Il forum
martedì 12 Dicembre, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Lo sviluppo edilizio in altezza per rispondere all’emergenza casa e, allo stesso tempo, garantire il rispetto del divieto di consumo di suolo. «Non è possibile, però, che Itea abbia appartamenti sfitti da anni», dice il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, al forum de il T. «Spero che la nuova giunta provinciale affronti la questione casa in tutta la sua centralità — prosegue — altrimenti rischiamo anche di non essere più attrattivi per professionisti e ricercatori». Oggi pomeriggio, in consiglio comunale, l’emergenza abitativa sarà uno dei temi della sua relazione al bilancio di previsione del Comune.
Quali sono i tratti caratterizzanti del bilancio?
«Nella relazione partirò da un concetto: che cos’è una città. Il Trentino, la sua Autonomia, ha senso solo se c’è una vera città. E una città è un luogo dove ci sono molteplicità di funzioni, dove ci sono differenze e dove non tutti si conoscono. Queste caratteristiche andranno a intensificarsi perché noi siamo un luogo di diversità. Io ho appena iscritto mio figlio alla scuola dell’infanzia e la sua classe sembra davvero New York: ci sono bimbi di diverse nazionalità. Dobbiamo essere consapevoli di questo. Le diversità creano anche conflitti, ma penso che sia bellissimo essere tutto questo. Il che significa vivere anche nelle contraddizioni: da un lato abbiamo una parte della città (secondo me prevalente) che vuole andare oltre l’auto e dall’altro abbiamo una parte che non vuole abbandonare questo costume, che in certi casi è una necessità; da un lato abbiamo chi è felice di incontrare persone, culture e generazioni diverse e dall’altro abbiamo chi vede tutto questo come un qualcosa che lo manda in agitazione».
Nel bilancio ci saranno nuove misure?
«Il bilancio di previsione non permette di fare grandi manovre. Abbiamo mantenuto tutta la spesa per i servizi e il sociale. Le tariffe saranno adeguate al 2,7%, un tasso inferiore all’inflazione reale. Abbiamo garantito che ci sarà una riduzione dell’Imis sulle seconde case: rientrerà nei valori ordinari. Al tempo stesso abbiamo confermato l’aliquota forte per chi affitta a canone concordato. Sul lato investimenti ci sono due opere di rilievo: la passerella ciclopedonale sull’Adige, dall’area ex Italcementi a via Verdi (5 milioni), e la riqualificazione dell’ex Facoltà di Lettere (altri 5 milioni). Per la passerella l’idea è di realizzare un concorso che metta a confronto diverse idee progettuali. C’è anche la suggestione di dedicarla a Megalizzi (il giovane reporter trentino vittima dell’attentato di Strasburgo del 2018, ndr)».
A che punto siamo sull’ex Atesina?
«Abbiamo il comodato d’uso, ma non ancora la proprietà: quando perfezioneremo il famoso accordo con la Provincia, abbiamo intenzione di trasformarlo in un luogo ibrido, in cui possano convivere più funzioni».
Intanto ci sono molte persone costrette a dormire in strada. Nel bilancio non ci sono risorse per far fronte a questa emergenza?
«Non è una questione di bilancio. Va ricordato che la competenza è della Provincia. Ma la Provincia, da cinque anni a questa parte, si occupa solo dei senza fissa dimora e non dei richiedenti protezione internazionale. Per dare risposta a queste persone noi abbiamo aperto le ex Bellesini e altri 24 posti alla Clarina, anche se quest’ultima struttura è stata pensata per le giornate di freddo intenso. Ciò detto, stiamo cercando un altro luogo idoneo. Le risorse per accogliere una ventina di persone ci sono».
La casa rappresenta una problematica trasversale, che riguarda anche il ceto medio e tutti i territori. Il Comune non può fare nulla?
«Sul lato tributario abbiamo cercato di agevolare il canone concordato riducendo l’Imis. C’è poi la questione del consumo di suolo zero, che giustamente limita l’espansione in un’ottica di sostenibilità ambientale. Ma in futuro bisognerà andare più in altezza, laddove si può. Ad esempio se si sblocca la partita dell’area Sequenza di Trento nord, là bisognerà costruire in altezza. Infine, per quanto riguarda l’edilizia pubblica, non è possibile che ci siano appartamenti sfitti da anni. Mi auguro che l’attuale giunta provinciale assuma la questione casa in tutta la sua centralità. Rischiamo anche di non essere attrattivi nei confronti di professionisti e ricercatori».
Il suo post entusiasta su Trento invasa dai turisti nel Ponte dell’Immacolata ha suscitato qualche polemica sui social. È apparso in contraddizione con le aree di insuccesso della città?
«Uno dei nostri obiettivi programmatici è quello di ricucire le differenze tra chi vive in collina est e chi vive ai margini. Con quel post mi sono tolto un sassolino dalla scarpa, rispetto a chi diceva che la chiusura dell’ex Sit non avrebbe spinto le persone a venire in centro e rispetto a chi dice che Trento è una citta che non vale».
Tutte quelle auto in coda, però, stridono con l’impronta sostenibile che vorrebbe dare il Comune o no?
«Bisogna anche dire che a volte le persone che si lamentano di questo sono le stesse che si lamentano per una nuova pista ciclabile. Nei prossimi anni, in ogni caso, dovremo potenziare il servizio navette».
Per quanto riguarda la circonvallazione ferroviaria quali sono le ultime evoluzioni?
«Le indagini fatte sull’ex scalo Filzi rilevano sì un inquinamento, ma è superficiale, meno complicato da rimuovere. La preoccupazione è che ci sia un allungamento dei tempi: non lo sento come probabile, ma aspetto che ci sia qualcuno, di Rfi o del ministero, che espliciti queste rassicurazioni sul territorio».
Perché il sequestro dei siti inquinati ex Sloi e Carbochimica potrebbe agevolare la bonifica e la riqualificazione pubblica delle aree?
«Noi stiamo facendo i conti con la città del Novecento, con la città che metteva il catrame sotto terra. È vero che il tracciato della nuova linea merci passa in mezzo a una ferita della città, ma se non ci fosse stato il bypass sarebbe rimasta ancora una ferita. Il bypass e i sequestri possono dare la spinta per uscire da anni di inerzia. Io ritengo che il bypass vada fatto, ma va detto che anche i comitati stanno giocando un ruolo positivo».
Cambiando argomento, come commenta la crisi di Piazza Dante?
«Il parco di piazza Dante è migliorato (ride). L’ho detto in campagna elettorale, il centrodestra non è in grado neanche di farsi una fotografia assieme. E con la perdita della vicepresidenza da parte di Spinelli si ridimensiona anche l’idea di un’area di civici».
Dall’altra parte deve esserci un’azione più incisiva del centrosinistra?
«Hanno fatto tutto da soli, a volte bisogna lasciarli fare».
Come valuta invece lo stato di salute della sua coalizione a Palazzo Thun? Con il nuovo assetto di giunta e con il coinvolgimento di Silvia Zanetti in maggioranza dove può arrivare?
«La nostra cifra politica è quella di ricercare azioni per la sostenibilità, di contrasto alle disuguaglianze e di creazione di coesione sociale. Lo sforzo che stiamo facendo è quello di avere una coalizione coesa in cui ciascuno cerca di assumere punti di vista che non sono i propri. È poi un motivo di grande soddisfazione avere Bozzarelli come vicesindaca e Casonato e Pedrotti come assessori. Sono emblemi della città contemporanea».
Trento può essere lo spazio di una nuova proposta politica alternativa al centrodestra?
«Credo che la mia parte politica debba avere quella tensione a uscire dai propri punti di vista e creare connessioni anche con il resto della provincia».
Qual è il suo auspicio per il nuovo anno della città?
«Vivere nel migliore dei modi l’occasione di Trento come città del volontariato. Arrivare alla fine del 2024 con una cultura del volontariato più forte».
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