa ai genitori di Filippo Turetta, il 22enne padovano accusato di aver ucciso l’11 novembre scorso la ex fidanzata Giulia Cecchettin, di averla abbandonata cadavere in una zona nascosta vicino al lago di Barcis (Pordenone) e di essere fuggito per più di 1.000 km in Germania.
«Ora pensate al futuro del vostro secondogenito che ha appena 18 anni» ha suggerito Crepet: «Bisogna evitare al ragazzo la gogna permanente per il delitto compiuto dal fratello. Andate all’estero dove il cognome Turetta non dice niente a nessuno».
Intanto mercoledì sera a Chi l’ha visto? il padre di Filippo ha rilasciato una lunga intervista: «Non è uno che uccide a mano armata, gli è saltato l’embolo. Forse voleva sequestrarla per impedirle di laurearsi», ha detto Nicola Turetta riferendosi al figlio ora in carcere a Verona. Intanto la famiglia di Giulia ha nominato un proprio consulente in vista dell’autopsia, fissata per oggi all’Istituto di medicina legale di Padova.
Sempre oggi è in programma l’interrogatorio di Filippo davanti al pm. «Io ho pensato che volesse sequestrarla, rapirla per non darle la soddisfazione di laurearsi e dopo lasciarla – ha detto il signor Turetta -. Purtroppo le cose sono peggiorate, forse voleva farle paura poi la cosa è precipitata e a lui è saltato l’embolo», ha detto. «Ci sono degli aspetti di questa tragedia che vanno visti in una chiave un po’ diversa, cioè non è uno che ha ucciso a mano armata, non so. So che Giulia andava fuori con lui tranquillamente, fino a quel sabato so che non le ha toccato neanche un capello. Quindi lei era tranquilla quando usciva, lei non aveva questi timori», ha aggiunto. Dai messaggi di Giulia raccolti dagli inquirenti, però, è emerso il comportamento possessivo di Turetta e come lui cercasse di allontanarla dalle sue amiche.
«L’unica spiegazione potrebbe, cioè non è una cosa razionale, una persona che ami, che porti a casa… un bene così non può sfociare in una tragedia del genere», ha aggiunto. «Ha ucciso il suo angelo praticamente, quella che lui amava. E’ un ragazzo che comunque a 21 anni è un bambino, io non lo so, sono fragili. Anche io avevo le mie crisi ma questi ragazzi mi sembra che appena gli togli qualcosa crollano oppure fanno questi atti così violenti. Qui entriamo nel ramo della psicologia e io non lo so, bisognerebbe capire come aiutarli a uscire quando hanno queste cose», ha concluso Nicola Turetta.
Intanto un poster di Filippo con la scritta “Questo è il vostro uomo rieducato” sono state affisse da CasaPound. «In questi giorni stiamo sentendo continuamente parlare di Turetta come figlio sano del patriarcato e di rieducazione nelle scuole. Turetta è invece la conseguenza di una società che non fornisce più valori né, tanto meno, esempi» spiega CasaPound in una nota.