bypass ferroviario
venerdì 15 Dicembre, 2023
di Francesco Terreri e Benedetta Centin
Un euro al metro quadro. Un misero euro. È quanto avrebbe offerto Rete Ferroviaria Italiana, evidentemente in forma simbolica, ai proprietari dei terreni ex Sloi e Carbochimica per quella lingua di terreno che corre in mezzo alle aree del Sito di interesse nazionale, a fianco della massicciata e non distante dalla roggia. Terreno che c’è necessità di occupare urgentemente. Ma anche di espropriare. A quanto pare non solo in via provvisoria: ci sarebbe già un provvedimento di Rfi in tal senso. L’obiettivo è presto detto. Bisogna rendere quella «fascia» limitrofa alla Carbochimica area cantiere, per realizzarvi — sempre che il progetto rimanga invariato — il tracciato ferroviario. Ma tanto valgono, per Rfi, quei terreni inquinati. Un solo euro al metro quadro.
Niente a che vedere con i valori di esproprio degli immobili di via Brennero e San Martino, che superano complessivamente i 24 milioni di euro anche se qualche disagio per aver lasciato la propria abitazione c’è stato. Nulla di paragonabile neanche con la procedura con cui Italferr, la società di ingegneria di Rfi, rileverà il cantiere comunale di via Maccani per un’indennità totale di 1 milione 250mila euro. La bozza del verbale di accordo è stata approvata dalla giunta comunale questa settimana. Ma soprattutto niente di lontanamente simile ai valori a cui i proprietari delle aree inquinate di Trento nord, appena sequestrate dalla Procura (vedi sotto), hanno i terreni a bilancio: in tutto oltre 27 milioni di euro. Con progetti immobiliari che superano i 100 milioni. Il simbolico euro a metro quadro azzera quasi del tutto il valore degli 11 ettari di proprietà.
Con il sequestro probatorio e la scadenza dei piani attuativi, il valore delle aree Sloi e Carbochimica era già in discesa, riavvicinandosi alle cifre con cui negli anni ‘90 e poi nel 2005 le tre società finite sotto inchiesta hanno acquisito le aree. La fetta maggiore è quella della Mit srl di Paolo Tosolini, che la registra nel bilancio 2022 a 14 milioni 371mila euro. Mit fa capo alla Habitat e, in cima alla catena societaria, alla Konzentra, la holding della famiglia Tosolini, un colosso regionale dell’immobiliare. La Imt srl di Sergio Dalle Nogare, che fa capo alla Graniti Trentina snc di Dalle Nogare Sergio e Adriano, ha a bilancio la sua quota del compendio di Trento nord a 6 milioni 146mila euro. La Tim srl di Michele Albertini, la società più attiva nella rivendicazione, con cause legali, della piena disponibilità dell’area anche nei confronti di Rfi e del progetto bypass ferroviario, ha i terreni a bilancio a 6 milioni 758mila euro. Totale, 27,3 milioni di euro.
Intanto Rfi, tramite Italferr, ha fatto al Comune la proposta per l’esproprio del cantiere comunale di via Maccani, dove con la contigua officina si svolgono funzioni come il deposito delle lame sgombraneve e il montaggio dei mezzi invernali, la pesatura e il lavaggio, le verifiche di gru e piattaforme. Per tutti questi motivi la cifra proposta è di 879mila euro a titolo di indennità espropriativa e 370mila euro per altri titoli di indennizzo, come lo spostamento dell’area lavaggio automezzi, per un totale appunto di 1,25 milioni. Lunedì la giunta comunale ha dato il via libera all’accordo.
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