La polemica
mercoledì 13 Dicembre, 2023
di Leonardo Omezzolli
I numeri parlano chiaro e il «Concertone dell’Immacolata» con Gabbani, svoltosi lo scorso 8 dicembre ha indubbiamente portato un migliaio di persone a Rovereto, lasciando nelle casse comunali un buco da 20.757 euro. Deficit che si protrae negli anni ad ogni concertone dell’Immacolata. Era stato cosi anche nel 2022 con Edoardo Bennato. In quell’occasione l’ammanco fu di 15.073,64 euro (Iva esclusa). Un costo che va spalmato quindi su tutta la cittadinanza, ma che, proprio dagli esercenti, non è visto come uno spreco; anzi, un «costo che le amministrazioni dovrebbero mettere a bilancio per promuovere l’immagine di una città viva, attiva».
«Non sono soldi a perdere»
Sostenitore di questa tesi è, tra gli altri, un volto noto cittadino, Riccardo Angheben, titolare del Caffé De Min e già vicepresidente Fiepet Confesercenti. «Eventi così vanno benissimo. Anzi, ce ne vorrebbero molti di più se ci fossero le risorse da mettere a bilancio». Per il titolare del noto bar del centro storico, questi eventi, rappresentano un valore aggiunto che non può essere quantificato solo in un bilancio che non sia a perdere per il Comune. «Questi concerti vanno messi a budget – insiste Angheben – si deve valutarne una crescita numerica, possibilità economiche permettendo. Portano un indotto indiretto, ossia – ci tiene a specificare – un’immagine di Rovereto come di una città viva».
Promozione d’immagine
I costi, infatti, vengono giustificati in quanto rientrano nel Dup (Documento unico di programmazione), come eventi per la crescita della città. Ossia atti a «sostenere la preziosa ed attiva rete del mondo associazionistico cittadino, le potenzialità turistiche che connotano il ricco e variegato territorio roveretano, la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia». Oltre che a perseguire l’obiettivo strategico in ambito turistico volto a «Incentivare progetti e percorsi per un turismo di qualità, che unisca passato, presente e futuro, che intrecci le offerte storiche e culturali dei musei, alle risorse naturali ed alle tradizioni enogastronomiche; impostare un insieme di azioni per gli eventi turistici di maggiore richiamo».
I costi della manifestazione
Gabbani, inteso come complesso di attività inerenti il concerto, è costato 61.387 euro comprensivi di cachet dell’artista (35.000 euro), servizi di produzione, hospitality, service tecnico (11.200 euro), costi amministrativi (932 euro), servizi logistici e sicurezza (5.755 euro), materiale pubblicitario (2.500 euro), servizi promozionali vari (2.500 euro), Siae (3.500 euro). Costi sostenuti da entrate pari a sponsorizzazione di Fondazione Caritro (5.000 euro), Dolomiti Energia (10.000 euro), Radio Italia Anni 60 (2.500 euro), incasso vendita biglietti (23.130 euro) corrispondenti a 1005 persone paganti un biglietto intero a 23 euro. Da qui il disavanzo che sarà coperto dal Comune di Rovereto e pari a 20.757 euro.
La provocazione
L’amministrazione ha già annunciato di procedere con l’affido dell’incarico per la prossima stagione visto «il suo rilevante interesse pubblico» e Angheben rilancia: «Non facciamo questi eventi solo nelle date canoniche, promuoviamo la bella immagine di Rovereto anche in altre occasioni».
Il ragionamento è lo stesso di Giulio Prosser, presidente dell’Apt: «Uno spot importante per Rovereto, che ha portato il nome della città in giro e messo in primo piano la splendida location del Mart. Questi eventi vanno considerati per l’effetto promozionale, quindi il deficit non è altro che un investimento molto importante per la Rovereto turistica. Il Natale sta andando molto bene perché la città sta offrendo diverse opportunità al turista. E anche Gabbani è una di queste».
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